Sabato 27 Luglio 2024
CHIARA DI CLEMENTE
Libri

"La grande meraviglia? È cambiare la Storia"

La scrittrice Viola Ardone chiude la trilogia sulle utopie del ’900 che hanno rivoluzionato l’Italia: "Sono le persone a incarnare la politica"

"La grande meraviglia? È  cambiare la Storia"

"La grande meraviglia? È cambiare la Storia"

Con Grande meraviglia (Einaudi), ambientato in un manicomio negli anni della rivoluzione della legge Basaglia, Viola Ardone chiude la sua trilogia del Novecento iniziata nel 2019 con Il treno dei bambini, sui piccoli del Dopoguerra strappati alla miseria del Sud dal Pci e dalle donne dell’Udi – libro che sta diventando un film per Netflix, regia di Cristina Comencini – e proseguita nel 2021 con Oliva Denaro, su una ragazzina siciliana che nel ’60, stuprata, dice no al matrimonio riparatore.

Viola, al centro di ogni romanzo della trilogia c’è la grande forza dell’utopia che può sprigionarsi anche da una singola persona: però, i suoi libri raccontano pure che l’utopia, per trasformarsi in realtà, necessita di un tessuto politico sul quale potere fare forza...

"Sì, i miei sono romanzi politici ma sono fatti dalle storie delle persone, perché la politica è fatta dalle storie delle persone. Sono persone quelle che si sono trovate coinvolte nei grandi cambiamenti della nostra società, nelle operazioni di solidarietà come quelle del treno dei bambini, nelle battaglie per la questione femminile, nella rivoluzione della Basaglia in base alla quale si è deciso e stabilito che i manicomi non possono essere un luogo di detenzione e di tortura. Raccontare i grandi cicli di cambiamento è raccontare le vicende di chi vi si è trovato immerso, di come ha agito e reagito. Come accade nel film di Paola Cortellesi".

Se lei dovesse fare una trilogia del Duemila? Esistono ancora secondo lei le utopie e il tessuto politico che le trasforma in realtà?

"Dopo gli anni ’70 viviamo e abbiamo vissuto altri momenti diversi, un po’ svuotati degli ideali del ’900: i vent’anni del berlusconismo, poi l’onda populista che si è incarnata nei 5 Stelle, nel partito della Meloni, nell’astensionismo.. Però il dibattito pubblico continua a essere animato: ci confrontiamo sulla guerra, le migrazioni, la salute".

O le vittime di stupro colpevolizzate, proprio come la sua Oliva negli anni ’60....

"Sì. Però in quella stagione sono state messe le basi affinché oggi ci siano le leggi a tutela: certo, è ancora necessario agire perché quelle leggi siano ben interpretate e rispettate, perché non si torni indietro. Ma negli anni ’ 90 siamo arrivati alla definizione della legge sullo stupro come reato contro la persona e non contro la morale, e per arrivarci sono stati necessari vent’anni di lotte. Io ho conosciuto bene la promotrice della legge, la siciliana Angela Bottari, scomparsa da poco: lei mi disse: vabbè, ci sono voluti vent’anni per arrivare a quella legge lì e non è neanche quella che volevamo; in definitiva, ci hanno un po’ anche tradite. È così: la libertà delle ragazze è sempre più fragile della libertà degli uomini perché è molto più giovane. La donna è diventata padrona di sé in tempi veramente recenti. Il diritto di votare è del ’46, la riforma del diritto di famiglia che dà alla donna pari importanza dell’uomo degli anni ’70, il diritto di autodeterminare la scelta se procreare oppure no del ’78. È una libertà così giovane che ancora oggi sia le ragazze sia i genitori hanno molto da imparare: le prime devono sapere che sono loro le padrone di sé, i genitori dovrebbero fare un passo indietro e abolire quell’attitudine a pensare che una ragazza giovane sia più fragile e più delicata, da proteggere più del suo omologo maschile. Purtroppo i rischi per le ragazze ci sono. Però è proprio questa mentalità sbagliata che dà alle ragazze la responsabilità di stare più “attente“ a passare come eredità di generazione in generazione".

Secondo lei, quali sono i temi etici da affrontare oggi con maggiore urgenza?

"Il fine vita, i diritti per le famiglie omosessuali e l’adozione da regolamentare per le coppie omosessuali e per le persone single. Il diritto al lavoro. E lo ius soli, in cima alla lista, con i diritti dei migranti: i ragazzini di seconda, terza, sesta generazione che vivono sul nostro territorio sono più che integrati e hanno il diritto al piacere – non al privilegio, perché non c’è nessun privilegio – di dire io sono italiano".

Lei crede che le scrittrici italiane dovrebbero fare “rete“ per creare quello che politicamente in questo momento manca?

"Scrittrici e scrittori, uomini donne, trans assieme: io credo nella condivisione al di là del del genere".

In Grande meraviglia lei scrive: "un’infanzia brutta può diventare bella". Come?

"L’infanzia è sempre il luogo in cui si crea l’identità dell’individuo. Però è anche vero che poi il resto della vita uno se la crea da sé e quindi c’è sempre una possibilità di crearsi un futuro diverso. La ragazzina protagonista del mio libro, Elba, sembra avere il destino già totalmente segnato perché nata e cresciuta in un manicomio. Eppure anche lei riesce a fare il suo minuscolo, enorme passo verso una libertà che nessuno, nemmeno io, avrei mai immaginato. Mi ha sorpreso, questa ragazza".

Perché, come lei scrive, "c’è meraviglia in tutte le cose". La vera Grande meraviglia è il suo libro: tocca la profondità, con leggerezza...

"La vita è questo: è il cambio di prospettiva inatteso nel momento più buio e disperante".

Il protagonista maschile del suo libro è fissato: tutto, più o meno, è "sopravvalutato". Per lei che cosa lo è?

"Secondo me è sopravvalutata la retorica della forza, bisogna sempre essere forti, duri come pietre... Invece siamo tutti molto più simili a un materiale più plastico, più malleabile ed è giusto che sia così".

L’utopia, si diceva all’inizio: l’utopia riuscirà a salvare il mondo?

"L’utopia come faro e la concretezza come fare".