Mercoledì 16 Ottobre 2024

Scontri al corteo anti Nato a Napoli, gli studenti feriti denunciano: “É stato un pestaggio”

Protesta violenta al Teatro San Carlo: è di 10 persone il bilancio delle vittime (secondo gli organizzatori). Il racconto di chi c’era. Continua l’occupazione dell’Università Federico II

Napoli, 9 aprile 2024 – Studenti feriti al corteo anti Nato di Napoli, dove gli scontri davanti al Teatro San Carlo hanno reso il clima rovente. È di dieci ragazzi feriti – tre dei quali alla testa – il bilancio tracciato dagli organizzatori del sit-in.

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All’indomani delle violenze scattate durante la protesta in occasione del 75esimo anniversario dell’Alleanza Atlantica, questa mattina gli attivisti della ‘Rete studentesca per la Palestina’, di Mezzocannone Occupato e dell'Ex Opg ‘Je so Pazzo’ hanno rotto il silenzio raccontando ai giornalisti gli attimi di paura e tensione. E lo hanno fatto davanti al teatro dove ieri sono avvenuti i tafferugli. Intanto continua l’occupazione dell’Università Federico II

“A Napoli non ci sono stati scontri: la polizia ha caricato in maniera pesantissima un gruppo di manifestanti. Le persone avevano le mani alzate e la polizia ha usato manganelli e scudi, rincorrendo e colpendo gli studenti. Non è il primo episodio, torniamo a chiedere codici identificativi sulle divise”, racconta Marta, una delle ragazze presenti ieri alla manifestazione. 

Dioguardi: "Diritto al dissenso”

''Quanto accaduto ieri – dice il portavoce napoletano della Rete, Davide Dioguardi – ci racconta che i signori della guerra non vanno disturbati, anche al prezzo di aprire la testa ad attivisti e studenti. E racconta anche una gravissima mancanza dell'amministrazione Manfredi sui concetti basilari di democrazia e di diritto al dissenso. Manfredi parla di Napoli città di pace mentre stringe la mano ai guerrafondai e ai signori delle armi. Dovrebbe vergognarsi''.

Il racconto: “È stato un pestaggio”

“Ho passato la notte in ospedale. Ho avuto cinque punti di sutura alla testa. Ho ricevuto due manganellate, la prima al capo, la seconda al braccio. Quello che è successo ieri dimostra per l'ennesima volta come la risposta del nostro Governo a chi scende nelle piazze è soltanto una: la repressione più violenta. Ci hanno manganellati, caricati, inseguiti. Come è successo a me: sono stato inseguito da un poliziotto". A parlare è Francesco, 20 anni, studente di Filosofia, uno dei ragazzi feriti ieri.

Francesco mostra la sua ferita alla testa all'indomani del corteo, mentre gli studenti erano riuniti all'esterno del Massimo napoletano mostrando uno striscione con la scritta ‘Teatro di guerra? No alla Nato al San Carlo!’ e le foto dei ragazzi feriti.

"Siamo gli stessi studenti che erano in piazza a Pisa, gli studenti manganellati all'esterno della Rai, quelli che ieri erano in piazza con striscioni con scritto no alla guerra, no alla violenza, l'Italia è un Paese che ripudia la guerra. Quella di ieri – aggiunge Francesco – non è stata una carica, ma un pestaggio".

La carica della polizia al corteo studentesco di Napoli
La carica della polizia al corteo studentesco di Napoli

“Manganellata e gettata a terra”

Emanuela, 23 anni, studentessa all'Accademia delle Belle Arti, ha lividi ed ematomi sul volto. "Ho ricevuto una manganellata sulla testa, poi una sul braccio. Ho avuto un mancamento – ricorda la ragazza – sono stata gettata a terra. Mi hanno aiutata i miei compagni, altrimenti avrebbero continuato a manganellarmi. C'è stato un eccessivo uso di repressione e violenza, noi avevamo solo uno striscione. Siamo stati torturati senza alcun motivo. Ma andremo avanti, nonostante i lividi".

Federico II occupata: “Non ci fermeremo”

L’Università Federico II di Napoli è occupata da ieri, gli studenti chiedono la fine della guerra a Gaza. ''La protesta non si ferma ora, l'occupazione del rettorato è in corso: esigiamo risposte dal rettore Lorito circa gli accordi con le università israeliane e con lo Stato di Israele”, spiega Davide Dioguardi.

Si torna in piazza il 19 aprile

“La battaglia non finisce qui, si tornerà in piazza il 19 aprile in occasione dello sciopero globale indetto da ‘Fridays for Future’, che cade nell'ultimo giorno di lavori del G7 dei ministri degli Esteri a Capri che abbiamo intenzione di contestare'', annuncia il portavoce della Rete.