Elezioni 4 marzo 2018, dove finisce il tuo voto

Come vengono ridistribuite le preferenze nei collegi uninominali e plurinominali e il meccanismo della norma di genere a cura di ETTORE MARIA COLOMBO Elezioni 4 marzo, via al voto. Quando si sapranno i risultati (lo spoglio in tv) Elezioni 4 marzo 2018, la guida completa al voto Elezioni 4 marzo, come funziona il Rosatellum. La legge elettorale spiegata bene Elezioni 4 marzo 2018, orari di voto. Come funziona lo spoglio (politiche e regionali) Elezioni 4 marzo, tessera elettorale smarrita o completa? Ecco cosa fare

Elezioni 2018 (Dire)

Elezioni 2018 (Dire)

Roma, 1 marzo 2018 - Le elezioni 2018 sono alle porte, domenica 4 marzo dietro l'angolo. Nell'intricato labirinto del Rosatellum bis, la nuova legge elettorale, ecco una rapida guida per capire che fine faccia, e a cosa contribuisca dal punto di vista tecnico, il voto espresso sulla scheda. 

a cura di ETTORE MARIA COLOMBO

Approfondisci:

Elezioni 4 marzo 2018, la guida completa al voto

Elezioni 4 marzo 2018, la guida completa al voto
Approfondisci:

Elezioni 4 marzo, come funziona il Rosatellum. La legge elettorale spiegata bene

Elezioni 4 marzo, come funziona il Rosatellum. La legge elettorale spiegata bene

Elezioni 4 marzo 2018, perché non si deve inserire la scheda nell'urna

Elezioni 2018, come si vota. Simulazioni con la scheda elettorale

Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio
Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio

UNINOMINALE - In ogni collegio uninominale vince, tra i diversi candidati presenti sulla scheda, appoggiati da un partito o una coalizione, quello che arriva primo, anche solo per un voto, su tutti gli altri. Dunque, tutte le sfide nei collegi uninominali (232 alla Camera e 109 al Senato) sono uno contro uno. La logica è mutuata dal sistema maggioritario inglese, tutto basato  sui collegi uninominali, e viene detta del "the winner takes it all" (il primo prende tutto). 

Elezioni 4 marzo 2018, come i voti diventano seggi

Com'è fatta la scheda elettorale
Com'è fatta la scheda elettorale

PLURINOMINALE - Ci si può candidare solo in un collegio uninominale e fino a 5 collegi plurinominali. In caso di elezioni in più collegi, il candidato si ritiene eletto nel collegio uninominale o nel collegio plurinominale dove la sua lista ha preso la percentuale minore di voti. I collegi plurinominali sono raggruppati in circoscrizioni elettorali. Il metodo di elezione è proporzionale e i nomi dei candidati (da 2 a 4) nei listini di ogni lista servono a determinarlo.

Elezioni 2018, i tre scenari possibili dopo il 4 marzo

NORMA DI GENERE - Ogni lista elettorale deve rispettare la norma di genere. Ognuno dei due sessi non può rappresentare più del 60% (e non meno del 40%) di tutti i candidati nei collegi uninominali. Anche nei collegi plurinominali va rispettata la norma di genere per i capilista, mentre la collocazione dei candidati nei listini deve rispettare un ordine alternato di genere (uomo-donna o donna-uomo).

Elezioni 4 marzo 2018, orari di voto. Come funziona lo spoglio (politiche e regionali)