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Giochi creativi stimolano l’intelligenza nell’infanzia

Anche i videogame possono sviluppare abilità nei giovani. La dipendenza è dannosa

26/05/2022

Negli ultimi anni varie ricerche hanno fornito un numero crescente di prove in grado di smentire l’adagio secondo cui i videogame sarebbero un passatempo diseducativo o addirittura dannoso per i più giovani. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports fornisce ulteriori argomenti al riguardo, affermando che i giochi creativi, anche i videogiochi digitali hanno effetti positivi sull’intelligenza, certificati da un aumento del quoziente intellettivo.

Infanzia, media digitali e capacità cognitive

L’indagine, a firma di un team di neuroscienziati del Karolinska Institute in Svezia, ha preso in esame il tempo passato davanti a uno schermo per 9855 bambini, i cui dati erano stati raccolti in uno studio longitudinale sullo sviluppo cognitivo chiamato ABCD Study. I partecipanti, con un’età tra i 9 e i 10 anni e tutti residenti negli Stati Uniti, avevano dichiarato di trascorrere ogni giorno in media 2,5 ore guardando la tv o dei video online; 1 ora giocando ai videogame; mezz’ora navigando sui social media.

Successivamente i ricercatori hanno analizzato le informazioni relative a circa 5 mila di questi soggetti a due anni di distanza. Nel periodo intercorso, i bambini che avevano passato più tempo davanti ai videogiochi avevano registrato un incremento di 2,5 punti del QI rispetto alla media. Il punteggio era stato calcolato con una serie di test standardizzati per valutare, tra le altre cose, la comprensione della lettura, le abilità visuo-spaziali, la capacità mnemonica, la flessibilità del pensiero e l’autocontrollo. Da notare che al contrario dei videogame, né la tv, né l’uso dei social network hanno evidenziato un qualche tipo di impatto sull’intelligenza.

Videogiochi: un toccasana per l’intelligenza?

Lo studio presenta alcuni limiti, tra cui la mancata distinzione tra videogiochi per console o per cellulari e il riferimento esclusivo al territorio statunitense. Tuttavia secondo i ricercatori l’ampiezza del campione e i numerosi parametri presi in considerazione avvalorano comunque le osservazioni, fornendo alcuni preziosi spunti di riflessione. “I nostri risultati supportano la convinzione che il tempo trascorso davanti allo schermo non comprometta in generale le capacità cognitive dei bambini e che giocare ai videogiochi possa effettivamente contribuire ad aumentare l’intelligenza”, ha dichiarato Torkel Klingberg, primo autore della ricerca. L’equipe ha inoltre aggiunto che quanto scoperto rafforza l’ipotesi che l’intelligenza non sia qualcosa di fisso già definito dalla nascita, bensì una funzione condizionata da molteplici fattori, che può evolversi nel tempo.

Klingberg e colleghi hanno sottolineano che viceversa il loro lavoro non dice nulla riguardo ai diversi modi in cui tv, internet e videogiochi potrebbero influenzare la salute fisica e i comportamenti dei bambini. Per questa ragione rimandano tale argomento ad eventuali approfondimenti futuri.