M5S, ecco la lista dei ministri in caso di vittoria

Nomi di spessore che, tuttavia, non hanno creato entusiasmo all'interno del Movimento. Bagatta a Di Maio: "Non sarò ministro dello Sport". Chi sono Lorenzo Fioramonti e Sergio Costa

Luigi Di Maio, ecco la lista completa dei ministri a 5 stelle (Imagoeconomica)

Luigi Di Maio, ecco la lista completa dei ministri a 5 stelle (Imagoeconomica)

Roma, 27 febbraio 2018 - Non avrebbe voluto fare un nuovo strappo, ma alla fine l'entusiasmo ha ceduto alla prudenza e così Luigi Di Maio ha inviato via mail la lista completa del suo prossimo, ipotetico, governo al Quirinale. La decisione di non tornare a bussare alle porte del Colle per consegnare di persona l'elenco, nel segno di "una cortesia istituzionale", è maturata per evitare di mettere a disagio il Capo dello Stato, dal momento che dei ministri si comincerà a parlare solo durante le consultazioni. Mosse felpate, dunque, tutte volte ad accreditarsi come forza di governo e non 'anti sistema'; si tenta, insomma, di far dimenticare a quelle istituzioni che tra breve potrebbero aprire le porte di Palazzo Chigi ai 5 stelle, che i grillini sono sempre gli stessi che gridarono al colpo di Stato quando Napolitano fu eletto per la seconda volta Presidente della Repubblica o che ancora rivendicano i 'Vaffa Day' come giorni di fondazione del Movimento. Ma per accreditarsi come forza istituzionale sia agli occhi del Capo dello Stato sia all'esterno bisogna dimostrare di avere nomi in grado di sostenere, senza opacità, un programma 'rivoluzionario'.

Così, mentre già si parla di possibili candidati per la presidenza di una delle due Camere in caso di vittoria come primo partito (per il Senato Danilo Toninelli e Gregorio De Falco, per Montecitorio Emilio Carelli oppure Roberto Fico, elemento di congiunzione, quest'ultimo, con l'ala sinistra dell'emiciclo futuro), ecco che la lista dei ministri inviata al Colle tenta di dipanare ogni ombra sulla serietà istituzionale del Movimento.

C'è Alfonso Bonafede alla Giustizia, oltre a Sergio Costa, il generale dei carabinieri già indicato all'Ambiente, Lorenzo Fioramonti per lo Sviluppo economico e Vincenzo Spadafora, fedelissimo di Di Maio ed ex Unicef, all'Infanzia. Alla meritocrazia (o Rapporti con il Parlamento, si vedrà) c'è Riccardo Fraccaro, al Welfare Pasquale Tridico, e Nathalie Tocci, direttrice dell'istituto Affari internazionali, per la Farnesina.

Ancora: Andrea Roventini all’Economia e Pierpaolo Sileri alla Salute. Andrea Roventini è un economista dell’Istituto Sant’Anna di Pisa. Il chirurgo Piepaolo Sileri divenne noto alle cronache nel 2016 per aver registrato segretamente un colloquio con il Rettore dell’Università di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, che gli prospettava vantaggi professionali in cambio del ritiro di un ricorso presentato al Tar. Nathalie Tocci (una delle tre donne che nelle intenzioni del M5S dovrebbero ricoprire i tre ruoli chiave di Esteri, Interni e Difesa) è attualmente direttrice dell’Istituto Affari Internazionali. Pasquale Tridico, tra le altre cose, è professore di Politica Economica a Roma Tre e da sempre vicino al Movimento. E, in ultimo, Alessandra Pesce, un'altra donna, al ministero dell’Agricoltura: è stata a lungo dirigente del ministero e capo della segreteria tecnica del vice ministro all’Agricoltura Andrea Olivero. E al ministero della PA Giuseppe Conte, professore di Diritto Privato nonché presidente della commissione del Consiglio di Stato che si è occupata del caso di Francesco Bellomo.

Nomi di spessore che, tuttavia, non hanno creato entusiasmo all'interno del Movimento. Soprattutto, in queste ore crescono i malumori tra i parlamentari uscenti tenuti all'oscuro dei tasselli di cui si compone l'Esecutivo a guida Luigi Di Maio. Estromessi dalle scelte deputati e senatori (entranti e uscenti) ignoravano del tutto la squadra di governo, tanto da prender parte loro stessi al 'toto-ministri', oltre a chiederne notizie ai cronisti. Una situazione che sta snervando molti in casa 5 Stelle. "Ricordate quando le decisioni le prendevamo in assemblea? - chiede qualche parlamentare - addirittura in streaming. Persino il nome di Di Maio alla presidenza della Camera uscì così, dalla graticola in diretta streaming. Ora siamo tenuti all'oscuro di tutto, roba da non credere...".

Ma non sono solo le 'bocche cucite' dei pochi a conoscenza della lista - che già oggi potrebbe arrivare al Quirinale - a creare mal di pancia. In tanti puntano il dito contro una squadra che si comporrà per lo più di tecnici. "Malgrado Di Maio parli di gente che decide con la testa e col cuore - diceva ieri un senatore - sempre di tecnici parliamo, esattamente il tipo di governo che un tempo contrastavamo. Dove è finito il Movimento di Grillo che voleva alla guida del ministero dell'Economia una madre con tre figli a carico?".

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A pochi giorni dal voto il nervosismo è alto, complice il fatto che in molti ambivano a far parte della squadra con cui i 5 Stelle vorrebbero guidare il Paese. E Di Maio, diventato capo politico del Movimento, è visto sempre più lontano da parte dei suoi ex colleghi. In tanti, in questi giorni, gli hanno scritto sms, ma lui ai più non ha mai risposto. "Sarà pure impegnato in tv e in campagna elettorale - si sfoga al telefono qualche parlamentare - ma siamo tutti in giro a far comizi e il tempo per le dirette Instagram con Di Battista lo trova eccome". I malumori al momento sono tenuti sotto traccia, tanto più che alcuni rischiano il seggio. Ma i dissidi potrebbero esplodere dopo il 4 marzo, soprattutto se le cose non dovessero andare come Di Maio ha progettato.