Triplice omicidio Roma, ipotesi serial killer: tracce di Dna e messaggi in chat

Non c'è ancora un identikit dell'uomo, ma si pensa a un italiano. Si cerca l'arma dei delitti nei cassonetti vicino a piazzale Clodio, al vaglio le immagini del sistema di sicureza installata nella casa della prima vittima. Forse un'azione premeditata

Martha Castano Torres, la 65enne uccisa in via Durazzo a Roma

Martha Castano Torres, la 65enne uccisa in via Durazzo a Roma

Roma, 18 novembre 2022 – Tracce di Dna e messaggi in una chat di incontri usata da Martha Castano Torres per agganciare i clienti. Sono gli indizi che potrebbero incastrare a breve il serial killer dei Prati, la fuga del misterioso uomo potrebbe avere le ore contate. Il modus operandi dei tre omicidi, del tutto simili tra loro, potrebbe far supporre ad una azione premeditata. Gli inquirenti stanno ascoltando diversi testimoni, ma nessuno è riuscito a fornire un identikit dell'uomo. Potrebbe essere un italiano, questo perchè le lucciole cinesi lavoravano solo con uomini italiani. Secondo i criminologi, potrebbe essere un soggetto pericoloso e colpire ancora: è una corsa contro il tempo per fermarlo. 

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Al vaglio degli inquirenti ci sono alcune tracce del Dna presenti sui corpi delle donne e negli appartamenti, teatro degli omicidi. Reperti biologici che sembrano appartenere all'assassino: anche perché, prima di uccidere, ha consumato un rapporto sessuale con la 65enne colombiana e si è appartato con la 25enne cinese, in quest'ultimo caso non è ancora chiaro se l’abbia uccisa prima o dopo la prestazione a pagamento. Si passano al vaglio i filmati delle telecamere, l'appartamento della prima vittima - la 65enne colombiana - era dotato di un sistema di videosorveglianza interna. Sequestrati i filmati. 

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Si cerca l'arma dei delitti

Al momento, le due vittime asiatiche – con ogni probabilità cittadine cinesi – non sono state identificate e si sta verificando anche la proprietà dell'appartamento di via Riboty. I pm di Roma hanno affidato alla polizia una serie di verifiche e l’attività istruttoria con l'ascolto di numerosi testimoni che però non avrebbero fornito un identikit dell'aggressore. Nessuna traccia anche dell'arma utilizzata – si pensa a uno stiletto, un pugnale molto appuntito – e in questo ambito si stanno passando al setaccio anche i cassonetti dell'immondizia presenti nella zona di piazzale Clodio, dove si trova anche la procura, così come le telecamere di sicurezza.

La chat

Da una chat presente in una piattaforma online utilizzata da Martha Castano Torres, colombiana di 65 anni, per gli appuntamenti con i clienti potrebbe arrivare l'identità del killer che l'ha uccisa ieri in via Durazzo a Roma. È la speranza degli inquirenti che hanno avviato l'analisi anche sui cellulari delle tre vittime per verificare i contatti avuti prima dei delitti avvenuti a brevissima distanza l'uno dall'altro.

La dinamica 

Il killer ha ucciso prima Marta Castano Torres, la 65enne colombiana pugnalata la torace nel quartiere romano di Prati. L'aggressione mortale sarebbe avvenuta in un seminterrato di via Durazzo 38 nel corso di un rapporto sessuale. A distanza di poco tempo è avvenuto, poi, il duplice delitto al primo piano di via Riboty. Chi indaga avrebbe ricostruito quanto avvenuto al primo piano dello stabile che confina con piazzale Clodio.

L'uomo si è appartato con una ragazza per avere un rapporto durante il quale l'avrebbe aggredita. Sentendo il trambusto, la seconda donna presente sarebbe intervenuta per bloccarlo, ma il killer l'ha accoltellata a morte. In quel frangente l'altra ragazza ha tentato la fuga ma è stata raggiunta sul pianerottolo e colpita a morte. Il serial killer è poi fuggito, lasciandola nuda e agonizzante sul pianerottolo.

L'arma del delitto: uno stiletto

Potrebbe essere stato uno stiletto, un pugnale a lama lunga e acuminata, l’arma usata per uccidere Marta Castano, la donna di 65 anni trovata senza vita in un seminterrato di via Durazzo, nel quartiere Prati. La prostituta colombiana sarebbe stata colpita al torace nel corso di un rapporto sessuale. È ancora da capire se sia stato usato lo stesso stiletto per assassinare anche le due donne cinesi, morte ieri mattina in palazzo nella stessa zona di Roma, in via Riboty.

Si fa largo l’ipotesi di un serial killer: un caso, questo, che farebbe temere per altre violenze in giro per la città. Come quelle che hanno portato al triplice omicidio, consumato in poche ore a meno di un chilometro l’uno dall’altro. Ferite alla gola, al torace e alla schiena sono riscontrate sui corpi delle due vittime: una è stata ritrovata nuda sul pianerottolo, immersa in una pozza di sangue, l’altra all’interno del bilocale che sarebbe stato usato dalle lucciole come casa d'appuntamento.

Le indagini

Verrà affidata nelle prossime l'autopsia sui corpi delle tre donne uccise ieri a coltellate nel quartiere Prati. I pm della Capitale hanno formalmente aperto due fascicoli per omicidio volontario aggravato. L'esame autoptico punta anche a chiarire se le ferite mortali sul corpo delle tre vittime siano state inferte con lo stesso tipo arma. Il killer potrebbe avere le ore contate, la svolta potrebbe arrivare dagli accertamenti sui tabulati telefonici delle tre prostitute e le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.

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Un serial killer in giro per Roma?

Si è concluso nella serata di ieri il sopralluogo del pm negli appartamenti dove sono state uccise le tre donne. L'attività rientra negli accertamenti avviati per cercare di ricostruire la dinamica di quanto avvenuto. In base a quanto si apprende la donna di origini colombiana, uccisa in un seminterrato di via Durazzo, sarebbe stata colpita con una arma da taglio forse nel corso di un rapporto sessuale. Sul corpo delle due cittadine cinesi, uccise in via Riboty, sono stati individuate ferite alla gola, al torace e alla schiena. saranno le autopsie sui corpi delle tre vittime a chiarire meglio i contorni del giallo: quando sono morte e come, sono gli elementi chiave sui quali si svolgeranno le ricerche del killer. 

Il primo allarme è scattato tra le 10.30 e le 11 di ieri mattina in via Riboty, dove il portiere del palazzo al civico 38 – dove era in corso un trasloco – scendendo le scale si è ritrovato davanti il corpo nudo e senza vita di una ragazza sul pianerottolo. “Usciva tantissimo sangue dalla testa, credo sia stata sgozzata. Il sangue era tantissimo come se l'omicidio fosse stato ultimato sul pianerottolo”, ha raccontato un avvocato che lavora nello studio al piano terra del palazzo. “Le due donne sono state uccise tra le 10.30 e le 11. Lo so per certo perché mi hanno portato la cucina e ho salito le scale a piedi fino al nono piano, dove si trova l'appartamento in cui mi sto trasferendo”, spiega il giornalista che sta traslocando nel palazzo.

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