Venerdì 19 Aprile 2024

Pd, Crisanti: “Fuori la politica dalle nomine del sistema sanitario”

Ssn allo stremo torni nelle mani di cittadini. Nuovo disegno legge per una governance in Sanità competente e indipendente dalle Regioni. Sulla Calabria, Irto: “Più che competenza, premiato profilo politico”. Ass. studenti: “Bene”

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti

Roma, 8 giugno - Cambiare la procedura di nomina dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale per renderlo più snello, efficiente e trasparente: è questo il disegno legge presentato oggi dai senatori Pd Andrea Crisanti e Nicola Irto. Durante la conferenza tenutasi oggi in Senato i parlamentari hanno presentato insieme un possibile pacchetto di modifiche all’attuale decreto legislativo 171/2016. L’obiettivo: restituire la gestione del Sistema sanitario nazionale ai cittadini, separandolo dalla politica. In altre parole: fuori la politica dalle nomine della sanità per un cambio di gestione radicale, ridistribuzione delle risorse tra pubblico e privato e prevenire infiltrazioni mafiose.

Sanità allo stremo, una conseguenza della mala gestione

Secondo Crisanti ed Irto, i problemi della sanità pubblica odierna derivano dal controllo della politica sul sistema sanitario. Il Ssn, infatti, fa riferimento ad una legge (4 agosto 2016) che attribuisce ai Presidenti delle Regioni il potere di nominare direttori generali, sanitari e amministrativi delle Unità sanitarie locali. Tale catena di comando, evidenziano il promotore del disegno Andrea Crisanti e il cofirmatario Nicola Irto, si basa unicamente sul decisore politico, escludendo le reali esigenze di medici, operatori sanitari e dei pazienti stessi. Un conflitto d’interessi che cozza con un buon sistema sanitario. Oggi, spiegano i senatori dem, gli effetti di questa governance basata sul potere decisionale politico sono ben chiari. Il sistema sanitario è allo stremo: tra liste d’attesa infinite, Pronto soccorso affollati e carenza di medici, le conseguenze di una sanità manchevole sono sotto gli occhi di tutti i cittadini che la sperimentano quotidianamente. I problemi, spiega Crisanti, sono ben evidenti sotto gli occhi di tutti: “Aziende sanitarie commissariate, deficit di otto miliardi, sottofinanziamenti accumulati per oltre sette miliardi l’anno, infiltrazioni malavitose”. Tra le principali conseguenze di un Ssn che non funziona c’è l’acuirsi del divario tra ricchi e poveri, dove chi ha un reddito basso vive in media 5 anni in meno rispetto ad un benestante. Si tratta di una diseguaglianza sociale inaccettabile per una sanità pubblica, che merita e necessita di essere tolta dalla politica e restituirla ai cittadini: la gestione della sanità deve andare nelle mani di dirigenti scelti da rappresentanti di medici, del personale sanitario, delle associazioni di malati e dei consumatori, che sia competente e indipendente. Per far si che la sanità pubblica non diventi al 100% privata e che vengano garantiti i diritti assistenziali ai cittadini,“occorre iniziare dai dirigenti. Da qui, la proposta che interviene sulla legge 2016 - spiega Crisanti - Un disegno di legge che separi nettamente i compiti della politica, ossia indirizzo e controllo, e quelli della sanità, ovvero la gestione”.

Cosa prevede il disegno di legge n.719

La ratio del disegno legge è ben chiara: scegliere i dirigenti della Sanità in modo indipendente dal presidente di Regione. Secondo i senatori, è giusto che la politica svolga il suo compito di indirizzo. La politica deve indirizzare la sanità in un terreno dove non proliferi diseguaglianza sociale e criminalità organizzata. Ma non può gestire: quello è compito di medici, operatori, addetti ai settori nonché rappresentante dei pazienti. Non si tratta di costituire un nuovo centro di potere, ma una rete di relazioni funzionale e che riparta dai contribuenti, “i principali ‘stakeholder’ del sistema sanitario”. Nicola Irto porta la propria esperienza personale, quella del sistema sanitario calabrese. “Le persone non devono essere premiate per il profilo strettamente politico, ma per la competenza”. E sottoscrive: “Bisogna alzare l’asticella della trasparenza, perché nella sanità si annodano interessi giganteschi e infiltrazioni criminali) e, considerando dati drammatici della mia Regione, della competenza”. La legge si scontra anche con la proposta Calderoli per una autonomia differenziata. “Noi puntiamo ad un sistema nazionale”, dove se una cosa funziona in Lombardia deve funzionare anche in Calabria. I senatori commentano anche l’intramoenia, “una zona d’ombra” nel sistema sanitario pubblico. Commenta Crisanti: “Se non toglie orario di lavoro e portano risorse agli ospedali è un valore aggiunto. In un mondo ideale dovremmo pagare il doppio medici ed infermieri, e l’intramoenia non dovrebbe essere necessario”. Il senatore dem sottolinea come a fronte del 85% di budget delle Regioni vada alla Sanità, per questo è importante che ci sia una gestione competente e trasparente: “Non siamo contro il privato, ma non deve competere con il pubblico”. In Italia, evidenzia Crisanti, “Il sistema sanitario privato prende più risorse del pubblico. C’è da chiedersi perché accade e andare a verificare il rapporto tra pubblico e privato, come si articola nelle diverse Regioni e omogeneizzare le risorse”.

Caposaldo del Partito democratico

All’interno del partito dem, Andrea Crisanti ha spiegato che “il progetto punta a tenere saldo il caposaldo del partito democratico”, caposaldo fisso della sanità pubblica. “Mi auguro il Pd ci segua, il Pd ha a cuore la lotta alle diseguaglianze. Stiamo elaborando proposte nel partito. Per il disegno ci confrontiamo con la direzione”. E aggiunge Irto: “L’iter parlamentare è complesso, ma sarà un iter di confronto e miglioramento. Ma è bello così: magari si usasse di più”.

Riscontro positivo dai cittadini

È alto il consenso dei cittadini, a partire dalla petizione lanciata su change.org lo scorso 17 maggio che ha già raccolto circa 100 mila firme.

Il sì arriva anche dall’Associazione nazionale studenti presente in Senato che, a nome di tutti gli iscritti alle facoltà di  Medicina, apprezza la proposta. “Volevamo ringraziare a nome di tutta l’associazione perché se ci saranno miglioramenti in amministrazione, questi si rifletteranno anche su di noi studenti”.

Anche il segretario generale della Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia Elisabetta Iannelli: “Interessante passo per tutelare la sanità, per le patologie gravi come oncologica può fare differenza”. E sottoscrive: “Non c’è bisogno di investimenti, ma migliore organizzazione a parità di risorse”.