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Le mostre d’arte da non perdere a marzo 2024 in tutta Italia

Sono tante le mostre da vedere viaggiando lungo lo Stivale. Al Nord i maestri Cézanne e Renoir, Monet, Guercino. Al Centro uno dei più grandi pittori del Duecento italiano “Il Maestro di Francesco”. Al Sud le Sirene di Fabrizio Cotognini

di MONICA GUERCI -
2 marzo 2024
Paul Cézanne - Trois baigneuses (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski)

Paul Cézanne - Trois baigneuses (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski)

E’ un lungo viaggio nel mondo dell’arte quello da percorre a marzo. Un viaggio attraverso la bellezza, il sublime, l’amicizia, il provocatorio e l’impossibile, le emozioni che proviamo mentre osserviamo le opere di grandi artisti. Ecco le mostre imperdibili, con uno sguardo privilegiato sul panorama artistico che dal passato arriva ai giorni nostri. Un’occasione per lasciarsi trasportare, viaggiare e scoprire le meraviglie che l’Italia dei musei e delle gallerie può offrire.

Leggi anche: Le mostre d’arte da febbraio

Cézanne e Renoir

Milano, dal 19 marzo al 30 giugno

Paul Cézanne - Trois baigneuses (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski)
Paul Cézanne - Trois baigneuses (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski)

A Palazzo Reale a Milano 52 capolavori provenienti dalle collezioni del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie di Parigi ripercorrono la vita e l’opera di Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, maestri che hanno contribuito in maniera decisiva alla nascita dell’Impressionismo, che compie 150 anni, il prossimo 15 aprile 2024. La mostra dal 19 marzo al 30 giugno esplora le differenti interpretazioni di paesaggi, nature morte, ritratti e nudi, e come questi abbiano influenzato generazioni successive di artisti, tra cui Pablo Picasso. Un viaggio tra i loro dipinti più iconici che celebra l’amicizia, l’ispirazione reciproca e l’evoluzione stilistica di due maestri che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. La rassegna è curata da Cécile Girardeau, conservatrice del Museé d’Orsay, e Stefano Zuffi, storico dell’arte.

Info: www.palazzorealemilano.it 

Alex Trusty

Milano, dal 2 marzo al 1° aprile 2024

La mostra monografica “Contemporary Museum Watching”, raccoglie a Palazzo Reale a Milano (piazza Duomo 12, Milano) dal 2 marzo al 1° aprile 2024, 62 scatti del fotografo Alex Trusty, esposti per la prima volta al pubblico. Le opere sono tratte da una selezione di scatti realizzati fra il 2015 ed il 2023 in oltre 80 musei, ritraendo gli spettatori immersi nella contemplazione di capolavori artistici: dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Borghese, dai Musei Vaticani al Museo Archeologico di Napoli, passando per numerosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il MOMA di New York, il Musée d’Orsay di Parigi, il Musée Magritte di Bruxelles e tanti altri. Nella sua ricerca, Alex Trusty gioca sapientemente con la percezione, coinvolgendo lo spettatore all’interno della composizione stessa, creando suggestive analogie tra le forme e i colori dell’opera e l’osservatore, in una sorta di trappola ottica che incanta lo sguardo. Ingresso libero

Info: www.palazzorealemilano.it 

Mariella Bettineschi

Milano, fino al 24 marzo

Mariella Bettineschi “All in One”, la piccola mostra in corso alla Triennale (fino al 24 marzo, viale Emilio Alemagna 6, Milano) è un viaggio che attraversa stagioni della creatività dell’artista: 23 le opere esposte a rappresentare 40 anni e più di lavoro. Il linguaggio di Mariella Bettineschi introduce riflessioni sulla storia dell’arte dove centrale è il ritratto femminile che decontestualizzato e rielaborato raggiunte intensi risultati visivi, uno sguardo quello di Bettineschi spesso indicato come “femminista”. A cura di Paola Ugolini, l’esposizione comprende quattro gruppi di lavori realizzati fra il 1980 e il 2023, tra le quali le serie Morbidi e Piumari, organze imbottite di bambagia o di piume, decorate con parole di oro colato o trapunte di ciniglia, filo di nylon o di metallo e perline e L’era successiva, serie che nasce nel 2008 quando l’artista inizia a sperimentare lo sdoppiamento fotografico di nature, biblioteche e ritratti femminili. In queste immagini Mariella Bettineschi decide di spostare l’attenzione dal presente al futuro, su quello che verrà dopo. Ingresso libero

