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Il Friuli Venezia Giulia da scoprire seguendo il naso

di GRAZIELLA LEPORATI -
8 maggio 2023
Miramare

Miramare

Fra esperienze gastronomiche, degustazioni olfattive, passeggiate in natura fra i roseti della regione, vignelaguna e montagna.  Molte sono le opportunità per costruire la memoria olfattiva di un viaggio, altrettante le ragioni per intraprenderlo sulle coste, in collina e sulla montagna del Friuli Venezia Giulia. Da un recentissimo articolo a firma di Julia Eskins pubblicato sul National Geographic Italia emerge che sempre più strutture ricettive si stanno affidando a esperti profumieri per permettere agli ospiti di sperimentare l’ambiente circostante in maniera fortemente emozionale. I profumi sono in grado, infatti, di imprimere nella memoria ricordi indelebili evocando luoghi e sensazioni vissuti per molto tempo e le peculiarità botaniche e paesaggistiche del Friuli Venezia Giulia sono talmente varie da poter scegliere un itinerario olfattivo personalizzato in base alle proprie preferenze. Il profumo è uno dei sensi più potenti dell'essere umano, capace di evocare ricordi, emozioni e stati d'animo. Molte sono state le opere letterarie che hanno esplorato il tema del profumo, in particolare quello dei cibi, dei fiori e degli ambienti. Molti autori  hanno esplorato il tema del profumo dei cibi fra cui Joanne Harris, con il suo romanzo "Chocolat", e Laura Esquivel, autrice di "Come acqua per cioccolato". Entrambe le opere utilizzano il cibo come simbolo per esplorare temi più profondi come l'amore, la tradizione e la cultura. Per quanto riguarda il profumo dei fiori, ci sono numerosi scrittori che ne hanno parlato, tra cui Emily Bronte con "Cime tempestose", dove i fiori diventano un simbolo dell'amore e della morte. Anche Marcel Proust in "Alla ricerca del tempo perduto" fa frequenti riferimenti ai profumi, che evocano ricordi e sensazioni. Infine, per quanto riguarda il profumo degli ambienti, ci sono numerosi scrittori che hanno parlato dell'odore delle città, dei paesaggi e dei luoghi. Ad esempio, Italo Calvino nel suo "Le città invisibili" utilizza gli odori come strumento per descrivere le città immaginarie. Anche Gabriel Garcia Marquez in "Cent'anni di solitudine" descrive gli odori della giungla sudamericana in modo evocativo e suggestivo. Il Giardino delle azalee di Gorizia A Gorizia, all’interno del parco Piuma, si estende l’area botanica creata da Luciano Viatori, uno spazio nato negli anni ‘70 per sua volontà, con tre terrazzamenti di piante che sprigionano i migliori profumi in primavera. Dal giardino si gode di una vista splendida su Gorizia e Nova Gorica (insieme Capitale europea della cultura 2025), sull’Isonzo, sul Carso e sulle Prealpi. Da marzo a giugno si possono ammirare e odorare centinaia di rododendri e azalee, collezioni di lillà, ortensie, spiree, viburni, osmanti, peonie, rose rampicanti, pruni e meli da fiore, e un centinaio di magnolie caducifoglie.  Il periodo migliore per godere dei profumi sprigionati dai bucaneve e dai narcisi è legato alla fine dell’inverno, quando anche le aiuole si colorano di Phlox e Iberis, cuscini profumatissimi. Dalla primavera all’autunno predominano le fragranze sprigionate da un bouquet intenso e avvolgente di iris, peonie, Hemerocallis, Hosta, salvie, papaveri, Agapanthus, astri, gladioli, gigli, dalie e ciclamini. L’apertura del Giardino delle azalee di Gorizia è prevista per i primi giorni di aprile.   Il Roseto di Cordovado Il castello di Cordovado testimonia tracce d’epoca preistorica e fu successivamente meta di un insediamento romano.  Della struttura originaria rimangono le torri scudate e parte delle mura di cinta, al cui interno si trovano la chiesa del XII secolo, il palazzo Agricola del XV secolo, le casette medievali e Villa Freschi Piccolomini risalente al 1511. Il giardino è stato progettato sfruttando elementi del paesaggio. I fossati, le colline, le mura, i resti della strada romana compongono un suggestivo labirinto le cui pareti sono in realtà piante di rose damascene che guidano il cammino accompagnando lo stesso di un profumo intenso e inebriante. Queste rose appartengono a una varietà che fiorisce esclusivamente nei mesi primaverili quando il roseto viene aperto a visite guidate. Il sentiero della salvia in Carso Fra le aree naturalistiche del territorio goriziano e triestino, l’altipiano roccioso del Carso offre molte