Uva da tavola, eccellenza di Puglia. E i Comuni scommettono sull'uvaturismo
Metti una sera a cena sotto le stelle tra i filari di uva in Puglia. Non uva da vino ma uva da tavola, vera eccellenza pugliese esportata in tutto il mondo.
Siamo a Noicàttaro, nel Sudest Barese, terra di ‘tendoni’ sotto cui maturano i preziosi grappoli di uva bianca, rossa, rosata la cui raccolta è iniziata da poco. La serata è un evento legato al progetto ‘Regina di Puglia’, voluto dal comune di Noicàttaro (in primis il sindaco Raimondo Innamorato con gli assessori Vito Fraschini e Germana Pignatelli) per valorizzare, promuovere e far conoscere il territorio (ricco di storia, tradizioni, cultura) dell’uva da tavola che qui, nel triangolo Noicàttaro-Rutigliano-Turi (ma non solo, poi vedremo perché) significa economia, crescita, occupazione. La cena tra i filari organizzata dall’azienda Agricoper della famiglia Liturri segna anche la data di nascita di una grande novità per il mondo dell’ortofrutta: l’uvaturismo, che vuole coniugare l’uva da tavola col turismo (che già in questa zona è floridissimo con perle come Polignano a mare, Monopoli, Conversano, Castellana Grotte, la vicina Fasano, Valle d’Itria, Ostuni…) così come sono nati e cresciuti l’enoturismo e da ultimo anche l’oleoturismo.
Tra i filari dell’azienda Agricoper, accarezzati dalle brezze del vicino mare Adriatico, Vito Fraschini spiega che “i consumatori in Italia e in Europa devono sapere che dietro questo prodotto ci sono imprese, storia, tradizioni. L’uva da tavola, coltivata da Barletta fino a Taranto, è una eccellenza non solo di questo territorio ma di tutta la Puglia”. E Germana Pignatelli aggiunge che “abbiamo fatto capire che oltre la produzione di uva da tavola c’è un mondo dietro, c’è un paesaggio che può essere valorizzato e sfruttato in ambito turistico. I nostri vigneti hanno un valore ambientale, i nostri agricoltori sono orientati alla sostenibilità. Noicàttaro è un territorio ricco di tradizioni, cultura e artigianato oltre ad avere il teatro più piccolo del mondo dove è stato girato il film Pinocchio”.
Il ‘Vigna Night’ è stato allietato da prodotti d’eccellenza dell’enogastronomia pugliese quali i formaggi del Caseificio San Marco, focacce e calzoni del panificio Gianna, vini della ‘Enologo per amore’ di Giovanni Aiello e il catering del Casolare di Puglia di Francesco Ferrara. Degna conclusione dell’evento ‘Regina di Puglia’ la firma da parte di 7 Comuni “dell’uva” delle province di Bari e Taranto più Noicàttaro di un impegno a fare rete a sostegno del settore alla presenza dell’assessore all’agricoltura della Regione, Donato Pentassuglia, e del numero uno della Città metropolitana di Bari, Antonio Decaro.
Un’iniziativa unica in Italia nel settore dell’ortofrutta italiana. Mario Schiano di Ismea ha tracciato l’identikit del settore: Italia primo produttore europeo e terzo esportatore al mondo dopo Perù e Paesi Bassi. L’export italiano vale oltre 700 milioni di euro e l’uva è il secondo campione del nostro export ortofrutticolo dopo le mele (1 miliardo). Il settore sta innovando sulla spinta dei consumi che privilegiano le varietà di uva senza semi ormai al 60-70% della produzione. Il 46% della produzione italiana è venduta all'estero, ma finora l'export si concentra in Europa, mentre l'extra Ue è solo l'1,5%. Tra i grandi assenti nella geografia delle nostre esportazioni Usa e Canada, oltre che la Cina, mentre Germania e Francia sono i mercati più presenti. Conclude Schiano: “I margini di crescita sono enormi: in 5 anni il fatturato dell'export italiano potrebbe raggiungere quota 1,2 miliardi di euro, puntando a un aumento del 30% dei prezzi e del 20% dei volumi".