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Veneto, un viaggio tra dimore storiche, cantine e vigneti da sogno

di GIUSEPPE BERTONE -
24 novembre 2021
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L’incredibile paesaggio dei vigneti attorno a Valdobbiadene

Gusto e natura. Le colline del Prosecco sono il 55° sito italiano riconosciuto dall’Unesco. Un progetto avviato nel 2008 per sancire il valore dell’attività dei locali viticoltori che hanno saputo creare nei secoli un paesaggio culturale e uno scenario unico. Che, manco a dirlo, ha affascinato anche Gabriele Salvatores, a caccia delle immagini simbolo da inviare in Oriente per rappresentare al meglio l’Italia nel suo Padiglione all’Expo. L’iscrizione del sito alla World Heritage List è avvenuta nel 2019 a Baku. Il territorio è quello che da Valdobbiadene si estende verso Est fino al Comune di Vittorio Veneto ed è contraddistinto da una conformazione geomorfologica chiamata ‘hogback’ caratterizzata da rilievi irti e scoscesi allungati in direzione Est-Ovest interrotti da piccole valli parallele. Per addomesticare queste terre inospitali per l’agricoltura, l’uomo, nei secoli, ha creato terrazzamenti chiamati ‘ciglioni’, che sfruttano le erbe che colonizzano il suolo per renderlo solido e meno esposto all’erosione.

L’escamotage era già applicato nel XVI-XVII secolo ma dagli anni Sessanta a oggi è stato via via abbandonato con percentuali scese dal 28% nel 1960 all’attuale 20% nelle aree meno ripide, mentre resta il sistema privilegiato laddove il dislivello è più accentuato (tra i 15 e i 60 gradi di pendenza è presente nel 67% dei casi). Le proprietà sono molto parcellizzate e ogni superficie vitata è separata dall’altra da ampie presenze boschive, quindi improduttive, ma utilissime nel mantenimento dell’ecosistema. Il terzo fine-settimana di maggio il Prosecco Superiore celebra se stesso nel festival ‘Vino in Villa’ promosso dal Consorzio del Prosecco che si è costituito per concentrare in un unico organismo viticoltori, vinificatori e imbottigliatori del Conegliano Valdobbiadene Docg. La culla del Prosecco Superiore può essere scoperta seguendo la prima, storica strada enologica d’Italia, che si snoda tra Conegliano e Valdobbiadene. Ogni stagione riserva deliziose sorprese, procurando a tutti i sensi soddisfazioni sempre nuove. Da provare e riprovare.

Top 5 del Veneto

1 IL MANIERO E IL FANTASMA

Il maniero di Collalto a Susegana fu costruito nel 1110 da Endrisio I. Leggenda vuole che tra i suoi ruderi si aggiri ancora il fantasma di Bianca di Collalto, la damigella murata viva per gelosia in una delle torri da Chiara da Camino, la moglie di Rambaldo VIII di Collalto

CONEGLIANO E IL VINO

La deliziosa cittadina di Conegliano può vantare la più antica scuola enologica d’Europa, ovvero l’Istituto enologico Cerletti che sorge proprio ai piedi del castello. In centro è visitabile anche la casa natale del pittore Cima da Conegliano.

3 L’ABBAZIA BENEDETTINA DI VIDOR

Tra le mete degne di una

sosta, non solo per ammirare l’anfiteatro di colli che sfumano verso il Piave,è Vidor. Nata prima del Mille (da vedere la necropoli tardo-romana), deve però la sua fama all’abbazia benedettina di Santa Bona che fino al 1871 comprendeva anche il passo barca sul Piave prima della costruzione del ponte in legno sul corso d’acqua Sacro alla Patria.

4 VILLA DEI CEDRI

Villa dei Cedri a Valdobbiadene è una dimora signorile veneta in stile neoclassico costruita nel 1890 dalla famiglia Piva. L’edificio centrale è circondato da un ampio parco verde aperto al pubblico dominato appunto dai giganteschi cedri del Libano da cui prende nome.

5 VITTORIO VENETO E LA GUERRA

Vittorio Veneto (in provincia di Treviso) è la città della Vittoria e lega storicamente il suo nome alla battaglia conclusiva sul fronte italiano della Prima Guerra Mondiale. In piazza Giovanni Paolo I sorge il Museo della Battaglia. Memorie di guerra sono anche la Fontana degli Arditi e la Porta Nord del Castello Caminese.