Info: triennale.org 

Miranda July

Milano, dal 7 marzo al 14 ottobre 2024

Miranda July, Fondazione Prada
Miranda July, Fondazione Prada

Fondazione Prada presenta “Miranda July: New Society”, la prima esposizione museale dedicata all’opera di Miranda July dal 7 marzo al 14 ottobre 2024 (anteprima stampa 6 marzo), negli spazi di Osservatorio Prada in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Curata da Mia Locks, “Miranda July: New Society” ripercorre la carriera trentennale dell’artista, regista e scrittrice americana dagli anni Novanta a oggi, presentando cortometraggi, performance e installazioni. La mostra include il nuovo lavoro F.A.M.I.L.Y. (Falling Apart Meanwhile I Love You), un’installazione video multicanale che documenta la collaborazione di un anno tra July e sette performer su Instagram. "Il lavoro di July prende in esame una serie di relazioni umane e forme di intimità. Mettendo in discussione le gerarchie consolidate e le dinamiche di potere convenzionali, l’artista assume una posizione dichiaratamente femminista che attraversa i diversi media che ha utilizzato nella sua carriera”, afferma Locks.

Info: fondazioneprada.org 

Adrian Piper

Milano, dal 20 marzo al 9 giugno 2024

Adrian Piper, Race Traitor, 2018 - © Adrian Piper Research Archive (APRA) Foundation Berlin
Adrian Piper, Race Traitor, 2018 - © Adrian Piper Research Archive (APRA) Foundation Berlin

Al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (via Palestro 14), dal 20 marzo al 9 giugno 2024, arriva “Adrian Piper. Race Traitor” la prima retrospettiva europea dell’artista afro-americana  che ripercorre oltre sessant’anni di carriera, con importanti prestiti internazionali provenienti tra gli altri dal MoMa e dal Guggenheim di New York, il MoMa di San Francisco, l’MCA di Chicago, il MOCA di Los Angeles e la Tate Modern di Londra. Leone d’Oro alla Biennale 2015, Adrian Piper solleva domande spesso scomode sulla politica e l’identità razziale: il suo lavoro è provocatorio e chiede ai visitatori di confrontarsi con se stessi e con la società in cui vivono. Il fulcro della sua pratica teorica, artistica e attivista è il concetto di lotta permanente contro il razzismo, la misoginia, la xenofobia, l’ingiustizia sociale e l’odio, su tutti i fronti.

Info: www.pacmilano.it 

Alessio Franconi

Milano, dal 7 marzo al 14 aprile 2024

Cristallino, foto di Alessio Franconi
Cristallino, foto di Alessio Franconi

“Si combatteva qui! Dalle Alpi ai Carpazi 1914-1918”, la mostra fotografica di Alessio Franconi, a Sala Vatri di Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento (via Borgonuovo 23, Milano), dal 7 marzo al 14 aprile 2024 ripercorre attraverso splendide immagini i sentieri della Grande Guerra accompagnando in un lungo viaggio dalle Alpi fino ai Monti Carpazi, per non perdere la memoria di chi partì per non tornare, verso una più profonda comprensione del valore della pace. Partendo dalle origini della sua famiglia, decimata dalla Grande Guerra e colpita dalla Seconda guerra mondiale, l’autore ha deciso di ripercorrere le orme dei propri bisnonni per ricordare la tragedia che toccò le vite di milioni di europei. Dietro alla macchina fotografica si cela un sentimento di pietà per i caduti e di fratellanza tra i popoli. Scatto dopo scatto ci si addentra nei sentieri della Guerra Bianca fino a spingersi oltre i tremila metri di quota. Luoghi alienati dalla realtà dove si fronteggiarono l’Esercito Italiano e quello Austroungarico. La mostra fotografica giunge al Museo del Risorgimento alla sua 41° tappa, dopo un lungo itinerario di esposizioni che va da Roma fino ad Helsinki. Ingresso libero

