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Sclerosi multipla, diagnosi e cure anticipate restituiscono anni di vita con meno disabilità

Ci sono ormai varie opzioni in tema di trattamenti, fino al trapianto autologo di cellule staminali del sangue

19/11/2022 - di Alessandro Malpelo

Si allunga l’aspettativa di vita delle persone con sclerosi multipla. Grazie alle diagnosi anticipate e all’ultima generazione di terapie è possibile affrontare senza incertezze la maternità, gli sport, e negli anziani la progressione verso la disabilità è meno accentuata. Un messaggio di speranza è venuto da Ectrims, congresso europeo che ha riunito ad Amsterdam oltre 8mila tra medici neurologi, ricercatori, specialisti della riabilitazione.

 

«Si è spostato avanti il picco di prevalenza della malattia – ha spiegato Maria Pia Amato, presidente Ectrims – dai 40 anni siamo arrivati fino a 60, ma di pari passo si pone l’esigenza di anticipare le diagnosi con biomarcatori, intervenire prima dell’esordio della sintomatologia». La sclerosi multipla colpisce soprattutto le donne, e nella gestione del periodo della gravidanza si guarda con interesse all’impiego di anticorpi monoclonali compatibili con l’allattamento, senza effetti negativi sul feto durante la gestazione.

 

All’Istituto Superiore di Sanità, con Aism e una ventina di sodalizi scientifici, tra i quali la Società italiana di neurologia la Fondazione Gimbe, sono state definite le linee guida che puntano ad armonizzare i criteri nella scelta dei trattamenti, in modo da superare le discrepanze che talvolta si osservano tra una regione e l’altra. «Attualmente – ha dichiarato Gianluigi Mancardi, professore di neurologia all’Università di Genova – disponiamo di terapie target capaci di bloccare e controllare le forme recidivanti remittenti, nelle forme progressive la ricerca deve andare avanti».

 

Al congresso europeo si sono raccolti dati sulle varie opzioni in tema di trattamenti, fino al trapianto autologo di cellule staminali del sangue. Nelle diverse conferenze stampa collegate a Ectrims si è parlato sia di farmaci (ocrelizumab, ozanimod, cladribina, ponesimod…) sia della validità della riabilitazione.

 

«La sclerosi multipla oggi non è più una condanna alla sedia a rotelle – ha dichiarato Luca Battistini, direttore del laboratorio di Neuroimmunologia alla Fondazione Santa Lucia – abbiamo oltre venti terapie autorizzate e strumenti per scegliere la migliore soluzione, a seconda delle variabilità individuali».

 

L’elevato costo dei farmaci neurogici di ultima generazione pone un problema di sostenibilita del sistema, ma il messaggio che deve passare è che la sclerosi multipla si può tenere sotto controllo, utilizzando i farmaci giusti e modulandoli nel tempo.