Donare gli organi, un atto di generosità
Spesso il trapianto è l’unica speranza per restituire ai pazienti in attesa una vita piena e una terapia sicura e consolidata

Spesso il trapianto è l’unica speranza per restituire ai pazienti in attesa una vita piena e una terapia sicura e consolidata
La donazione d’organo è atto gratuito, anonimo e solidale per restituire una vita piena a chi è in attesa di ricevere un trapianto, una terapia sicura e consolidata per la cura delle gravissime insufficienze d’organo. Nel 2021 sono stati eseguiti in Italia 3.778 trapianti, grazie a 1.725 donatori; nel 2022 i trapianti in Italia sono stati 3.506, grazie a 1.460 donatori. Rispetto ai paesi europei con una popolazione paragonabile alla nostra, l’Italia si colloca al terzo posto, dopo Spagna e Francia, per numero di donatori di organi da cadavere; nella classifica europea, il nostro paese è davanti a Regno Unito e Germania.
Si tratta di dati che dicono di per sé l’importanza di questa procedura, resa difficile talvolta anche per l’ignoranza di questo atto di eccezionale solidarietà morale. Dopo la morte si possono donare, tra gli organi, il cuore, i polmoni, i reni, il fegato, il pancreas e l’intestino; tra i tessuti, la pelle, le ossa, i tendini, le cartilagini, le cornee, le valvole cardiache e i vasi sanguigni. È possibile indicare la propria volontà presso l’ufficio anagrafe del proprio comune al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, compilando il modulo dell’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (AIDO). Oppure è possibile rivolgendosi alla propria Azienda sanitaria o addirittura si può esprimere semplicemente il proprio consenso su un foglio bianco (con data e firma) da custodire tra i propri documenti personali.
Anche in vita è possibile scegliere di donare organi per trapianti. Si possono donare, nello specifico, un rene e una porzione del fegato; a partire dal 2012, inoltre, è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino, anche se il Centro nazionale trapianti precisa che donazioni di questo genere non sono ancora state effettuate in Italia. Si parla di donazione "samaritana" quando la donazione di rene viene fatta in favore di pazienti con i quali non si ha alcun legame parentale o affettivo.
Inoltre, in vita, è possibile donare le proprie cellule staminali emopoietiche. Si tratta dei precursori dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine, il cui trapianto è fondamentale per il trattamento di molte malattie del sangue, come per esempio la leucemia.
Per poter procedere al trapianto deve esserci compatibilità tra il donatore e il ricevente; una circostanza che si verifica una volta su quattro in ambito familiare (tra fratelli e sorelle, per esempio) e solo una su centomila tra non consanguinei. Per aumentare le probabilità di trovare donatori compatibili sono stati istituiti in tutto il mondo i registri nazionali che "collezionano" le caratteristiche genetiche dei potenziali donatori e garantiscono la ricerca del miglior abbinamento tra donatore e ricevente. Si tratta, in definitiva, di un percorso in cui la generosità di taluni può salvare la vita di tanti in un moto di solidarietà ammirevole.