opportunità escursionistiche uniche. Un sentiero in particolare, circondato dalla salvia selvatica che in alcuni mesi dell’anno sprigiona un aroma inconfondibile, è fra le mete migliori per una passeggiata in natura con lo sguardo verso il mare. Il tratto da percorrere collega Aurisina e Santa Croce nella cornice del Carso e proprio grazie alla pianta erbacea medicinale salvia officinalis il cammino si impregna di profumo. Lungo sentiero della salvia si potranno osservare anche il leccio e il terebinto, nonché diverse piante aromatiche, sommaco, ginestre, pini marittimi. Il tracciato è riparato dalla bora, quindi anche i profumi permangono a lungo in questo luogo. Il parco del castello di Miramare Il castello di Miramare e il suo parco sorgono per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo attorno al 1855. L’arciduca e la sua consorte Carlotta del Belgio hanno lavorato per accogliere in questo spazio un numero elevato di piante provenienti da tutto il mondo, ancora oggi testimoni della forte biodiversità che profuma l’aria con spiccati sentori mediterranei. Fino all’11 giugno viene organizzata al castello di Miramare la mostra “ARS Botanica. Giardini di carta”, un’esposizione dedicata alla collezione dei libri di botanica, fiori, piante e giardini che i due regnanti collezionarono nella loro vita di studi. E molte altre sono anche le novità previste nel 2023 nel complesso del parco del castello, fra cui il Mira-Lab, spazio educativo inclusivo e multifunzionale, e la riapertura del Castelletto, che è stato oggetto di restauro ed è pronto ora a ospitare le visite guidate. Per fine maggio saranno aperte al pubblico le cucine storiche, mentre si attenderà l’estate per poter visitare il salottino cinese. Inoltre, verso la fine del 2023 sarà terminato il restauro delle serre antiche, dove verranno realizzati impianti di distribuzione dell’acqua corrente, impianti elettrici e di riscaldamento per ridestinarle all’originale utilizzo. L’aroma del Picolit Il Picolit è un vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli Venezia Giulia e il passito prodotto da quest’uva sprigiona profumi dolci, di miele d’acacia, pesca e albicocche mature. La storia del Picolit ha avuto origine nella zona di Rosazzo, nella Doc Friuli Colli Orientali. Si tratta una varietà difficile da coltivare e le rese sono basse: i grappoli vengono raccolti a mano per non far rovinare il frutto e pertanto, oltre a un buon bicchiere di Picolit, bevuto magari da uno dei produttori della Strada del Vino e dei Sapori del FVG, un’esperienza olfattiva consigliata è recarsi nei paesi di produzione in periodo di vendemmia quando l’aria si arricchisce di dolci profumi. L’aria di San Daniele del Friuli Fra le esperienze sensoriali enogastronomiche, il paese di San Daniele del Friuli è sicuramente una meta importante. Partendo dalla piazza principale, si può procedere alla scoperta dei prosciuttifici e ritrovare l’aroma delicatissima, ma incisiva del famoso prosciutto di San Daniele Dop. Il microclima, assieme alle maestranze locali, è il principale artefice delle qualità di questo affettato. Il centro collinare di San Daniele del Friuli è attraversato dai venti di nord est che soffiano dalle Alpi Carniche all’Adriatico e il suolo vanta una capacità igroscopica che drena l’acqua e l’umidità. L’effetto di queste variabili genera un ambiente unico con ventilazione permanente e umidità moderata. Le coltivazioni di montagna e le piante spontanee di riviera Ci sono alcuni luoghi in regione che sono stati oggetto di studio di profumieri e botanici e hanno dato vita a prodotti ed essenze. Altri territori, come Piancavallo, hanno da sempre puntato sulla coltivazione di piante curative e l’arnica ne è un esempio concreto. È un’esperienza olfattiva intensa, dal gradevole sentore aromatico quella sprigionata dalla pianta che fiorisce verso la fine di giugno, consigliata e ricercata da molti amanti della montagna. Dalle piante si ricavano prodotti di alta qualità sfruttando le preziose proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e anti-ecchimotiche dell'arnica. In riviera, invece, grazie alla riscoperta dell’orchidea nana selvatica Sphedodes Atrata Miller, che cresce fra le dune sabbiose della costa, è stata creata l’essenza di riviera. Utilizzata da un laboratorio locale per produrre cosmetici, l’essenza diventa un ricordo per i turisti che lasciano la città portando con sé un pizzico del profumo locale.