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Alla scoperta dei nuovi superfood

Le proprietà della chlorella, gli utilizzi della polpa delle fave di cacao, e perfino il caffè fatto coi funghi

22/01/2024 - di Gloria Ciabattoni

Continua a crescere l’interesse dei consumatori verso quei superfood, provenienti da agricoltura biologica certificata, che, in quanto crudi, o comunque non sottoposti a lunghi processi di manipolazione, preservano tutte le loro virtù nutrizionali. Secondo il portale ’CiboCrudo’ questi alimenti sono ricercati da chi segue una la filosofia vegana, crudista e biologica, ma anche da chi soffre di allergie o intolleranze (ad esempio al glutine) e da quei consumatori che, pur non seguendo restrizioni alimentari, sono convinti che il benessere si conquista anche a tavola.

 

Cosa mangeremo per stare bene viziando anche il palato? Mentre il 2023 è stato l’anno delle alghe, dei semi più disparati e delle erbe ayurvediche, nella dieta degli italiani nel 2024 stanno facendo il loro ingresso frutti insoliti, nuovi grani antichi e alternative al caffè a base di funghi. Prosegue il trend del cibo verde e: ormai abituati ad avocado, tè matcha e (da ultima) alla moringa, ora entra in scena la chlorella, alga verde unicellulare che cresce in acqua dolce. È invisibile a occhio nudo, ma la ricchezza dei suoi nutrienti è chiarissima: fonte proteica completa, oltre a ferro, vitamina C e preziosi omega-3. Viene scelta da chi vuole aiutare l’organismo a depurarsi, rafforzare la funzione immunitaria e abbassare il colesterolo, tenere sotto controllo la pressione, ridurre i livelli di glucosio nel sangue e aumentare la resistenza fisica.

 

Come usarla? Basta sciogliere mezzo cucchiaino di polvere di chlorella in un bicchiere d’acqua, magari aggiungendo il succo di mezzo limone e qualche foglia di menta fresca per avere un drink bello e buono, oppure un verdissimo e goloso smoothie, in cui aggiungere banane, zucchero di canna e yogurt. Se i più attenti a un’alimentazione sana hanno già da tempo inserito nella propria dieta il burro di cacao come alternativa ai grassi animali, ora arrivano altri componenti del cacao: la polpa di questo frutto da sottoprodotto (normalmente si usano solo le fave) sta diventando una risorsa per i marchi alimentari, che la useranno sempre di più per produrre acqua di cacao, gelatine e marmellate.

 

Anche per il caffè c’è chi cerca alternative: se abbiamo visto fare capolino l’erba di orzo e quella di grano, il trend in arrivo dagli States vede affermarsi il mushroom coffee, il caffè fatto con i funghi. Si tratta di infusioni con polveri di funghi funzionali che vengono mescolati con spezie (e magari anche caffè vero e proprio). Le varietà più comuni utilizzano il reishi, il chaga, ottimo per gli effetti antiossidanti e antinfiammatori e perché aiuta a tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue e il colesterolo cattivo, – il cordyceps e il cardoncello.

 

Dal continente africano arriva un ingrediente fino ad oggi sconosciuto ai più, il Teff, un cereale privo di glutine: base nella cucina etiope, è ricco di proteine, fibre, calcio, ferro e manganese; è fonte di rame, magnesio, potassio, fosforo, zinco, selenio e lisina, un aminoacido spesso carente in altri cereali. Ha un indice glicemico relativamente basso e può essere utilizzato per preparare zuppe e porridge, aggiunto ai prodotti da forno (come farina) o per preparare l’injera, il tradizionale pane usato come base per lo zighinì. Dal cereale africano ai grani antichi: a quelli tradizionali si affianca il grano saraceno, che pur grano non è – è una poligonacea – ma è un autentico superfood, ottima fonte di proteine, carboidrati e fibre ed è privo di glutine. Ingrediente tradizionale dei soba noodles, si può trovare sempre più spesso anche nelle bevande a base vegetale, nei crackers e nei muesli, e può essere portato a tavola anche come cous cous.

 

Arriva anche l’amaranto: grano antico ricco di sostanze nutritive, è una fantastica fonte di fibre, proteine, manganese, magnesio, fosforo e ferro. Può essere cucinato come un cereale, preparato come popcorn o utilizzato in pasticceria come farina senza glutine.