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Peso forma e autostima, una relazione tutta da scoprire

Secondo ricercatori dell’Università di Cambridge l'indice di massa corporea influenza i nostri stati d'animo

08/02/2024
Crediti ISTOCKPHOTO - Obesità, l’umore fa da zavorra al peso

L’autostima riflette la percezione che abbiamo di noi stessi, la fiducia nelle nostre capacità. Esistono molteplici fattori che possono influenzare l’autostima di un individuo, tra cui il peso corporeo. In questo articolo, esploriamo il nesso esistente tra BMI (Body Mass Index) e psicologia, cercando di comprendere come il peso forma possa influenzare l’autostima di una persona.

 

L’immagine corporea è spesso oggetto di attenzione sociale, specialmente nelle società in cui gli standard di bellezza sono molto incombenti nei media e nella società. Essere considerati sovrappeso o obesi può influenzare negativamente gli atteggiamenti individuali, e così si è elaborato il concetto di peso forma, utilizzato per definire se una persona sia magra, normopeso, sovrappeso o obesa.

 

La nostra epoca viene spesso definita come l’era o la società del disagio, con riferimento a una condizione – sempre più frequente, soprattutto dopo il biennio della pandemia – in cui ci si sente privi di energie, svogliati e facilmente irritabili. Esiste una relazione tra obesità e drastici cali di umore, angoscia e profonda malinconia? E se sì, di che legame si tratta? Su questo tema si sono concentrate alcune recenti ricerche dell’Università di Cambridge.

 

Crisi emotiva

Negli ultimi tempi, alcuni studiosi britannici hanno scoperto che un aumento dei sintomi caratteristici di un simile stato di crisi emotiva potrebbe essere associato a un incremento del peso corporeo, registrato già a partire dal mese successivo alla comparsa dei primi segnali di malessere mentale. I risultati delle indagini sono stati pubblicati da poco su Plos One e, innanzitutto, hanno suggerito l’effettiva presenza di una connessione tra peso e salute mentale.

 

Ognuno dei due fattori influenza l’altro: una conferma arrivata anche da questo studio, che ha ribadito le evidenze rilevate anche da precedenti indagini. Tuttavia la relazione che intercorre tra i due elementi è complessa ed è ancora poco chiara.

 

Indice di massa corporea

Il BMI è l’indice di massa corporea e viene utilizzato negli studi sull’obesità. In base alle loro osservazioni cliniche, hanno commentato i ricercatori britannici: “Le persone con un alto BMI sono già a maggior rischio per quel che riguarda la possibile insorgenza o l’eventuale peggioramento di patologie. Gravi stati di inquietudine e tristezza potrebbero potenzialmente portare la loro salute ad aggravarsi ulteriormente. Monitorare e intervenire su sbalzi di umore e irritabilità nelle persone in sovrappeso o obese potrebbero aiutare a prevenire ulteriori aumenti di peso e essere benefici per la loro salute mentale e per quella fisica”.

 

App

I ricercatori non hanno trovato prove concrete per cui lo stress percepito o l’ansia sarebbero correlati a cambiamenti di peso importanti. Un ulteriore aiuto, in questo senso, potrebbe arrivare dai progressi tecnologici. La coautrice principale dell’analisi, la dottoressa Kirsten Rennie dell’Unità di Epidemiologia del Medical Research Council, ha dichiarato: “Le app sui nostri telefoni rendono possibile per le persone rispondere a brevi domande a casa più frequentemente e per periodi di tempo prolungati, fornendo così molte più informazioni sul loro benessere. Questi tool hi-tech potrebbe aiutarci a comprendere come i cambiamenti nella salute mentale influenzino il comportamento tra le persone con sovrappeso o obesità e offrire modi per sviluppare interventi tempestivi quando necessario”. Secondo alcuni studi precedenti uno stato precario della salute mentale risultava, contemporaneamente, sia una causa che una conseguenza dell’obesità. Il team di Cambridge – ha sottolineato – non ha trovato prove che il peso fosse un elemento predittivo dei sintomi di una crisi e un disagio psico-fisico successivi.

 

L’insoddisfazione per il proprio aspetto fisico può talvolta sfociare in disturbi alimentari come l’anoressia nervosa o la bulimia. Questi disturbi sono spesso caratterizzati da una distorsione dell’immagine corporea, in cui le persone si percepiscono come grasse nonostante il loro basso peso corporeo. Queste nevrosi sono strettamente legate all’autostima e richiedono un trattamento speciale per affrontare sia le questioni fisiche che le sfide psicologiche.

 

L’autostima, in conclusione, si trova a fare i conti anche con l’effetto yo-yo. Il tentativo di raggiungere un indice di massa corporea considerato accettabile può spingere la persona in sovrappeso a impegnarsi in diete estreme o comportamenti disordinati legati all’alimentazione. Tuttavia, quando questi sforzi perdono di vista il risultato desiderato, possono destabilizzare ulteriormente l’autostima di un individuo. L’effetto yo-yo può portare a un aumento dell’insicurezza e dell’insoddisfazione, creando un ciclo negativo che può danneggiare la salute mentale e fisica.