Giornata del Fiocchetto Lilla: una riflessione su anoressia e bulimia

L'insorgenza di disturbi del comportamento alimentare appare correlato al tempo trascorso sui social. Come possibile soluzione al fenomeno è stata messa in piedi in Italia una rete di ambulatori multidisciplinari

16 marzo 2024
Woman checking her body

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare,  si rivela sempre un appuntamento utile “per riflettere su un fenomeno in drammatico aumento in Italia”, come sottolineato da Laura Dalla Ragione, psichiatra Direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Usl1 dell’ Umbria.

 

La psichiatra, che è al contempo docente presso il Campus Biomedico di Roma e direttrice del Numero Verde SOS Disturbi alimentari, ha messo in luce una serie di dati che dovrebbero spingere l’opinione pubblica a riflettere su un problema che interessa in modo particolare i giovani. Le cifre, d’altra parte, parlano chiaro: se nei primi anni 2000 le persone che soffrivano di disturbi alimentari (anoressia, bulimia) nel nostro Paese erano circa 300 mila, oggi sono oltre 3 milioni. Soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti “le diagnosi correlate ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione rappresentano in Italia la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Un fenomeno drammatico che si è aggravato ulteriormente durante la pandemia e i lockdown”, sottolinea l’esperta.

 

Cause, conseguenze e soluzioni

Nel solo 2023 sono stati ben 3.780 i decessi legati a questo tipo di emergenza. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute, inoltre, ogni anno i numeri sono in drammatico aumento: basti pensare che nel 2019 i nuovi casi di Dca intercettati erano stati 680.569, per poi crescere progressivamente fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456.

 

Sovente le cause delle morti sono legate alle complicanze mediche e all’elevato tasso di suicidio nei soggetti colpiti. Per quanto riguarda le conseguenze, invece, si parla molto spesso di depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione degli apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, fino per l’appunto ad arrivare agli esiti più drammatici.

 

Come possibile soluzione al fenomeno, a proposito, è stata messa in piedi una rete di ambulatori multidisciplinari, la cui presenza sul territorio italiano risulta tuttavia ancora troppo disomogenea: delle 126 strutture censite nel 2023 dall’Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero dei centri (63) si trova nel Nord Italia, mentre sono 40 al Sud e 23 al Centro. Inoltre, nonostante il governo attuale abbia deciso di rifinanziare per il 2025 il Fondo nazionale per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione,  “siamo ancora in attesa di vedere i Dca inseriti nei Livelli essenziali di assistenza”, afferma la psichiatra.

 

Il ruolo dei social

Secondo quanto dichiarato dalla dottoressa Dalla Ragione, autrice insieme a Raffaela Vanzetta del libro Social Fame – Adolescenza, social media e disturbi alimentari, uno dei fattori scatenanti dietro a questa emergenza è stata, negli ultimi anni, l’esplosione dei social network, diventati uno strumento di condivisione di informazioni spesso pericolose per la salute dei più giovani.

 

Le autrici hanno voluto sottolineare che oggi “sono a portata di tutti app per il conteggio calorico o il dispendio energetico” e che “anche il semplice utilizzo dei social media ha un’influenza sull’autostima e contribuisce a cambiare l’immagine corporea di chi ne fa uso, determinando un aumento di sintomi depressivi, l’interiorizzazione di ideali di magrezza, pratiche di monitoraggio del corpo”. Alla luce dei fatti, emerge in modo chiaro che “il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati”.