Esistono scandali di serie A e scandali di serie B. E se anche quelli di serie B sono molto più inquietanti di quelli di serie A, saranno questi a prevalere mediaticamente. Prendiamo il caso di Maria Rosaria Boccia. Scopriamo che è riuscita a infilarsi in una serie di piccole iniziative che lei – con indiscutibile capacità – è riuscita a trasformare in eventi in grado di accreditarla progressivamente fino ad arrivare al ministro della Cultura. Gennaro Sangiuliano le promette e poi ritira un accreditamento come consulente senza retribuzione per i Grandi Eventi, ma il pasticcio è grosso e il ministro deve dimettersi.
Storia chiusa? Tutt’altro. Quello che avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo di una storia diventa la prefazione di un sequel potenzialmente infinito. Sangiuliano va in televisione e con una scelta coraggiosa e controversa dichiara di aver avuto un rapporto sentimentale con Boccia, tale da rendere improponibile per conflitto d’interessi la formalizzazione dell’incarico. Nella storia di situazioni come questa, è la donna a denunciare e l’uomo importante a negare fino a quando è possibile.
Qui il mondo si è capovolto. Che ragione avrebbe avuto il ministro di inventare una vicenda che l’ha costretto alle dimissioni? Eppure Boccia va in prima serata in una importante televisione commerciale e i due conduttori non riescono a farle ammettere di aver avuto la storia. Non la nega nemmeno. Scivola, conduce il gioco, trasforma la trasmissione in una opportunità di rilancio. (Per questo fin da lunedì scorso ho detto che non avrei chiesto di intervistare la signora per non diventare un suo strumento di giochi poco chiari).
I giornali antigovernativi inzuppano il pane in questa storia, i social fanno festa (è appena uscito negli Stati Uniti uno studio sulla loro micidiale capacità di condizionare la nostra vita). Cominciano allusioni sui rapporti tra Boccia e il ministro Lollobrigida. Entrambi chiariscono di essersi incontrati una sola volta e vengono pubblicate le due righe di formali ringraziamenti di lui a lei per l’evento in questione, ma si continua a speculare sulla storia facendo circolari sviluppi impensabili.
Ancora un giorno e martedì scorso l’intervista di Boccia da Bianca Berlinguer su Rete 4 salta perché la signora voleva conoscere le domande in anticipo. Esce, non si sa come, il nome di Arianna Meloni, sorella di Giorgia, segretaria politica di FdI e moglie appena separata di Lollobrigida. Arianna avrebbe impedito la sottoscrizione del contratto Boccia/Sangiuliano? Piuttosto surreale, ma intanto c’è altra merce avariata da mettere nel frullatore. Sangiuliano, Lollobrigida, Arianna Meloni. Ci fermiamo qui?
C’è intanto uno scandalo infinitamente più inquietante di cui nessuno parla. Secondo la procura di Perugia, il tenente della Finanza Pasquale Striano, d’intesa con il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati, ha visionato illegalmente decine di migliaia di posizioni sensibili lavorando d’intesa e qualche volta su mandato di giornali d’opposizione.
A marzo il verminaio era stato scoperto su denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto, una delle vittime dei dossier. Lo scandalo è gigantesco, a Striano non fu sequestrato nemmeno il cellulare consentendogli di muoversi come volesse, in settembre la procura di Perugia ha chiesto l’arresto (domiciliari) per Striano e Laudati ma il Gip lo ha negato. Vedremo tra dieci giorni il tribunale del Riesame, ma una riflessione è d’obbligo.
Il partito di Giorgia Meloni sfiora il 30 per cento dei voti nel primo sondaggio a tre mesi dalle Europee. Quattro punti sopra le elezioni politiche di due anni fa, uno sopra le Europee di giugno. The Parliament, un autorevole mensile anglobelga specialista in analisi comunitarie, la mette in copertina come kingmaker della nuova Europa. Al di là dei mal di pancia di questo o di quello, la coalizione italiana è la più stabile tra i grandi Paesi. E noi andiamo dietro alle Boccia sperando che dopo le dimissioni di Sangiuliano accada qualcosa di grosso, mentre il tenente Striano può dire indisturbato: "Alla Direzione nazionale antimafia si pensa poco alla mafia e molto al potere…"?