Sabato 27 Luglio 2024

Una pastiglia non guarisce il malessere dei detenuti

Vorrei capire se c’è un fenomeno di abuso di psicofarmaci in carcere?

Una pastiglia non guarisce il malessere dei detenuti

Una pastiglia non guarisce il malessere dei detenuti

Da anni - verrebbe da dire da sempre - quando si parla di carceri in Italia l’aggettivo più utilizzato è “emergenza“, seguito dalla descrizione di situazioni di sovraffollamento e convivenza, spesso impossibile, tra i detenuti che si trovano a condividere spazi troppo angusti all’interno di strutture che spesso sono fatiscenti e inadeguate. SECONDO I DATI RESI PUBBLICI DALL’ASSOCIAZIONE ANTIGONE AL 31 GENNAIO IN ITALIA C’ERANO 60.637 DETENUTI A FRONTE DI 51.347 POSTI UFFICIALI, ai quali però occorrerebbe sottrarne almeno 3mila non disponibili. Il tasso di affollamento medio è del 118,1%, ma in Puglia e Lombardia si sale a percentuali del 143,1% e del 147,3%. "Per costruire un carcere di 250 posti servono circa 25 milioni di euro - spiega il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella - Oggi, per i numeri che abbiamo, di nuove carceri ne servirebbero 52, per una spesa che si aggira sul miliardo e 300 milioni di euro".

A ciò va aggiunto l’aumento considerevole negli ultimi anni della spesa per l’acquisto di psicofarmaci nei penitenziari italiani, compresi quelli riservati ai minori. Secondo un’inchiesta di Altreconomia soprattutto gli antipsicotici, farmaci prescrivibili per gravi patologie come il disturbo bipolare e la schizofrenia, è aumentata mediamente del 30% tra il 2021 e il 2022. Dati che gettano una luce inquietante sulle condizioni di questi luoghi che devono servire alla rieducazione e non alla repressione. Senza considerare che il carcere non è mai il luogo adatto per persone che hanno gravi problemi psichiatrici.

La domanda di Sophia