Info: www.comune.milano.it

Guercino, il mestiere del pittore

Torino, dal 23 marzo al 28 luglio 2024

Guercino, Liberazione di san Pietro, circa 1622, Madrid, Museo del Prado
Guercino, Liberazione di san Pietro, circa 1622, Madrid, Museo del Prado

Oltre 100 opere di Guercino e dei suoi contemporanei, tra cui i Carracci, Guido Reni e Domenichino, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni, tra cui il Prado e il Monastero dell’Escorial, per presentare la grande arte del Maestro emiliano e insieme raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento, in un affascinante affresco del sistema dell’arte. In esposizione ai Musei Reali Torino (Piazzetta Reale, 1 Torino), Sale Chiablese dal 23 marzo al 28 luglio capolavori di rara bellezza, alcuni dei quali riuniti per la prima volta.

Info: museireali.beniculturali.it 

Arturo Martini

Savona, dal 22 marzo al 15 luglio

Arturo Martini, Il Veglione 1929-1930. Tappeto, dettagli. Ph.Jorge Felix Diaz Urquiza
Arturo Martini, Il Veglione 1929-1930. Tappeto, dettagli. Ph.Jorge Felix Diaz Urquiza

Scoperte a Savona le prime – e forse uniche – sei opere tessili inedite di Arturo Martini, che saranno al centro della mostra “Arturo Martini. La trama dei sogni. Tessuti, ceramiche, dipinti”  in programma dal 22 marzo al 15 luglio 2024 al Museo della Ceramica di Savona (via Ambrogio Aonzo 9, Savona) e in parte alla Pinacoteca Civica (piazza Gilbert Chabrol 2, Savona), in collaborazione con la Wolfsoniana Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova. I tappeti al centro della mostra, affrontano una varietà di temi, tra cui il sogno, la fiaba e l’infanzia, tra le opere esposte Ofelia, Il Veglione e Il Circo, I saltimbanchi, disegnati alla fine degli anni Venti dall’artista e realizzati da Mita, Manifattura italiana tappeti artistici di Genova Nervi per Diana, azienda dell’architetto Mario Labò. Questi capolavori erano noti solo attraverso i disegni menzionati nella letteratura critica, ma le loro esecuzioni effettive sono rimaste un mistero fino ad oggi. La mostra esplorerà il rapporto di Martini con l’arte tessile, evidenziando il suo periodo trascorso tra Albisola, Genova e Vado Ligure, dove ha vissuto e lavorato tra il 1920 e il 1932, dando vita a molti dei suoi lavori più celebri. La mostra approfondirà anche la storia della Mita, fondata nel 1926 a Nervi. Fabbrica legata a figure come Fortunato Depero e Gio Ponti. Il primo piano del Museo della Ceramica ospiterà anche un allestimento di tessuti e ceramiche di ispirazione martiniana dell’artista Alessandro Teoldi (Milano, 1987), in partnership con la galleria Capsule di Shanghai.

Info: museodellaceramica.savona.it 

Shahryar Nashat

Lugano, dal 17 marzo al 18 agosto

Il Masi di Lugano (Museo d’arte della Svizzera italiana) dal 17 marzo al 18 agosto 2024, ospita Streams of Spleen, mostra personale di Shahryar Nashat a cura di Francesca Benini. Un progetto site specific nello spazio della sala ipogea del Masi dell’artista visivo che con le sue nuove opere intende esplorare il corpo umano, le sue percezioni e rappresentazioni, esponendo il visitatore a una sensazione di fascino e disagio. Le opere esposte sono inserite in relazione con l’architettura modificata e danno vita a un ambiente multisensoriale. Attraverso video, sculture e installazioni, l’artista crea esperienze che evocano emozioni e stati d’animo difficili da esprimere razionalmente. Al centro della mostra è il nuovo video Streams of Spleen (2024), trasmesso in loop su una grande parete di schermi luminosi. In quest’opera, che vede protagonisti i lupi, Nashat esorta ad allontanarsi dalla prospettiva umano-centrica e ad assumere il punto di vista animale.

