Medicina

Da herpes a influenza, un legame tra virus e malattie del cervello

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Determinate infezioni virali, dall’influenza all’herpes zoster, sembrano avere effetti indesiderabili sul cervello, e potrebbero aumentare la probabilità di andare incontro a malattie neurodegenerative. A confermare l’ipotesi è una analisi pubblicata sulla rivista scientifica Neuron.

 

NeuroCovid

Le prove dell’impatto cognitivo del Sars-Cov2, detto anche NeuroCovid (amnesie, nebbia psichica, incapacità a concentrarsi), hanno riportato all’attenzione il legame tra infezione virale e patologie neurologiche invalidanti. Ricercatori del National Institutes of Health inglese hanno intrecciato i dati delle cartelle cliniche della banca dati finlandese con quella del Regno Unito.

 

Indagine

Scandagliando i fascicoli sanitari i ricercatori hanno trovato quasi 26mila persone che avevano una malattia cerebrale e sono emersi 45 casi in cui è stata trovata una associazione tra infezione e malattia neurodegenerativa (senza peraltro approfondire veri e propri nessi di causalità). In particolare, l’influenza con polmonite è risultata essere associata a una maggiore presenza di Alzheimer, Sla, Parkinson e demenza.

 

Leggi anche: le onde cerebrali mutano con l’invecchiamento

 

Sclerosi multipla

Anche l’encefalite causata dal virus varicella-zoster è stata indagata, risulta associata a più malattie neurodegenerative. Inoltre sono state trovate associazioni tra virus herpes simplex e Alzheimer, tra Papilloma Virus Umano (Hpv) e demenza, tra epatite e Alzheimer, tra virus Epstein-Barr e sclerosi multipla, tra virus Epstein-Barr e demenza.

 

Nervi periferici

Circa l’81% dei virus risulta capace di attaccare il sistema nervoso centrale attraverso i nervi periferici o attraverso il sangue, aumentando il rischio di infiammazione cerebrale. Tuttavia sono disponibili, ricordano i ricercatori, vaccini efficaci per diverse infezioni, come influenza, varicella-zoster e polmonite, che possono ridurre la trasmissione e la carica virale, prevenendo la reattività immunitaria e contribuendo a preservare l’efficienza dei circuiti cerebrali.

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