Alimentazione

Prodotti di stagione, il cardo per la dieta e l’intestino

di
Gloria Ciabattoni
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Ama il freddo e con il gelo dà il meglio di sé: è il cardo, ortaggio invernale dal gusto simile a quello del carciofo, ma più dolce. È una buona fonte di minerali (potassio, ferro, calcio, rame e sodio) e di vitamine come la B e la C, ed è utile nella protezione del fegato, grazie alla presenza della silimarina, utile per depurare l’organismo da sostanze tossiche e velenose. Apporta pochissime calorie, 15 ogni 100 gr, fibre che aiutano il transito intestinale, e contiene il 94% di acqua.

 

Antiossidanti a go-go

I cardi hanno un elevato contenuto in antiossidanti, e stimolano la produzione di latte nelle donne in allattamento. Le varietà principali sono il Cardo Gobbo di Nizza (che si può mangiare crudo), il Gobbo di Monferrato, il Bianco Avorio, il Gigante di Romagna, il Gigante Inerme, Cardo di Bologna e quello di Chieri. Sono da preferire i cardi bianchi, con costole turgide. Per cucinarli, si eliminano le foglie esterne e le coste più dure, poi si tagliano a tocchetti e si mettono in acqua e limone per non farli annerire. Come si cucinano i cardi? Sono ottimi gratinati al forno, ma anche fritti, e una ricetta tipica è la «bagna cauda» piemontese. C’è poi la varietà del cardo mariano, che cresce nell’Italia centrale e meridionale e viene raccolto quando ha le cimette piccole, che si mangiano in insalata, oppure si lessano e si mangiano condite con olio, sale e pepe. Con il cardo mariano si preparano anche decotti epatoprotettivi.

 

Calcio e Omega 3: le virtù dello sgombro

Siamo nella stagione di pesca allo sgombro, un pesce azzurro importante per le sue proprietà nutritive. Apporta vitamine del gruppo B (B1, B2 e B3) e la vitamina D, che rinforza le ossa: in particolare, il contenuto di vitamina B12 è addirittura superiore a quello della carne e delle uova. Lo sgombro è ricchissimo di calcio (350 mg di calcio per 100 g di pesce) ed è consigliato per combattere la decalcificazione ossea. È un alimento molto importante in quanto ricco sia di acidi grassi polinsaturi che di grassi sani come gli omega-3, alleati per contrastare patologie cardiovascolari e arteriosclerosi.

 

Trattandosi di un pesce, lo sgombro, ad alto contenuto di purine, il suo consumo è sconsigliato a soggetti con iperuricemia o gotta, questo perché le purine, una volta metabolizzate, si trasformano in acido urico. Lo sgombro è un pesce delicato e va mangiato fresco perché si deteriora facilmente, e per essere fresco deve avere un colorito brillante e dal colorito verde-blu cangiante. Come cucinarlo? Meglio non friggerlo perché questa modalità di cottura annulla i benefici cardiovascolari della molecola omega 3, quindi il modo migliore per gustarlo mantenendone le proprietà benefiche, è al forno, bollito o al vapore.

 

 

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