Venerdì 26 Luglio 2024

Operaio 21enne morto a Scafati, cinque indagati. La madre: “Lavorava in nero, senza sicurezza”

Alessandro Panariello è rimasto schiacciato da una lastra di acciaio. Viveva con la compagna a Poggiomarino, nel Napoletano. Ieri la famiglia ha porto denuncia contro i datori di lavoro

Il cantiere edile di Scafati dove è morto Alessandro Panariello

Il cantiere edile di Scafati dove è morto Alessandro Panariello

Napoli, 21 maggio 2024 – Cinque persone indagate per la morte del 21enne Alessandro Panariello, l’operaio napoletano ucciso da una lastra di acciaio mentre lavorava in un cantiere edile. Oggi verrà nominato il medico che eseguirà l’autopsia sul corpo del ragazzo, ieri la famiglia ha posto denuncia contro i datori di lavoro che non l’avevano mai messo in regola. L’incidente mortale è accaduto venerdì a Scafati.

Incidente mortale: cosa è successo

Alessandro Panariello è rimasto schiacciato da una lastra di acciaio, caduta dalla carrucola che stava sollevando. È successo il 17 maggio a Scafati, in un palazzo in pieno centro della cittadina salernitana, dove l’operaio napoletano era al lavoro. La procura di Nocera Inferiore ha disposto per oggi il conferimento dell'incarico per l'autopsia sul corpo della vittima.

Lavorava in nero

Intanto ieri, la madre e la compagna di Panariello – Flora e Annachiara, entrambe residenti a Poggiomarino, nel Napoletano – hanno presentato querela ai carabinieri della tenenza di Scafati, spiegando che il 21enne aveva lasciato la scuola per aiutare la famiglia da almeno sette anni e da allora lavorava in nero come operaio edile per la ditta Arco Legno, per la quale stava lavorando anche venerdì durante l'incidente.

Il racconto della madre

Più volte, hanno raccontato le due donne, Panariello aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentargli la paga giornaliera, che era di 50 euro, e più volte aveva litigato per la mancanza di sicurezza, tanto da interrompere il lavoro e tornarsene a casa.

Anche venerdì scorso, è stato sottolineato nella querela, il 21enne aveva chattato con la compagna e in un messaggio audio le aveva detto che non voleva più lavorare per il titolare dell'azienda.