Mandragora venduta per spinaci: dove è partito il carico e come si è diffuso

È stato un fornitore abruzzese a commercializzare i lotti incriminati, forse un mancato controllo della raccolta meccanizzata. La verdura è stata poi venduta al Caam di Napoli e da lì diffusa in Campania. Non si escludono altri casi nel Sud Italia

Il mercato ortofrutticolo del Napoletano

Il mercato ortofrutticolo del Napoletano

Napoli, 7 ottobre – Sono state distrutte le partite di spinaci sequestrate al Centro agroalimentare di Napoli. Si tratta dei bancali contaminati dalla mandragora, provenienti dall'Abruzzo e finiti in negozi ortofrutticoli dell'area flegrea. A causa di un'intossicazione alimentare da mandragora, 10 persone sono state ricoverate nell'ospedale di Pozzuoli, una delle quali in condizioni critiche

Stramonio, l'erba del diavolo con cui si suicidò Romeo: sintomi e dove si trova

Secondo quanto si apprende da fonti dell'Asl, è stabile – ma ha ancora con problemi respiratori l'uomo di 44 anni ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Giugliano. Resta ricoverato a Pozzuoli un uomo di 86 anni, che però dovrebbe essere dimesso nella giornata di oggi. Il paziente più grave avrà bisogno di ventilazione assistita per almeno altri 4 giorni. Sono intanto state effettuate nel Centro agroalimentare di Volla le operazioni di distruzione dei 7 bancali di spinaci sequestrati dopo l'intossicazione di 10 persone.

Sommario: 

false Clicca qui sopra e sfoglia la gallery

La filiera: dove si è diffusa

È arrivata dall’Abruzzo la fornitura di spinaci contaminati dalla mandragora, la spinata velenosa era nascosta tra le foglie commestibili di un carico destinato al Centro agro alimentare di Napoli. Il mercato generale ortofrutticolo, che si trova a Volla, ha poi venduto i vari lotti ai commercianti del Napoletano. Sono dieci le persone finite in ospedale con gravi sintomi da intossicazione, ma escludono che possano esserci altre vittime della madragora e che, forse affette da sintomi lievi, non siano ricorsi alle cure dei medici. La mandragora è stata scambiata per spinaci per la somiglianza delle foglie. 

Dopo i dieci casi di intossicazione scoppiati nel Napoletano, il problema si è allargato a macchia d’olio. È stata una corsa contro il tempo quella che ha portato ieri i Nas di Napoli sulle tracce della mandragora, un’erba dai sintomi molto pericolosi. Alcuni dei lotti sono stati commercializzati da società di Forio d'Ischia e Volla nel Napoletano, Aversa nella zona Caserta, San Valentino Torio nel Salernitano e Avezzano, vicino a L'Aquila. È quanto emerso dagli accertamenti che i carabinieri stanno ancora svolgendo in sinergia con il personale specializzato delle Asl competenti.

Non è escluso che alcune casse siano finite anche sui banchi dei mercati – il Caan di Volla gestisce il più importante mercato agroalimentare all'ingrosso del Sud Italiaquel che è dai capannoni di via Palaziello le verdure incriminate hanno raggiunto alcuni negozi di Monte di Procida e Quarzo nel Napoletano, la zona del Salernitano, il Casertano e ovviamente l’Aquila, la città abruzzese da cui è partito l’allarme.

Il sequestro dei lotti contaminati

Tutti i lotti sono stati sequestrati – anche se al momento nessuno può avere la certezza che non ci siano in giro altri casse di spinaci della stessa fornitura – e le Asl hanno iniziato ad analizzare gli spinaci. Sono stati prelevati dei campioni dalle casse sotto sequestro che i laboratori stanno vagliando per scoprire se ci sono altre tracce di sostanze velenose dovute alla mandragora. Una potente droga dagli effetti allucinogeni che può portare al coma.

Il Caan di Volla ha fatto sapere di stare "supportando le autorità preposte al fine di consentire l'immediata identificazione della partita di merce risultata contaminata e la sua provenienza".

Quella merce era arrivata sui banchi del Caan attraverso un fornitore abruzzese. Non è ancora chiaro come la verdura velenosa possa essere finita tra gli spinaci, forse per un mancato controllo durante la raccolta meccanizzata. Il centro ortofrutticoli sta richiamando tutti i lotti del fornitore abruzzese venduti sul territorio.

Come stanno gli intossicati

Il caso è scoppiato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre all'Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. I pazienti sono arrivati uno dopo l’altro, fino ad arrivare a dieci persone con evidenti sintomi di intossicazione. È apparso subito chiaro che non si trattava di una normale intossicazione da cibo, ma dietro allo stato confusionale, al vomito e perfino e alle allucinazioni c’era qualcosa di più: la mandragora.

La condizioni dei pazienti sono stabili: non ci sono segni di peggioramento, qualcuno sta addirittura migliorando. Il più grave è un 46enne del Napoletano, colpito da polmonite per avere ingerito e inspirato il proprio rigurgito mentre era privo di coscienza. L’uomo è ancora in terapia intensiva all’Ospedale di Giugliano, anche se sembrano esserci lievi segni di miglioramento anche per lui.

Le Asl non escludono che possano esserci altre vittime della madragora e che, forse affette da sintomi lievi, non siano ricorsi alle cure dei medici. Anche per questo è importante diffondere l’appello per fermare al più presto il consumo di quegli spinaci contaminati, soprattutto per evitare che possano essere ingeriti dai bambini con effetti molto pericolosi.

L'esperto: quali sintomi e come intervenire

Ecco cosa c’è da sapere sui segnali dell'avvelenamento da mandragora. "Tra i sintomi sono presenti in quantità variabile sonnolenza, confusione mentale, fino al coma", spiega Amedeo Schipani, medico di famiglia e tossicologo della Simpesv, Società italiana medicina prevenzione e stili di vita. E ancora: "midriasi pupillare (la dilatazione della pupilla) e visione offuscata, tachicardia, secchezza delle fauci, nausea, vomito, aumento della temperatura corporea". Bisogna intervenire subito, avverte il tossicologo, e "la terapia specifica si basa sull'utilizzo della fisostigmina, che agisce come inibitore reversibile dell'acetilcolinesterasi. Inoltre si usano misure complementari come la lavanda gastrica".