
È stata la violinista Alessandra Sofia Romano, originaria di Macchiagodena, in provincia di Isernia, a fare risuonare le note del...
È stata la violinista Alessandra Sofia Romano, originaria di Macchiagodena, in provincia di Isernia, a fare risuonare le note del violino di Eva Maria Levy, una ebrea deportata da Torino ad Auschwitz Birkenau dove è morta e dove il fratello Enzo ha ritrovato lo strumento per poi lasciarlo da un antiquario torinese prima di togliersi la vita, nel 1958.
Dentro alla cassa armonica Enzo aveva nascosto un biglietto su cui era stato appuntato un numero di matricola come quelli impressi sulle braccia dei deportati. Sarà, anni dopo, Carlo Alberto Carutti, appassionato di oggetti rari, a scoprire il segreto di quel violino e ad affidarlo ad Alessandra Romano affinché, con la musica, desse voce a Eva Maria e alle tante vittime della cieca furia nazista e dei loro alleati.
Lo ha raccontato la stessa Romano con un videomessaggio inviato alla Prefettura di Isernia per il Giorno della Memoria. Il violino di Auschwitz è entrato così a far parte della schiera di strumenti musicali che costituirono in quei tragici giorni l’unico alleato per i deportati, unico appiglio di bellezza in un contesto di totale assenza di umanità.