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I piatti gourmet per chi soffre di colite ulcerosa

Anche chi è affetto da malattia infiammatoria cronica intestinale (o Mici) può avere una alimentazione sana e gustosa allo stesso tempo

16/10/2023 - di Olga Mugnaini

Meglio non ordinare una cotoletta fritta al ristorante, ma perché privarsi di un pesce al forno con le patate? Tanti piatti gourmet possono far parte dell’alimentazione quotidiana di chi soffre di colite ulcerosa o malattia di Crohn, perché avere una malattia infiammatoria cronica intestinale (o Mici) non significa dover rinunciare al gusto a tavola. Anzi, la dieta amica dell’intestino può e deve essere varia, bilanciata e buona.  Lo hanno sottolineato gli esperti dell’Associazione Amici Italia in occasione della Terrasini Event Night 2023, evento di beneficienza che unisce scienza e cucina, organizzato dallo chef Giuseppe Costa (ristorante 1 stella Michelin ‘Il Bavaglino’ di Terrasini), insieme ad altri 10 chef che hanno ottenuto la ‘stella verde’ della sostenibilità. L’obiettivo è stato raccogliere fondi a sostegno dell’Associazione e per dimostrare che perfino la cucina ‘stellata’ può essere adatta alle esigenze nutrizionali dei pazienti con Mici.

 

Dalla frutta e verdura ricca di fibre solubili, meglio se cotta e senza buccia, al pesce e carni magre condite con olio d’oliva a crudo, sono tanti i cibi amici del microbiota, l’insieme dei batteri che popolano l’intestino e la cui salute è fondamentale per i pazienti con Mici: senza sottoporsi a restrizioni alimentari inutili, anche i pazienti possono e devono riscoprire il piacere della tavola. «L’alimentazione ha un ruolo cruciale nella gestione delle Mici – spiega Salvo Leone, direttore Generale di Amici Italia –. La colite ulcerosa e malattia di Crohn, l’infiammazione cronica dell’intestino, sono trattabili con una combinazione di terapie mediche, cambiamenti nello stile di vita e strategie alimentari adeguate, perciò una valutazione corretta dello stato nutrizionale e un supporto per le corrette indicazioni alimentari sono imprescindibili. Per chi soffre di colite ulcerosa e malattia di Crohn, adottare una dieta appropriata può fare la differenza tra il benessere e il disagio.

 

Un piano alimentare ben progettato può spesso favorire il recupero e aiutare a prevenire le carenze nutrizionali purtroppo comuni nei pazienti. Per aiutarli nelle scelte a tavola, gli esperti hanno raccolto in un decalogo le ‘regole base’ della dieta nelle fasi in cui le Mici non danno sintomi e gli accorgimenti da seguire in caso di riacutizzazioni. Si tratta di indicazioni generali, che devono essere personalizzate dal medico in base alle esigenze specifiche del singolo paziente. Per individuare i cibi ‘sì’ e quelli che invece favoriscono la comparsa dei sintomi, per esempio, gli esperti di Anmici Italia raccomandano di tenere un diario alimentare, così da capire gli alimenti difficili da tollerare e quelli che invece danno benessere, perché possono essere molto diversi fra i vari pazienti e perché senza fare a sufficienza attenzione è possibile finire per escludere cibi tutt’altro che pericolosi, costringendosi a seguire diete squilibrate, ripetitive, poco sane e gustose.

 

«Rinunciare a intere categorie di alimenti e privarsi inutilmente di alcuni cibi può provocare carenze nutrizionali e perfino portare a galla veri e propri disturbi del comportamento alimentare – aggiunge Maria Cappello del Policlinico di Palermo –. Le raccomandazioni dietetiche sono perciò essenziali per i pazienti con Mici, che in assenza di indicazioni chiare spesso adottano restrizioni senza alcun razionale clinico né basate su evidenze scientifiche, frutto del passaparola o di quanto viene letto sul web e sui social, esponendosi a molti rischi. Le indicazioni devono essere personalizzate e modulate in relazione alla fase di malattia, senza dimenticare che l’alimentazione è anche convivialità, piacere della tavola. È importante che i pazienti non perdano questo aspetto del nutrirsi.”

 

Le regole variano tra fase acuta e fase calma

Ecco il decalogo per la dieta amica dell’intestino per i pazienti con colite ulcerosa o una malattia infiammatoria cronica intestinale, (dette anche “Mici“), consigliato nelle fasi di ‘calma’ della malattia.

1 Preferire le proteine magre del pesce, che fornisce i grassi ‘buoni’ omega-3, e del pollame, cucinate in maniera semplice; sì anche ai tagli magri del manzo e alle uova.

 

2 Assicurarsi un buon apporto di fibre solubili da frutta e verdura, meglio ancora se cotte e senza buccia. Se sono ben tollerate, si può incrementare un po’ l’introito di fibre includendo alcuni cibi più ricchi di quelle insolubili come la frutta secca o i cereali integrali come l’avena.

 

3 Utilizzare sempre l’olio extra-vergine d’oliva come condimento, limitando e se possibile eliminando il burro e altri grassi solidi.

 

4 Scegliere preparazioni semplici, evitando le fritture o le pietanze molto elaborate, dando la precedenza a piatti con un numero limitato di ingredienti. Acquistando cibi al supermercato, assicurarsi che siano privi di additivi come le maltodestrine, i solfiti, il biossido di titanio o di addensanti come la carbossimetilcellulosa e i carragenani, che sono polisaccaridi di origine naturale estratti da alghe rosse riscaldate ad alte temperature e trattate con acidi.

 

5 Bere acqua in abbondanza al posto di bibite zuccherate, alcol e bevande che contengono caffeina come tè o caffè.

 

Nelle fasi acute e con sintomi invece, ecco i consigli:

 

1 Il fabbisogno proteico aumenta nelle fasi di infiammazione: pesce, pollame, manzo in tagli magri possono essere consumati ma senza aggiungere grassi nella preparazione, così come le uova sode o il tofu.

 

2 No ai cereali integrali e ai legumi, sì a pietanze ‘morbide’ che includano fonti di amido con meno di due grammi di fibre per porzione e a vegetali ben cotti, come il purè di patate o le mele cotte, o alla frutta morbida come le banane mature; da evitare i vegetali crudi, la frutta secca e i semi.

 

3 Limitare tutti i grassi a parte l’olio d’oliva, di cui ci si possono concedere fino a otto cucchiaini da tè al giorno.

 

4 Introdurre probiotici e prebiotici, calcio e vitamina D attraverso il consumo di latte scremato e semmai privo di lattosio.

 

5 Mangiare più spesso e porzioni piccole, evitando sempre i cibi che sappiamo possono scatenare i sintomi e ricorrendo a eventuali supplementi su indicazione del medico.