Benessere

Dopo un infarto o ictus è importantissimo camminare 30 minuti al giorno

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Per le persone che hanno avuto un attacco cardiaco, con conseguente infarto o ictus, camminare 30 minuti al giorno è una pratica importantissima. Perché mette al riparo da un secondo attacco al cuore: un nuovo studio scientifico spiega che chi, dopo aver subito un attacco, cammina, va in bici o fa giardinaggio almeno tre o quattro ore a settimana, vede calare il rischio di morte (per qualsiasi causa) del 54%.
La ricerca, condotta da un team dell’Università di Calgary e pubblicata su Neurology (la rivista medica dell’American Academy of Neurology) ,ha mostrato quale potrebbe essere la routine fisica per avere il maggior beneficio dopo essere sopravvissuti a un infarto o ictus e indica nuove linee guida per la prevenzione dei problemi cardiovascolari.

 

Camminare 30 minuti al giorno dopo un ictus

Lo studio ha esaminato 895 persone con un’età media di 72 anni che avevano avuto un precedente ictus e 97.805 persone con un’età media di 63 anni che non avevano mai avuto un ictus.
È stata valutata l’attività fisica media settimanale calcolando la frequenza e la durata, su un arco di oltre 4 anni.
Il team ha notato che il 25% delle persone che avevano avuto un ictus era poi deceduto per cause diverse, rispetto al 6% delle persone che non avevano mai avuto un ictus.
E nel gruppo con ictus, solo il 15% delle persone che si sono esercitate per almeno tre o quattro ore ogni settimana è morto durante i 4 anni di studio, rispetto al 33% che non ha fatto esercizio o ne ha fatto meno. E fra chi non ha mai avuto ictus, solo il 4% delle persone che ha fatto esercizio per 3-4 ore a settimana è morto nei 4 anni del monitoraggio.

 

Quanto esercizio fisico dopo un ictus

Secondo lo studio, se le persone di età inferiore ai 75 anni conducono questo tipo di attività fisica, il rischio di morte si riduce addirittura dell’80%. Una scoperta interessante, che può aiutare a dettare linee guida sulla prevenzione nel periodo post attacco cardiaco.
L’autore dello studio Raed A. Joundi spiega che “I nostri risultati sono entusiasmanti, perché solo tre o quattro ore alla settimana di cammino erano associate a grandi riduzioni della mortalità, una pratica fatibile per molti membri della comunità con un precedente ictus. Inoltre, abbiamo scoperto che le persone hanno ottenuto un beneficio ancora maggiore camminando sei a sette ore alla settimana. Questi risultati potrebbero avere implicazioni per le linee guida per i sopravvissuti all’ictus in futuro”.
Basta abbastanza poco, insomma, per condurre una vita sana al riparo da nuovi attacchi al cuore, purché si lavori anche sull’informazione sanitaria. “I nostri risultati suggeriscono che una quantità minima di attività fisica può ridurre la mortalità a lungo termine per qualsiasi causa nei sopravvissuti all’ictus”, continua Joundi. “Dovremmo sottolinearlo in particolare ai sopravvissuti all’ictus di età più giovane, poiché possono ottenere i maggiori benefici per la salute camminando solo trenta minuti al giorno”.

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