
di Lorenzo Guadagnucci Quando, nel 1959, l’editore Fischer Bücherel acquistò i diritti di traduzione in tedesco di Se questo è un uomo, il razionale e solitamente compassato Primo Levi si sentì "invadere da un’emozione violenta, qualla di avere vinto una battaglia". Levi capì in quel momento di avere scritto di Auschwitz proprio per “loro”, i cittadini tedeschi passati dal Terzo Reich alla nuova Germania federale, democratica e parte dell’occidente liberale: "Si ricordi, – ha scritto Levi ne I sommersi e i salvati, nel capitolo dedicato ai rapporti coi suoi lettori tedeschi – da Auschwitz erano passati solo quindici anni: i tedeschi...