Stramonio, l'erba del diavolo con cui si suicidò Romeo: sintomi e dove si trova

Erba spontanea dai potenti effetti allucinogeni, lo stramonio è stato usato nelle pozioni magiche degli indigeni e come potente veleno in letteratura. Si teme che possa essere entrato per errore in una partita di spinaci nel Napoetano.

Fiore dello stramonio

Fiore dello stramonio

Stramonio negli spinaci, il giallo si fa sempre più avvincente. Non era mandragora la pianta velenosa ingerita per errore dai dieci intossicati del Napoletano, ma un’erba spontanea ancora più pericolosa: l’erba del Diavolo, Datura Stramonium per la scienza, conosciuto ai più come stramonio. È tossica dalle radici alle foglie, semi compresi. E, infatti, la letterale ne ha fatto abbondante uso, ecco perché.

Sommario:

Potente allucinogeno

Lo stramonio è un potentissimo allucinogeno. La sua origine è ancora oscura, ma quel che è certo è che è stato usato per millenni nelle pozioni magiche e curative. Gli indigeni – sia nel vecchio che nel nuovo mondo, con i nativi americani – lo usavano per preparare “beveroni” dagli effetti ritenuti liberatori, sia per l’anima che per il corpo. Amaro come il veleno, lo stramonio costella i capolavori letterari di indiscusso valore: le sue proprietà allucinogene sono citate da Omero nell’Odissea e da Shakespeare in Romeo e Giulietta, i due amanti letterari che si tolgono la vita per amore.

Dopo essersi procurato un potente veleno, Romeo corre a Verona e credendo che l’amata sia senza vita, beve il potente veleno allo stramonio e muore all'istante. Giulietta si sveglia, vede Romeo morto e si pugnala. E di stramonio muore anche Cleopatra che, dopo il suicidio del bell’Antonio, lascia il mondo terreno apparentemente per un morso di vipera, ma per i più a causa di un mixi di potenti veleni

Non si salva nulla di questa pianta, quanto a tossicità: gli alcaloidi sono presenti in tutte le sue parti, dalle radici alle figlie, ma soprattutto nei semi.

Quali sono i sintomi

Con un’altissima concentrazione di alcaloidi, soprattutto la scopolamina. Da qui il nome di erba del diavolo (ma anche erba delle streghe), conquistato anche perché nell'antichità veniva utilizzato per le sue proprietà allucinogene, sedative e narcotiche. Il suo veleno provoca una paralisi dei muscoli che consentono la respirazione: è stato utilizzato anche per commettere omicidi e da qualche sventurato per togliersi la vita.

Se assunta può provocare allucinazioni che possono portare al delirio, alle convulsioni, ai gravi disturbi della vista, come è accaduto alle vittime di Napoli. Nelle intossicazioni più gravi, può portare al coma per anossia cerebrale e alla morte.

Come agisce sul corpo. Lo stramonio ha effetti, in negativo, si più fronti. Sul sistema nervoso centrale provoca congestione cerebrale, movimenti involontari, spasmi, convulsioni, agitazione psicomotoria, allucinazioni e delirio. Ha effetti sul sistema nervoso periferico: ipoestesia e ipoalgesia. Ed è dannosi per il sistema nervoso autonomo: tachicardia, tachipnea, midriasi, secchezza delle mucose, spasmi esofagei.

Dove si trova e come riconoscerlo: è simile agli spinaci?

Lo stramonio nasce nelle regioni sub-tropicali e nei climi temperati. Molto diffusa in America, Asia ed Europa: la pianta dello stramonio si è “naturalizzata” in Italia, in tutte le regioni, e la si trova nei campi incolti, vicino ai ruderi e sui margini delle strade.

Dalla radice parte un fusto alto tra i 40 centimetri e il metro, molto ramificato, cilindrico e resistente. Le foglie sono di colore verde scuro, piuttosto grandi, con margini dentati e incurvati. Spesso di nota per i fiori dall’aspetto di trombette bianche, lunghe 6-10 centimetri e che si chiudono in un calice verde. Il frutto è una capsula spinosa simile a quella dell'ippocastano e quando è matura presenta piccoli semi neri.