Benessere

L’esperto: “Vitamina D importante contro le infezioni”

di
Gloria Ciabattoni
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Vitamina D in primo piano. Alla sua già nota azione nel mantenimento dell’equilibrio di calcio a livello osseo oggi si affiancano, grazie a studi recenti, importanti dati riguardo ai suoi benefici anche in campo extra-scheletrico. Ne parliamo con il professor Andrea Giustina, direttore dell’Unità di endocrinologia dell’Irccs San Raffaele di Milano e ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele. Il professor Giustina è anche Presidente della Fondazione Europea per gli Ormoni ed il Metabolismo, già componente del Consiglio Superiore di Sanità e al primo posto nel ranking mondiale stilata da Ex-pertscape sulle malattie endocrine ossee e sull’Acromegalia.

 

Professore, quali altri aiuti può portare al nostro organismo la Vitamina D?

“Sappiamo da anni che la Vitamina D è indispensabile per la buona funzionalità dell’ apparato muscolo-scheletrico, ma durante la pandemia di Covid-19 abbiamo riscontrato anche altri benefici. Infatti – e sono stati condotti molti studi in tal senso proprio quando la pandemia era in corso – è stato assodato che quando i livelli di Vitamina
D nel sangue erano bassi, l’infezione si è manifestata in modo più grave. Ad esempio lo ha confermato anche, lo scorso anno, la supplementazione di Vitamina D in Gran Bretagna a circa tre milioni di persone, soprattutto
anziani. Stiamo aspettando i risultati di alcuni studi in corso, in Francia, in Gran Bretagna e da noi al San Raffaele, per chiarire il meccanismo che correla le malattie infettive, e Covid in particolare, e la carenza di Vitamina D. Mi riferisco all’effetto protettivo sulle vie respiratorie diquesti pazienti ospedalizzati”.

 

Quindi un supplemento di Vitamina D aiuta nel caso di infezioni respiratorie gravi, Covid compreso?

“È presto per dirlo perché molti pazienti affetti da Covid -19 presentano una situazione clinica complessa, che non riguarda solo la carenza di Vitamina D, quindi non è facile capire quale efficacia possa avere un supplemento di questa vitamina in una fase di Covid già in atto”.

 

Però avere dei buoni valori di Vitamina D può aiutare l’azione del vaccino contro il Covid?

“Ancora è presto per risultati definitivi, anche se ci sono studi in corso, ma possiamo dire che su pazienti con livelli buoni di Vitamina D, il decorso della malattia è stato meno aggressivo. Io credo nella prevenzione, per cui penso che un controllo della Vitamina D unito al vaccino possa ridurre il rischio delle infezioni più gravi, poi naturalmente va
tenuto in considerazione il quadro clinico del paziente”.

 

Anche il livello di calcio nel sangue ha un ruolo importante nei pazienti Covid-19. Mi riferisco a uno studio da lei
coordinato e pubblicato sulla rivista scientifica ’Endocrine’

“Sì, perché un basso livello di calcio nel sangue in pazienti Covid-19, anche se non presentano altre patologie, è un campanello di allarme che potrebbe individuare in anticipo chi è più a rischio con una malattia più severa. E dallo studio dei dati raccolti è emerso come l’ipocalcemia fosse presente nell’80 per cento circa di questi pazienti
ospedalizzati, con un livello di calcio più bassi rispetto ai non ospedalizzati. In pazienti con Covid abbiamo anche evidenziato frequenti fratture vertebrali che rappresentano un indice importante di fragilità e la cui gravità correlava con un aumentato rischio di mortalità”.

 

Si sta svolgendo a Milano – è iniziato il 21 e si concluderà il 24 maggio – ’ECE 2022’ il Congresso Europeo di Endocrinologia

“Sì, e tratto il tema dell’acromegalia, una rara patologia endocrinologica che aumenta il rischio di fratture vertebrali, commentando quanto uscito sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”.

E lei sarà Presidente, con EzioGhigo, dell’ 11° edizione del Congresso Cuem a Torino il 17 giugno

“Sì, infatti quest’anno si svolgerà finalmente di nuovo in presenza questo convegno dedicato a endocrinologia e metabolismo, che darà agli specialisti più esigenti l’ occasione per potersi incontrare di nuovo e scambiare personalmente quanto questo periodo di distanza ci ha costretto a condividere solo virtualmente”.

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