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Prevenzione, l’Europa in campo contro il tumore al polmone

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“Con circa 250.000 persone che muoiono ogni anno, il tumore al polmone resta il grande killer in Europa quando si parla di cancro”. Lo ha detto Thomas Hofmarcher dell’Istituto svedese di economia sanitaria (IHE) relatore della Call to Action, chiamata alle armi per la prevenzione, la diagnosi precoce e l’accesso equo alle cure in tema di oncologia, con un focus particolare dedicato alle patologie dell’apparato respiratorio.

 

Call to Action

Un documento, sottoscritto da policymaker, sanitari e gruppi di pazienti, è stato lanciato dall’europarlamentare coordinatore dell’iniziativa, Cristian Busoi (Ppe), nel corso del quarto European Cancer Forum, organizzato da MSD a Bruxelles in collaborazione con IHE e il Lung Cancer Europe. La Call to Action identifica una serie di priorità da mettere in atto per rendere effettivo quello che è stato denominato Europe’s Beating Cancer Plan, migliorando l’accesso alle cure, ponendo la giusta attenzione al ruolo della diagnosi precoce e all’approccio personalizzato ed equo alle terapie.

 

Sistemi sanitari

“Ci auguriamo quindi che l’iniziativa possa completare tutto quello che è stato dichiarato nel piano europeo”, ha aggiunto Hofmarcher. La chiamata è diretta principalmente agli Stati membri in quanto responsabili dei sistemi sanitari e dell’assistenza, “ma anche alle istituzioni europee che possono esercitare pressione sui Paesi”, ha concluso.

 

Inversione di rotta

“Siamo in una fase cruciale dell’attuazione del Europe’s Beating Cancer Plan e, in vista della sua revisione nel 2024, è giunto il momento di agire per garantire che l’Europa inverta la rotta nella ricerca e nella lotta contro il cancro“, si legge nella call to action. “Tutti i tumori sono ugualmente importanti e tutti i tumori meritano la stessa attenzione – ha sottolineato Antonella Cardone di Cancer Patients Europe – ma abbiamo iniziato con il polmone perché paradigmatico, emblematico di tutti gli altri tipi di tumore da affrontare in termini di prevenzione primaria e secondaria di diagnostica e di trattamenti. Quindi adottiamo questo come caso pilota”, ha aggiunto.

 

Elenco delle priorità

Sono tre le priorità individuate dal Forum europeo. Al primo posto la diagnosi precoce, in modo da ottenere maggiori margini di successo trattando la malattia in fase iniziale. In parallelo si ritiene prioritario arrivare a standard di assistenza elevati omogenei in tutto il continente e, terzo ma non meno importante, piani nazionali operativi in linea con le indicazioni europee.

 

Statistiche allarmanti

L’urgenza di questa iniziativa, secondo i promotori, si desume dalle statistiche sul tasso di sopravvivenza a questo tipo di tumore: tra il 10 e il 20% dopo cinque anni dalla diagnosi, che troppo spesso arriva quando la malattia è in fase metastatica. Secondo i dati citati da Hofmarcher, circa un terzo dei pazienti presi in esame ha meno di 65 anni, si trova ancora in età lavorativa e questo comporta “una perdita economica oltre che sotto il profilo umano”.

 

Leggi anche: European Cancer Forum, troppe diagnosi trascurate

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