Info: www.masilugano.ch 

Monet

Padova, dal 9 marzo al 14 luglio 2024

Claude Monet, Ninfee, olio su tela, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Paris
Claude Monet, Ninfee, olio su tela, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Paris

Da non perdere a Padova la mostra “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi” al Centro Culturale San Gaetano - Altinate  (via Altinate 71 Padova), dal 9 marzo al 14 luglio 2024. Protagonista ancora l’impressionismo con una monografica dedicata al padre della corrente artistica Claude Monet, tra i pittori più amati di sempre. Oltre 50 capolavori provenienti da Parigi, tra questi: le famosissime, Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), oltre alle opere di grandi dimensioni come le Ninfee (1917-1920) e i Glicini (1919-1920). La mostra è anche un evento unico per il pubblico italiano che, per l’ultima volta, potrà ammirare questo nucleo di opere straordinarie prima che possano essere nuovamente esposte in Italia per i prossimi anni.

Info: www.arthemisia.it 

Luigi Ghirri e altri sguardi

Reggio Emilia, fino a 10 marzo

Grande successo di pubblico per “Un piede nell'Eden con l'obiettivo di Luigi Ghirri (1943-1992) e altri sguardi” la mostra in corso al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia (via Spallanzani, 1 Reggio Emilia), con ingresso gratuito sarà prorogata fino al 10 marzo. L'esposizione propone un'ampia riflessione sull'elemento naturale mettendo in dialogo tre esperienze che si svolgono all'incirca negli stessi anni e in cui "fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all'interno del nostro orizzonte percettivo nel quale, spesso, occupa un ruolo secondario, di sfondo". Nel corridoio centrale, dedicato all'opera di Ghirri, sono presentate immagini realizzate prevalentemente in parchi e giardini fra il 1984 e il 1988. Nella seconda parte è riallestita una selezione di foto provenienti da 'Giardini in Europa', mostra collettiva realizzata nel 1988 con la curatela di Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, in cui sono presentati gli esiti delle ricerche condotte in aree verdi in Italia e all'estero dagli artisti internazionali Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Verena Von Gagern e Cuchi White. 'L'Architettura degli Alberi' di Cesare Leonardi e Franca Stagi, opera monumentale pubblicata nel 1982 per lo studio e la conoscenza della struttura degli alberi.

Info: www.musei.re.it

Torn Curtain

Verona, fino al 4 maggio

"Torn Curtain. Buongiorno, buonasera" è la mostra in corso a Studio la Città (via Lungadige Galtarossa 21 - Verona) nata ‘per inciampo’ e per una ‘consuetudine elettiva’ che da tempo intercorre tra Hélène de Franchis e Luca Massimo Barbero e i loro due diversi percorsi. La signora, gallerista da oltre 53 anni, e il ragazzo diventato curatore e professore storico dell’arte hanno qui scelto il titolo di un film di Alfred Hitchcock, come Barbero attua in alcuni progetti speciali. Una mostra misteriosa e inconsueta. Oltre 100 le opere esposte di 50 artisti, tra cui un affondo sugli anni ’80, la fotografia e la moda, artisti internazionali e nudi ad inchiostro legati, slegati, ai mondi fragili della ceramica, dei paesaggi del ‘900, delle opere astratte, così come incisioni e disegni pieni di mistero e di apocalisse. Superato il sipario d’ingresso si entra in una scena hitchcockiana, dove gli indizi sono tutti nei dettagli delle opere e in misteriose relazioni tra loro: un bestiario in bronzo e Lucio Fontana, un pittore diabolico e simbolista come Mario De Maria con Alberto Martini, Giorgio de Chirico e Richard Avedon - insieme ad alcuni artisti contemporanei di più generazioni. Tutte opere che il pubblico potrà indagare per individuare affinità impreviste e fuori dagli schemi. Due appuntamenti gratuiti a marzo accompagneranno nel percorso espositivo, per partecipare è necessario registrarsi scegliendo la data: sabato 9 marzo (ore 11), venerdì 15 marzo (ore 16.30).

