Alimentazione

Funghi, alleati della dieta. Minerali, vitamine e poche calorie

di
Gloria Ciabattoni
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Sono alleati della linea e del benessere: sono i funghi, un’interessante fonte di minerali (come potassio, fosforo, selenio, zinco e manganese) ma anche di vitamine del gruppo B12 (lisina e triptofano) mentre la vitamina A è abbondante nel cantarello. Amici di chi fa una dieta ipocalorica, apportano solo 25 calorie all’etto, circa 4 gr. di carboidrati e 2 o 3 grammi di proteine su 100 gr. di funghi freschi, e sono poverissimi di grassi.

 

Ma se l’apporto calorico è basso, bisogna calcolare che un essicamento comporta la perdita di acqua quindi i valori nutrizionali di un etto di funghi freschi saranno pari a quelli di un chilo di quelli secchi. Sono poi ricchi di acqua, fino al 90 per cento del proprio peso, soprattutto champignon, prataioli e ovuli. Contenendo molte fibre, sono utili per regolare la funzionalità e il transito intestinali.

 

I più pregiati sono i porcini, i galletti o finferli, le mazze da tamburo, l’ovulo (ottimo crudo in insalata), i chiodini, ma anche i funghi coltivati, come gli champignon, hanno buone caratteristiche a livello nutrizionale.

 

I funghi potrebbero essere un ottimo alleato a tavola per mantenere giovane il cervello: infatti uno studio su oltre 600 persone afferma che mangiarne 300 grammi o più a settimana potrebbe addirittura dimezzare il rischio di declino cognitivo, ovvero di quei subdoli deficit patologici delle capacità mentali che spesso rappresentano l’anticamera della demenza. Pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, lo studio è stato condotto da Lei Feng della National University of Singapore, che sta attuando una sperimentazione clinica con una sostanza estratta dai funghi, già nota per le potenziali proprietà anti-invecchiamento e anti-demenza: è l’ ‘ergotioneina’, un amminoacido con funzioni antiossidanti e antinfiammatorie, assimilabile con la dieta.

 

In un precedente studio gli esperti asiatici avevano visto che anziani con declino cognitivo presentano un deficit di questa sostanza nel sangue. Nel nuovo lavoro gli esperti hanno analizzato il rischio di declino cognitivo, confrontando il consumo di sei funghi molto usati nella cucina asiatica (ma non così diversi per proprietà nutritive rispetto ai funghi della nostra tradizione gastronomica). Gli anziani sono stati seguiti per sei anni e sottoposti a batterie di test fisici e neuropsicologici. È emerso che mangiare mezzo piatto di funghi a settimana (300 grammi circa) si associa a un rischio dimezzato di soffrire di declino cognitivo.

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