Al Cremlino è l’ora del giudizio. Putin pronto a silurare i fedelissimi

Ponte distrutto, lo zar convoca per oggi il Consiglio di sicurezza: "Nell’attacco coinvolti russi e stranieri"

Mosca, 10 ottobre 2022 - Sembra la quiete prima della tempesta. Putin oggi convocherà il Consiglio nazionale di sicurezza, dove siedono tutti i suoi fedelissimi e dove si discuterà sull’attacco al ponte di Crimea. Il presidente, per il momento, non ha commentato l’accaduto né direttamente, né tramite il suo portavoce, Dmitrij Peskov. L’unica notizia filtrata dal Cremlino ieri è stata la preoccupazione sulle condizioni di salute del Patriarca Kirill, grande sostenitore di questa guerra e ha contratto il Covid alla vigilia della cerimonia di annessione alla Russia dei territori occupati. Ma sul ponte silenzio assoluto.

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Il presidente russo Vladimir Putin, 70 anni
Il presidente russo Vladimir Putin, 70 anni

Le notizie che arrivano dalla Crimea parlano di caos. Mappe satellitari hanno evidenziato un intenso traffico di imbarcazioni private, segno che in molti stanno cercando di lasciare la Crimea perché considerata non più sicura. Sergei Aksyonov ha invitato a rimanere sul territorio e a mantenere la calma, perché la situazione è rientrata sotto controllo. Dalle prime luci dell’alba, un gruppo specializzato di sommozzatori ha compiuto un lungo esame sulla struttura . Ieri s era, il presidente del comitato investigativo, Aleksander Bastrukyn, ha relazionato direttamente al presidente Putin, dicendogli che nell’attacco sono coinvolti cittadini russi e stranieri. La versione ufficiale vuole ancora che il ponte sia stato danneggiato dall’esplosione di un camion che arrivava dalla Russia e che aveva passato tutti i controlli. Ma lascia più di un dubbio a molti.

Scacco a Putin, il Cremlino trema

Nel corso del 2022 sono già stati stanziati quasi 40mila euro per garantire la manutenzione e la sicurezza dell’infrastruttura, che era stata inaugurata fra il 2018 e il 2019 e quindi era anche nuova.

I risultati delle indagini dovrebbero essere analizzati proprio dal consiglio di sicurezza che si terrà oggi. Tutti gli occhi sono puntati sul presidente Putin e sulle decisioni che adotterà, soprattutto nei confronti del ministro della Difesa, Sergeij Shoigu, suo amico personale, e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Valerij Gerasimov.

Da due giorni, sui canali Telegram vicini al grupp o di mercenari della Wagner i due vengono dati come in uscita imminente. Ma non bisogna dimenticare che la Wagner è di proprietà di Evgenij Prigozhin, che con il presidente della Cecenia, Ramazan Kadirov ha criticato a più riprese da gestione della guerra da parte dei due, invocando l’utilizzo dell’arma nucleare. I nomi che vanno per la maggiore come successori sono Alexeij Dyumin, governatore per la regione di Tula, per Shoigu e vice comandante in capo delle forze di terra, generale Aleksander Motovnikov per Gerasimov.

Secondo il consigliere del ministro dell’Interno, Vadim Denisenko, potrebbe non cambiare nulla, perché, con la rimozione dei due, poi il potere sarebbe troppo sbilanciato a favore dei servizi segreti. Segno che la faida interna fra intelligence da una parte e militari e ministero della Difesa dall’altra c’è e stanno facendo di tutto perché non esploda pubblicamente.