Governo, Conte rimette l'incarico. Mattarella convoca Cottarelli

Il capo dello Stato dice no a Savona: "Non posso subire imposizioni. Investitori in allarme: pericolo per risparmi, mutui e spesa sociale". Si va verso un governo tecnico che traghetti a elezioni. Di Maio chiede l'impeachment: "Inutile votare, decidono le lobby". Salvini: "Data del voto o andiamo a Roma" La giornata di Borsa Spettro impeachment. Da Leone a Napolitano, i presidenti nel mirino Chi è Carlo Cottarelli l'economista convocato da Mattarella Di Maio svela la lista dei ministri portata da Conte al Colle Savona replica alle accuse: "Voglio un'Europa più forte ma più equa"

Conte al Quirinale (Imagoeconomica)

Conte al Quirinale (Imagoeconomica)

Roma, 27 maggio 2018 - Salta il governo targato M5s-Lega. Giuseppe Conte questa sera ha rimesso l'incarico al Presidente della RepubblicaPochissime le parole pronunciate dal premier incaricato alla stampa: "Ringrazio Mattarella e i leader che mi hanno indicato. Ho profuso il massimo sforzo in un clima di piena collaborazione".  Per tutta la giornata il professore ha lavorato nella sua residenza romana, poi si è avviato al Quirinale dove tutti si aspettavano che sciogliesse la riserva e comunicasse la lista dei ministri. Invece è arrivato il colpo di scena. Il capo dello Stato, da parte sua, ha fatto sapere di aver collaborato con Conte e con Di Maio e Salvini, mettendo da parte "le perplessità su un governo politico non guidato da una persona eletta in Parlamento". Ma sul nome di Paolo Savona all'Economia, a cui né Lega né Cinque Stelle hanno voluto rinunciare, il Presidente non transige. La strada ora è quella di un governo tecnico che traghetti il Paese a nuove elezioni. Il Colle ha già convocato per domani l'economista Carlo Cottarelli (SCHEDA: CHI E'), presumibilmente per affidargli l'incarico.  

La giornata di Borsa: lo spread torna a salire

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Governo, Di Maio svela la lista dei ministri portata da Conte al Colle

Mattarella: "Rischi per risparmi, mutui e spesa sociale"

COS'HA DETTO MATTARELLA - "Nessuno può dire che abbia ostacolato questo governo definito 'del cambiamento'", premette Mattarella, che nel pomeriggio era tornato a vedere sia Di Maio, sia Salvini. Della squadra presentata da Conte, "ho condiviso tutto tranne il ministro dell'Economia che costituisce sempre un messaggio immediato per operatori finanziari". Poi spiega di aver vagliato l'ipotesi di un nome alternativo a Savona. "Ho chiesto un esponente politico della maggioranza, esponente che non sia visto come un sostenitore di una linea che potrebbe provocare la fuoriuscita dell'Italia dall'euro, cosa differente dal cambiare l'Ue in meglio dal punto di vista italiano". Ma "ho registrato con rammarico un no a ogni altra soluzione". 

Mattarella: "Non posso subire imposizioni" 

"RISCHI PER I RISPARMI" - "L'incertezza sulla nostra posizione nell'Euro ha posto in allarme gli investitori - ha continuato Mattarella -. L'impennata dello spread aumenta il debito pubblico e riduce le possibilità di spesa dello Stato per interventi sociali. Le perdite in Borsa bruciano risparmi per le imprese e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani. Occorre far attenzione al pericolo di forti aumenti per interessi dei mutui e per il credito alle aziende". 

Il presidente della Repubblica ha tenuto a precisare anche che il capo dello Stato esercita "un ruolo di igaranzia che non ha mai subito nè può subire imposizioni". 

L'IRA DI DI MAIO: IMPEACHMENT - Furiosa la reazione del Movimento 5 Stelle che evoca persino l'impeachment per Mattarella. Ipotesi che il Quirinale rispedisce al mittente con un "no comment". "Diciamocelo - tuona Di Maio in diretta Facebook, dopo aver rivelato la squadra dei ministri portata al Colle - in questo paese è inutile votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziarie e bancarie. E' inaccettabile, un livello di scontro istituzionale mai visto". Poi in collegamento telefonico con Fabio Fazio conferma la necessità di discutere dello stato di accusa del Presidente e "parlamentarizzare" la crisi istituzionale, "anche per evitare reazioni della popolazione". Per Di Maio, che ha chiuso la giornata politica in un comizio a Fiumicino, "far fallire il governo del M5S e della Lega era una cosa premeditata".  Sul palco anche Alessandro Di Battista: "Metteremo questi personaggi da parte, democraticamente. Metteremo Mattarella in stato d'accusa in Parlamento".