Info: studiolacitta.it 

Il Maestro di Francesco

“L’enigma del maestro di Francesco. Lo stil novo del duecento umbro”. Dossale, dolenti
“L’enigma del maestro di Francesco. Lo stil novo del duecento umbro”. Dossale, dolenti

Perugia, dal 10 marzo al 9 giugno 2024

La Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19 Perugia) ospita dal 10 marzo al 9 giugno 2024 la mostra “L’enigma del maestro di Francesco. Lo stil novo del duecento umbro”. Curata da Andrea De Marchi, Veruska Picchiarelli, Emanuele Zappasodi, l’esposizione che rientra nelle celebrazioni per l’ottavo centenario dall’impressione delle stigmate a san Francesco, presenta, per la prima volta riuniti, sessanta capolavori che tornano in Umbria da vari musei del mondo: dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington. Un'occasione straordinaria per comprendere il fervore religioso, culturale e artistico che nel corso del Duecento rese l'Umbria - in particolare il “triangolo” Assisi-Perugia-Orvieto - il fulcro di rinnovamento destinato a irradiarsi in tutta Europa, forte soprattutto della spinta impressa dal nascere del movimento francescano e dal sorgere del complesso architettonico assisiate destinato ad accogliere le spoglie del Santo. Tra i massimi interpreti di questa rivoluzione vi fu un pittore la cui identità è ancora oggi misteriosa ma il cui stile raggiunse altissimi livelli, noto oggi con il nome di “Maestro di San Francesco”, che diede un impulso fondamentale al diffondersi del messaggio di fratellanza del "poverello" di Assisi. Si tratta in assoluto uno dei più grandi pittori del Duecento italiano, dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue. Dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, che conserva il principale nucleo delle opere su tavola del Maestro di San Francesco, il percorso si estende idealmente al ciclo con Storie del Cristo e storie di san Francesco eseguito dal pittore nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi. L’esposizione avrà come cardine la Croce datata 1272, proveniente dalla chiesa perugina di San Francesco al Prato (tra i pezzi più importanti della Galleria), attorno cui ruoteranno gran parte delle opere del pittore. In una vetrina climatizzata verrà collocata la sezione superstite del dossale opistografo (dipinto su entrambi i lati) che sull’altare maggiore di San Francesco al Prato integrava visivamente la grande Croce.

Info: gallerianazionaledellumbria.it

Giacomo Matteotti

Roma, dal 1º marzo al 16 giugno 2024

In occasione del centenario della morte di Giacomo Matteotti, il Museo di Roma, Palazzo Braschi (piazza San Pantaleo 10, Roma) rende omaggio al deputato e segretario del Partito Socialista Riformista con la mostra “Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della Democrazia”. Aperta al pubblico dal 1° marzo 2024, l’esposizione ripercorrerà la vita di Matteotti, figura centrale per la storia del ‘900, il cammino politico e la drammatica fine. A cura dello storico Mauro Canali, la mostra presenta materiali inediti, dai documenti alle lettere, oltre alle fotografie e ai filmati dell’Archivio Storico Luce e della Rai. 

info: museodiroma.it

La Colonna Traiana

Roma, fino al 30 aprile

Colonna Traiana, la mostra al Colosseo, Roma
Colonna Traiana, la mostra al Colosseo, Roma

