La parola, derivata dal latino tardo participatione (m), è attestata dalla fine del Duecento, con il significato di ‘prendere parte a un’attività collettiva’ di vario tipo, sia in accezione positiva ‘sentimento di condivisione di uno stato d’animo altrui’ (“esprimo partecipazione al tuo dolore”), sia in accezione negativa ‘adesione o contributo a un atto illecito’(“accusato di partecipazione a banda armata”). Da quello originario si sviluppano significati specialistici come ad esempio, in economia, ‘concorso, insieme ad altri, al possesso o al godimento di un bene’ (“partecipazione agli utili”), e altri meno diffusi. Si deve allo storico rinascimentale fiorentino Francesco Guicciardini la prima attestazione della parola con il significato di ‘facoltà del cittadino di intervenire, direttamente o indirettamente, nella vita politica’.
In questo senso, grazie al progresso delle idee e alla crescente diffusione di fondamentali principi di civiltà come il diritto di voto, la parola partecipazione si configura specifica delle società democratiche e pertanto la facoltà partecipativa dei cittadini andrebbe sempre incoraggiata, con interventi appropriati. Questo afferma esplicitamente l’art. 3 della Costituzione italiana.
*Ordinario di Linguistica italiana e Accademico della Crusca