Di Maio: "Discutere in parlamento l'impeachment"

Si allinea anche Fratelli d'Italia che pure aveva annunciato il no alla fiducia del governo Conte. "La verità è che non esiste alcuna norma della Costituzione italiana che consente al presidente della Repubblica di rifiutarsi di nominare un Ministro solamente perché non ne condivide le idee - scrive Giorgia Meloni in una nota - Fratelli d`Italia nel caso in cui questo veto impedisca la formazione del nuovo Governo chiederà al Parlamento italiano la messa in stato d`accusa del Presidente della Repubblica per alto tradimento a norma dell`articolo 90 della Costituzione, perché di gente che fa gli interessi delle nazioni straniere e non degli italiani ne abbiamo vista fin troppa". 

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Per Silvio Berlusconi invece chi parla di impeachment è "irresponsabile". "Come sottolineato dal Presidente Mattarella in un momento come questo il primo dovere di tutti difendere il risparmio degli italiani, salvaguardando le famiglie e le imprese del nostro Paese". Forza Italia "rispetta le decisioni del Quirinale" ma "ove necessario sarà pronta al voto". 

Salvini: "Ora Mattarella ci dia una data per votare"

SALVINI: VOGLIAMO DATA VOTO DOMANI - Sulla questione 'stato di accusa' Salvini si astiene. "Di questo non parlo. Sono profondamente incazzato che dopo settimane di lavoro in mezz'ora ci hanno detto che questo governo non doveva nascere". Le sue parole nei confronti del capo dello Stato non sono però meno pesanti. "Ora dico a Mattarella che vogliamo una data per le elezioni - incalza su Facebook - non saranno elezioni politiche ma un referendum a difesa della democrazia". Poi minaccia. "Vogliamo una data domani, altrimenti veramente andiamo a Roma". Il capo dello Stato "non mi rappresenta: ha rappresentato gli interessi di altri paesi, non degli italiani. Siamo una colonia tedesca o francese, siamo un paese occupato finanziariamente dai burocrati di Bruxelles". Il leader del Carroccio replica poi al Cav. "Non capisco le dichiarazioni di Berlusconi: invece di dire mezza parola a difesa di un suo alleato, dice sostanzialmente viva Mattarella, viva la Merkel". 

GENTILONI - "Solidarietà al presidente Mattarella" arriva dal premier uscente Paolo Gentiloni che in un tweet chiede "nervi saldi". Il presidente del Consiglio e la sua squadra di ministri avevano appena finito di preparare gli scatoloni per lasciare i palazzi del governo. 

PD - E tra i commenti alla crisi istituzionale c'è quello, via Twitter, di Matteo Renzi, secondo cui "Salvini non voleva governare: ha fatto promesse irrealizzabili, ha paura delle sue bugie, altro che Flat Tax e Fornero. E quindi ha usato l'alibi di un ministro per far saltare tutto: vecchio stile leghista". Per l'ex premier "minacciare Mattarella è indegno". Lega e Cinque Stelle "stanno utilizzando parole inaudite e minacce senza precedenti", aggiunge il segretario Pd Maurizio Martina. "Invito Di Maio e Salvini a misurare le parole. Il Presidente della Repubblica è stato garante degli italiani, a lui va il nostro grazie".

SAVONA - Dunque le manovre per il governo si sono arenate su Paolo Savona, indicato come ministro dell'Economia. Proprio oggi il professore, accusato di avere posizioni anti-Europa,  aveva  rotto il silenzio con un comunicato in cui chiariva le sue posizioni in materia. "Voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa", scriveva l'economista che, tra le altre cose spiegava la sua linea per ridurre il debito pubblico. "Non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità - politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo - bensì per il tramite della crescita del Pil, da ottenersi con un rilancio della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni". Dichiarazioni che evidentemente non hanno rassicurato Mattarella sull'adesione alle politiche dell'Europa. 

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