
La parola del giorno
Ma davvero l’immenso flusso di pubblicazioni corrisponde alla libertà d’informazione?
A instillare il dubbio, se mai ce ne fosse bisogno, basterebbe l’evoluzione della lingua, che ha sentito il bisogno di creare la parola ’infodemia’, registrata puntualmente dall’Accademia della Crusca fra i neologismi.
Con questo termine si intende "l’abnorme flusso di informazioni di qualità variabile su un argomento, prodotte e messe in circolazione con estrema rapidità e capillarità attraverso i media tradizionali e digitali, tale da generare disinformazione, con conseguente distorsione della realtà ed effetti potenzialmente pericolosi sul piano delle reazioni e dei comportamenti sociali".
Dal punto di vista etimologico il termine è modellato sull’inglese infodemic, formato dalla fusione di info(rmation) ‘informazione’ e (epi)demic.
"Il termine infodemia designa una metaforica ’epidemia di informazioni’ – spiega la Crusca –, ovvero il diffondersi rapido e incontrollato di un’enorme quantità di voci e notizie più e meno fondate su un tema ’sensibile’ per l’opinione pubblica (come un’emergenza sanitaria, ambientale, politica o sociale), con il corollario di effetti negativi che ne discende: disinformazione, disorientamento, ma anche panico e comportamenti antisociali o irresponsabili che aggravano la situazione di partenza".
A cura di Olga Mugnaini