Benessere

Si può capire se una persona soffre di ansia da come cammina

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L’ansia impatta ovviamente sulla salute psicologica, ma arriva a influenzare anche il modo in cui ci muoviamo e interagiamo con il mondo esterno. Al punto che secondo una squadra di ricercatori è possibile capire se qualcuno soffre di questa condizione guardando come cammina, grazie al finissimo occhio per i dettagli dell’intelligenza artificiale. Quello sperimentato dalla Clarkson University e da altri istituti non va ancora considerato uno strumento diagnostico, ma se ulteriormente affinato in futuro potrebbe aiutare ad esempio a individuare uno stato di ansia in persone che faticano a riconoscerlo o ad ammetterlo. Lo studio ha poi notato un aspetto molto particolare: gli individui giovani ansiosi hanno un’andatura simile a quella degli anziani.

 

Come prima cosa gli 88 partecipanti arruolati per lo studio, in buona condizione di salute e di età massima di 36 anni, hanno risposto a un questionario standard per stabilire il loro livello di ansia. Dopo di che si sono sottoposti a un test per valutare il loro equilibrio stando fermi in piedi e hanno camminato per due minuti lungo un percorso curvo, con tratti di suolo solido e tratti di suolo morbido. Indossavano una gamma di sensori che hanno registrato informazioni su come si muovevano, ad esempio se ruotavano, alzavano o abbassavano il capo, oppure l’angolo con cui affrontavano le curve.

 

I dati raccolti sono stati analizzati attraverso un algoritmo di apprendimento automatico. I ricercatori hanno così determinato che le persone ansiose camminavano in un modo simile a quello degli anziani timorosi di cadere: muovevano continuamente la testa da una parte all’altra, come per controllare la presenza di eventuali pericoli, e mostravano delle difficoltà quando dovevano fare una curva. Testando il loro modello per vedere se fosse in grado di individuare i soggetti ansiosi solo in base alla loro andatura, i ricercatori hanno ottenuto un’accuratezza delle previsioni del 75%. Le variabili più rilevanti si sono dimostrati i movimenti degli arti superiori, del torso e del collo.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Sensors.

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