Benessere

Mangiare un po’ meno allunga davvero la vita

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Un quarto in meno di calorie ogni giorno può davvero regalare anni di vita in più: rallenta l‘invecchiamento, mantiene gli organi interni più vitali e attivi e riduce nettamente i rischi di morte prematura. Quella che sembrava una verità solo empirica ha ora trovato conferme scientifiche nel primo studio a lungo termine sulla riduzione delle calorie in persone sane. La ricerca dell’Istituto nazionale per la salute Usa ha quantificato i benefici di un’assunzione di calorie inferiore del 12 25% rispetto ai pasti regolari. Per chi consuma 2,000 calorie al giorno ciò significa assumerne tra le 240-500 in meno. Il rapporto ha osservato una riduzione del 2-3% nei processi di invecchiamento tra gli adulti che avevano diminuite le calorie consumate quotidianamente del 12%: un dato che si
traduce in un abbassamento del 10-15% dei rischi di morte anticipata. A spiegarlo è Dan Belsky, autore principale dell’indagine e professore di epidemiologia all’università Columbia di New York: «Rallentare l’invecchiamento biologico significa vivere più a lungo e ammalarsi più tardi. Pertanto, la restrizione calorica potrebbe non solo giovare alle persone obese, ma anche alle persone sane».

 

Gli scienziati hanno seguito la salute dei 220 partecipanti (di età compresa tra 26 e 45 anni) al ‘clinical trial’ per due anni, ed ora hanno in programma di continuare l‘analisi per 10 anni. Secondo Belsky, mangiare decisamente meno «ha l‘effetto di indurre una sorta di meccanismo di sopravvivenza nell’organismo, che finisce per ripulire la ‘spazzatura’ intercellulare interna». I ricercatori hanno messo a punto le proiezioni tramite un algoritmo – già sperimentato su 2,000 volontari di studi precedenti – che funziona come uno ‘tachimetro’ per calcolare la velocità di invecchiamento biologico. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Aging, è stata sviluppata misurando i segni dell’invecchiamento come l’aumento della pressione sanguigna e del colesterolo abbinati, grazie a nuove tecnologie, alla misurazione dell’attività genetica nel corpo.

 

I partecipanti sono stati divisi in due gruppi, uno che ha iniziato un regime alimentare ristretto mentre il restante ha continuato a mangiare normalmente. Il primo gruppo di volontari ha iniziato con 27 giorni di pasti in porzioni più piccole, inizialmente guidati da operatori e poi in autonomia, perdendo in genere il 15% del loro peso nel primo anno. Non tutti hanno raggiunto l’obiettivo di ridurre le calorie del 25%. Ma l’analisi del gruppo nel suo insieme ha rilevato che i volontari che hanno ridotto le calorie sono invecchiati dal 2 al 3% più lentamente rispetto alle persone che hanno mangiato normalmente. Coloro che hanno ridotto le calorie di oltre il 10 % sembravano trarne i maggiori benefici, invecchiando circa l’1% più lentamente rispetto a coloro che hanno ridot- to l’apporto calorico di meno. Calen Ryan, co-autore principale dello studio, ci tiene però a precisare che «La restrizione calorica probabilmente non é per tutti. I nostri risultati sono importanti perché forniscono prove da uno studio randomizzato che potrebbe essere possibile rallentare l’invecchiamento umano».

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