L’estrazione del marmo, il viaggio, la posa, la fortuna nei secoli. La storia della Colonna Traiana nella mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al secondo ordine del Colosseo, fino al 30 aprile. Un’opera politica, simbolica, ingegneristica, narrativa e scultorea illustrata a tutto tondo in un percorso espositivo promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo e dal Museo Galileo di Firenze. Circa trecento metri di decorazioni che rievocano la conquista della Dacia da parte dell’imperatore Marco Ulpio Nerva Traiano (53 d. C.-117) scolpiti nel marmo di Carrara (giunto a Roma via terra, mare, fiume). L’allestimento corre su due registri narrativi: quello più storico e artistico, con l’ardita ricostruzione del fregio in scala 1:1 le cui spire si avvolgono sui pilastri del Colosseo e quello invece più tecnico, con le tappe del trasporto e lavorazione del marmo, fino ad arrivare alla idolatria e all’uso politico dei sovrani d’Europa che ne pretesero la riproduzione attraverso le riproduzioni e i calchi di questo indiscusso capolavoro. Completano il racconto i principali strumenti antichi utilizzati per l’estrazione dei blocchi di marmo, per il trasporto su imbarcazione e per la messa in opera, assieme ai modelli ricostruttivi delle macchine da cantiere dell’epoca (gru, torri, ruote), realizzati da Claudio Capotondi, novello “Maestro delle Imprese di Traiano”. Materiali multimediali, oltre che nuove immagini del fregio, portano il racconto a diretto contatto con i visitatori. La mostra è compresa nel biglietto d’ingresso al Colosseo.

Info: colosseo.it 

Fabrizio Cotognini

Napoli, fino al 30 marzo 2024

“Phtongos” è il titolo della personale di Fabrizio Cotognini, in corso a Palazzo Caracciolo di Avellino (Largo Proprio D'Avellino 17, Napoli) fino al 30 marzo 2024. Alle sirene, interpreti di storie antiche avvolte da un’aura di mito e fascino, visceralmente legate - attraverso la celebre leggenda di Partenope - alla città Napoli, l’artista marchigiano dedica la sua mostra: il titolo “Phtongos” evoca, infatti, una delle parole utilizzate da Omero per descrivere la voce delle sirene. Disegni di grandi dimensioni, minuscole sculture e proiezioni guideranno i visitatori in un percorso di recupero e riscoperta di esseri antropomorfi legati all'iconografia delle Sirene svelando le connessioni tra antropologia, territorio e contesto sociale e riflettendo al contempo su tematiche attuali quali la politica, la sociologia e l’ecologia. Ingresso gratuito

Info: fondazionemorragreco.com

Elliott Erwitt

New-York, 1954, Marilyn Monroe nel celebre scatto di Elliott Erwitt
New-York, 1954, Marilyn Monroe nel celebre scatto di Elliott Erwitt

Bari, fino al 31 marzo 2024

E’ in corso a Bari (fino al 31 marzo) al Teatro Margherita (piazza IV Novembre, Bari) “Elliott Erwitt Icons”, l’esclusiva mostra che raccoglie gli scatti più iconici del fotografo statunitense Elliott Erwitt, recentemente scomparso. Il volto malizioso di Marilyn Monroe, un bacio sfiorato riflesso in uno specchietto, un delicato passo di danza tra le pozzanghere di una Parigi bagnata dalla pioggia: questi sono solo alcuni dei momenti catturati nell'affascinante mondo in bianco e nero di Elliott Erwitt. Un percorso fotografico che racchiude la lunga vita professionale dell’artista attraverso le sue più celebri fotografie. Noto per il suo sguardo poetico sulla vita quotidiana e per la sua capacità di trasformare momenti fugaci in opere d'arte, Erwitt ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo della fotografia. Dai cani antropomorfi ai potenti della terra, dalle grandi star del cinema, ai suoi bambini: il percorso espositivo rappresenta un compendio unico di umanità, leggerezza e profondità. Si incontrano i famosi ritratti di Che Guevara, di Kerouac, di Marlene Dietrich e fotografie che hanno fatto la storia, come quella che immortala il diverbio tra Nixon e Krusciov, il funerale di Kennedy, il grande match tra Frazier e Alì, così come California Kiss tra le immagini più amate dal pubblico. La parte conclusiva della mostra restituisce una dimensione profondamente umana dell’uomo dietro l’obiettivo, in una collezione di autoritratti che svela un’inedita prospettiva del grande fotografo: irriverente e stravagante, animato dallo spirito del gioco e dal gusto per l’ironia. Visite guidate ogni sabato alle 12 e alle 17.

Info: www.elliotterwittbari.it