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Colesterolo alto e sovrappeso: attenti al deficit cognitivo

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Ipercolesterolemia, un termine che mette in relazione rischio cardiovascolare, stili di vita, alimenti e genetica. Un convegno a Milano con i cardiologi Anmco ed esponenti della Regione Lombardia ha approfondito questi concetti. Ricercatori australiani dell’ Heart Institute hanno individuato, per primi al mondo, un legame fra l’elevato tasso di colesterolo e il rischio accresciuto di demenza e deficit cognitivo. Ogni anno in Europa si registrano oltre 4 milioni di decessi per malattie cardiovascolari, di cui oltre 224mila in Italia e circa 47mila di questi sono imputabili al mancato controllo del colesterolo, uno dei fattori di rischio più rilevanti a carico di cuore e arterie.

 

Con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sui rischi correlati al colesterolo Motore Sanità, nell’ambito dei programmi divulgativi rivolti alla collettività, ha organizzato un ciclo di incontri nelle regioni, l’ultimo dei quali a Bologna, per finire poi con la tappa conclusiva, di carattere più generale, che si è tenuta a Milano, Palazzo Pirelli, dal titolo PNRR, ipercolesterolemia, rischio cardiovascolare, tra bisogni irrisolti, innovazione e nuove necessità organizzative. All’evento hanno partecipato anche esponenti istituzionali e politici della Regione Lombardia. I livelli di colesterolo dipendono dalle abitudini di vita, dalle scelte alimentari, e sono fortemente influenzati dalla genetica.

 

Prevenzione

Fabrizio Giovanni Oliva, direttore struttura complessa Cardiologia1 Emodinamica, Ospedale Niguarda Milano, ha sottolineato che le malattie cardiovascolari determinano una disabilità in chi sopravvive a un ictus o un infarto, fondamentale sia la prevenzione primaria, che interviene sugli stili di vita e fattori di rischio modificabili, sia la prevenzione secondaria che riguarda chi ha sofferto di una malattia cardiovascolare e trascura i trattamenti farmacologici.

 

Durante la pandemia, ha precisato da parte sua Furio Colivicchi, presidente Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) sono peggiorati gli stili di vita: sono più numerosi di prima i fumatori, è aumentata la tendenza alla sedentarietà (anche per via dello smart working), idem per quanto riguarda l’incidenza dell’obesità e del sovrappeso. Fattori che, nel tempo, possono recare un danno al cuore.

 

Leggi anche: Colesterolo, valori sballati 8 volte su 10

 

Nonostante il parametro della misurazione del colesterolo sia molto semplice, il dato italiano sull’impatto dovuto alla ipercolesterolemia conferma le criticità, ha spiegato Giuseppe Di Tano, dirigente medico a Cremona e presidente Anmco Regione Lombardia. Si calcola che l’80% dei pazienti affetti da ipercolesterolemia faccia molte fatica a raggiungere i livelli di colesterolo LDL raccomandati dalle linee guida internazionali, nonostante l’assunzione di terapie ipolipemizzanti, e rimane un rischio maggiore di sviluppare inconvenienti come infarto o ictus.

 

Terapie

Oggi sappiamo che esistono trattamenti in grado di rispondere alle esigenze di cura insoddisfatte, a maggior ragione nei soggetti a più alto rischio. Ecco lo scopo di iniziative mirate attraverso campagne di sensibilizzazione, come quella di Motore Sanità, volte ad accrescere la consapevolezza nei pazienti e negli specialisti.

 

Leggi anche: Ecco i farmaci che abbassano il colesterolo

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