Venerdì 19 Aprile 2024

Etica ed eleganza, laurea ‘globale’ a Giorgio Armani

Il riconoscimento allo stilista nel Teatro Municipale di Piacenza. Il Maestro ai giovani: “Il successo? È realizzare i propri sogni”

Studenti dell’Università Cattolica con Giorgio Armani insignito della laurea honoris causa in Global Business Management (foto SGP)

Studenti dell’Università Cattolica con Giorgio Armani insignito della laurea honoris causa in Global Business Management (foto SGP)

Piacenza, 11 maggio 2023 – “Sono un creativo razionale”. Per Giorgio Armani la miglior descrizione di sé che colpisce e convince, spiegando la sua genialità di stilista, il suo rigore, le sue capacità di imprenditore che tutto il mondo ammira e gli riconosce. Oggi al Teatro Municipale di Piacenza, sua città natale che sempre porta nel cuore, Armani è stato insignito della laurea honoris causa in ’Global Business Management’ davanti al Consiglio di Ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un riconoscimento all’uomo e al manager, al proprietario unico e assoluto del brand fondato con Sergio Galeotti nel 1975 e sempre in crescita per oltre quarant’anni di Made in Italy.

Giorgio Armani è apparso emozionato e a tratti commosso, un po’ perché sono state celebrate le sue radici, un po’ perché sono emersi tanti ricordi, tanti visi di famiglia, gli anni belli dell’infanzia e della gioventù ma anche le pene della seconda guerra mondiale, l’arrivo a Milano nel 1949, l’inizio dell’università a medicina, l’abbandono per andare a lavorare come vetrinista a La Rinascente e poi la fulminazione per la moda.

Il Magnifico Rettore Franco Anelli ha letto la sua dotta prolusione, poi è toccato alla Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fallegara illustrare le motivazioni della laurea honoris causa per esser un imprenditore protagonista del Global Business, per visione e strategia. Il teatro gremito ma soprattutto in platea c’erano tanti giovani della facoltà di Economia e Giurisprudenza, ammirati e composti nell’ascolto e calorosi nei tanti applausi. Una cerimonia tutto sommato imponente per la processione degli ermellini sul palcoscenico ma in stile ’armanissimo’ per il rigore e la forma a tratti perfino semplice.

“Cari ragazzi, vi penso, e vi dico che vorrei esservi di stimolo e di esempio, perché il lavoro vero porta lontano!”, ha affermato alla fine del suo intervento Armani che ha ricordato gli inizi con Sergio Galeotti, “il primo a credere nel mio talento”. La sua prematura scomparsa che lo costrinse a diventare anche imprenditore oltre che stilista, “molti pensavano che non ce l’avrei fatta ma sono stato caparbio ed è stato un percorso lungo e complesso”. Armani, rivolto ai tanti universitari, professori e amici (molti giornalisti) arrivati da tutta Italia, ha detto di “aver realizzato il sogno e con coraggio e fiducia ho difeso la mia indipendenza. Ascolto il parere degli altri ma poi sono io che prendo le decisioni, non me ne vogliano i miei collaboratori…”.

Ieri Armani ha visto una città splendente, un luogo magico, e le sue radici sono rimaste sempre qua. “Piacenza è la città della mia infanzia, con tutto quello che significa di malinconico e magnifico. Il luogo di infiniti ricordi familiari e della guerra, delle prime amicizie, dei giochi, della scuola. Occupa un posto speciale, dal quale partono le vie che mi hanno portato lontano. Quando ritorno, mi sento a casa”, ha detto il grande stilista nato il 7 luglio 1934. Un creativo che in ogni dove riscuote ammirazione e consensi, la sua moda è sempre al top, ha inventato un lifestyle inc onfondibile, profumi e cosmetici da fiaba, occhiali e scarpe e borse da invidia. Un esempio di vita e di lavoro, ora il Dottor Armani (che ha preso tante altre onorificenza e titoli e lauree come quella del Politecnico di Milano in Disegno Industriale) è fiero del suo essere un italiano amato e ammirato.

“L’ammirazione da parte del pubblico la avverto, sempre. Ovunque mi trovi, le persone – e tanti giovani – mi dimostrano grande affetto. Dico agli studenti di seguire le proprie passioni, di non farsi abbagliare dal miraggio del successo facile e ben venga la riscoperta e la valorizzazione di saperi e mestieri. Per me ciò che conta è l’autenticità e l’impegno: senza quelli non c’è successo che valga, e che duri. Successo – ha chiuso il Maestro – non vuol dire notorietà, ma realizzare i propri sogni”.