
Un castello rinascimentale circondato dal verde del vigneto più esteso dell’Alto Adige, coltivazioni estreme su pendenze superiori al 60 per cento, vini rari e preziosi custoditi in una miniera d’argento al confine con l’Austria. E poi ancora uve coltivate a mille metri d’altezza, cantine che nascondono in profondità botti secolari e che convivono con le lavorazioni del futuro, tutto all’insegna della sostenibilità. Perché il progresso non si ferma mai. C’è un territorio fra il paese di
Castel Ringberg
Karoline e Julia Walch sono le eredi di quinta generazione di una famiglia che si dedica al vino da più di un secolo. Alle loro spalle c’è Elena Walch, considerata da decenni la “Grande Dame” del panorama vinicolo italiano. E’ lei che ha fatto compiere il salto di qualità al vino prodotto dalla famiglia. Un esempio di questo incontro fra antico e moderno è Castel Ringberg. Il castello rinascimentale, eretto dalla dinastia imperiale asburgica nel 1620, spicca col suo candore, il tetto spiovente e i battenti delle finestre bianchi e rossi nel bel mezzo del verde dei vigneti affacciati fra i 300 e i 400 metri di altezza sul lago di Caldaro. E’ la tenuta principale di Elena Walch, ma anche il vigneto più grande dell’Alto Adige: 20 ettari in un
Degustazioni
Un paradiso per gli amanti del vino e del suo paesaggio, poiché la tenuta è aperta al pubblico grazie all’Ostaria “Castel Ringberg”, che oltre ai piatti e a una splendida vista propone visite guidate ai vigneti con degustazione finale. “Un’occasione per far capire al pubblico tutto il lavoro che sta dietro a una bottiglia di vino”, spiega Karoline Walch. Non solo. “La parte del turismo del vino è sempre più importante – spiega Julia Walch – Oltre alle visite con degustazione abbiamo anche master class e tour a 360 gradi fra cantina e vigneto”. Qui è anche nata la nuova cantina, ricostruita da una vecchia di più di 140 anni.
Vigna Kastelaz
In questo splendido vigneto sopra il paese di Tramin le pendenze arrivano al 63 per cento. Questo versante gode di una posizione privilegiata: completamente a sud, beneficia del sole tutto il giorno ed è esposto ai venti provenienti dal lago e dalle montagne dolomitiche. Un vigneto estremo, uve raccolte a mano e vini unici, che nascono dal connubio tra suolo calcareo e clima amico. Questi sono i vigneti del Merlot e soprattutto del Gewürztraminer. Il nome
Dall’Alpe di Siusi al lago di Caldaro
Il vino di Elena Walch sale ad alta quota, precisamente nello scenario da fiaba dell’Alpe di Siusi, a quasi duemila metri. Chi arriva qui può gustare piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna da Franz Mulser della Gostner Schwaige, zuppe cucinate con 25 diverse erbe alpine, formaggi di malga, strudel deliziosi. Da gustare al lume delle candele sotto il piccolo porticato, abbinati a vini preziosi. Una sorpresa per il palato ma anche per la vista, dalla pittoresca e piccolissima baita circondata da un panorama mozzafiato, accompagnati dal suono antico del corno alpino.
Donne protagoniste
Elena Walch è la donna della svolta. Da pioniera, è riuscita a portare i vini di questa cantina ai vertici della produzione italiana, trasformandoli in un prodotto elegante e dalla forte impronta. In Alto Adige è arrivata con una laurea in architettura, dopo gli studi a Milano e a Venezia. “L’impronta altoatesina
I vini
Il primo vino di Elena Walch è il “Cardellino”, vintage 1988, il cui nome nasce da un gioco di parole con la traduzione in francese, che assomiglia a Chardonnay (chardonneret). L’ultimo nuovo vino di Elena Walch è “Aton” Riserva Pinot Noir 2017 Alto Adige Doc, presentato a fine 2021. I vini
Argentum bonum, la cantina in miniera
Dal 2011, ogni anno 1200 bottiglie speciali vengono messe ad affinare per il tempo necessario nelle gallerie di una miniera in Val Ridanna, dove nel Medioevo veniva estratto argento purissimo. Secondo un documento ufficiale del XIII secolo il metallo di questo sito era ritenuto uno tra i migliori d’Europa. A 2000 metri di quota sono stati infatti riscontrati i parametri di temperatura, umidità e pressione ideali per ottenere il meglio dai vini. “Nella nostra casa di montagna a 2000 metri abbiamo sempre conservato il vino”, racconta Karoline. Soltanto 1200 bottiglie vengono trasportate ogni anno con un piccolo treno di miniera a tre chilometri di profondità della montagna. Qui i vini “argentati”, destinati a un piccolo mercato di intenditori, vengono chiusi in bottiglie con un sigillo di cera e un’etichetta speciale, quella della miniera millenaria, dove riposano prima di rivedere la luce del sole.