Medicina

Plasma, calo delle donazioni. Appello al volontariato

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Il plasma è un bene prezioso. Sono tante le malattie rare, croniche o potenzialmente gravi, che possono essere curate utilizzando i plasmaderivati. La donazione attraverso la plasmaferesi è un processo che separa direttamente le componenti del sangue, e mentre globuli rossi e piastrine vengono restituiti al donatore, il plasma viene raccolto in una sacca che servirà a produrre farmaci. Un dono preziosissimo, vero e proprio oro liquido se si pensa che molte delle terapie prodotte sono considerate salvavita. Questa definizione è stata scelta come titolo e hashtag della campagna #plasmaoroliquido di informazione e sensibilizzazione alla donazione.

 

«Tra le conseguenze del COVID-19 c’è stato un calo delle donazioni di sangue e plasma a livello mondiale – ha dichiarato Alessandro Segato, presidente AIP, Associazione italiana immunodeficienze primitive – questo fatto preoccupa tutti quei pazienti per i quali i plasmaderivati sono terapie salvavita. I prodotti più impattati sono le immunoglobuline». La domanda globale di immunoglobuline ha visto, infatti, un tasso di crescita medio annuo del 9,7% negli ultimi 30 anni, congiuntamente ad un costante divario tra domanda e offerta, e questi fattori, insieme al calo delle donazioni e ai lunghi tempi di produzione si fa sentire.

 

Questi dati, riferiti da CSL Behring, hanno fatto da sfondo alla tavola rotonda sul valore dell’autosufficienza del plasma e dei plasmaderivati al 16° Forum Risk Management, in cui gli stakeholders vogliono sottolineare come la raccolta di sangue e plasma sia fondamentale non solo per trasfusioni di emergenza o in sala operatoria ma anche in quanto sono materie prime biologiche per la produzione di veri e propri farmaci. Un dato poco conosciuto ma potrebbe mettere in moto ulteriori donazioni.

 

Dunque il plasma è una materia prima preziosa e complessa da gestire rispetto a un farmaco di sintesi chimica. Tra donazione, raccolta, frazionamento, purificazione e confezionamento servono dai 7 ai 12 mesi solo per produrre immunoglobuline. La quantità di plasma raccolto in Europa riesce a soddisfare, secondo le stime, il 63% delle necessità, incrementando il divario tra domanda e offerta di immunoglobuline salvavita. L’Italia, raccogliendo circa 860 tonnellate di plasma ogni anno, riesce a coprire un fabbisogno che per alcuni farmaci estratti dal plasma, come le immunoglobuline, arriva solo al 70%. Per la quota restante deve affidarsi al mercato internazionale.

(Alessandro Malpelo)

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