Proteste in Iran, Khamenei incolpa Usa e Israele. Ancora disordini in università e scuole

Il leader supremo: "Ogni persona saggia sa che dietro gli incidenti ci sono mani straniere". Sei stati Ue pronti a sanzioni

Teheran, 3 ottobre 2022 - Alla luce delle proteste in seguito alla morte della giovane Mahsa Amini, la Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, oggi nel suo primo intervento a riguardo (in occasione di una cerimonia di diploma di cadetti dell'esercito e della polizia), ha puntato il dito contro Stati Uniti e Israele, sostenendo che reazioni per "creare insicurezza, bruciare il Corano, le moschee, le banche, le auto e togliere le sciarpe delle donne. Non erano atti normali. Erano pianificati". "Dico chiaramente - ha aggiunto - che queste rivolte e l'insicurezza sono state progettate dall'America e dall'usurpatore regime sionista, così come dai loro agenti pagati, con l'aiuto di alcuni iraniani traditori all'estero". Ma non solo: "Alcune persone che partecipano ai disordini in corso per la morte di Mahsa Amini sono membri del gruppo Mojahedin-e-Khalq Organization - Mko, ritenuto terrorista da Teheran - oltre a separatisti, monarchici e membri della famiglia dei servizi segreti dello scià spodestato".

Ancora proteste in scuole e università 

Ma mentre oggi il leader iraniano parlava, i tumulti non cessavano. Il popolo iraniano e gli studenti delle università e delle scuole del Paese, infatti, hanno continuato a protestare, per il 17esimo giorno consecutivo. Gli studenti dell'Università della Tecnologia Sharif di Teheran sono stati duramente attaccati la notte scorsa con colpi d'arma da fuoco e gas lacrimogeni dalle forze delle Guardie Rivoluzionarie, dalla polizia e dagli agenti in borghese. Un gran numero di persone a Teheran si è recato all'Università Sharif dopo la richiesta di aiuto degli studenti ieri sera: molti hanno percorso in auto le strade intorno all'università, suonando i clacson e gridando slogan. Decine di studenti della Sharif sono stati arrestati. Secondo quanto riportano i social media, oggi gli studenti di 111 università - tra cui quelle di Teheran, Isfahan, Kermanshah, Tabriz e Semnan - hanno scioperato a sostegno degli studenti dell'Università Sharif, dove inoltre le lezioni in presenza sono state sospese. "A causa degli eventi recenti e della necessità di proteggere gli studenti, tutte le lezioni si terranno on-line da lunedì", ha riportato Mehr.

Proteste anche in alcune scuole. Delle studentesse si sono tolte l'hijab e hanno intonato canti contro i "mullah", simbolo della repubblica islamica. Video delle dimostrazioni che sarebbero stati girati nella città di Shiraz sono stati diffusi sui social network anche da corrispondenti della stampa estera in Iran.

Il discorso di Khamenei

Il leader iraniano ha continuato il suo discorso, andando contro i giovani. "La magistratura dovrebbe processarli, compatibilmente con il loro ruolo nei disordini di piazza", ha sottolineato Khamenei affermando che "tra il piccolo numero di rivoltosi, ci sono anche giovani... Dovrebbero essere puniti in modo che si rendano consapevoli dei fatti". "Coloro che hanno sostenuto i manifestanti all'inizio dovrebbero compensare le loro azioni e annunciare esplicitamente la loro opposizione alle trame dei nemici stranieri", ha detto.

L'Ayatollah Ali Khamenei, il leader supremo iraniano (Epa)
L'Ayatollah Ali Khamenei, il leader supremo iraniano (Epa)

"Durante i disordini in corso, la polizia e le forze Basij (di mobilitazione) e la nazione sono state oppresse", ha aggiunto il leader. "Ci siamo anche dispiaciuti per la morte di Amini, ma la reazione e i disordini nelle strade non erano normali. I nemici hanno abusato della questione per creare insicurezza nel Paese con l'aiuto di alcuni iraniani traditori all'estero". Deplorando il sostegno internazionale alle proteste, Khamenei ha aggiunto: "Il presidente degli Stati Uniti e le altre autorità americane e i loro Stati mercenari nella regione, tra cui l'Arabia Saudita, e i loro media affiliati hanno sostenuto i rivoltosi, e in una mossa senza precedenti gli americani hanno detto che forniranno strutture soft e hardware per l'accesso a Internet degli iraniani". "Quindi, ogni persona saggia sa che dietro gli incidenti ci sono mani straniere".

Sei stati Ue pronti a sanzioni contro Teheran

La Germania, insieme ad altri sei Paesi Ue, Francia, Danimarca, Spagna, Italia e Repubblica Ceca, avrebbero presentato proposte per nuove sanzioni europee contro l'Iran. A rivelarlo Der Spiegel secondo cui 16 persone e organizzazioni iraniane potrebbero essere inserite in un elenco di misure a fronte della repressione delle proteste delle donne nel Paese. Sempre secondo il giornale tedesco i ministri degli esteri dell'Ue potrebbero decidere sulle nuove sanzioni nella riunione del 17 ottobre a Lussemburgo

Gli Stati Uniti, invece, nelle parole della la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha fatto sapere: "Siamo inorriditi e allarmati dalla repressione delle proteste in Iran". "Anche se siamo impegnati in negoziati con l'Iran sul nucleare non cederemo di un millimetro sui diritti umani e delle donne nel Paese", ha aggiunto.

Ali Khamenei e le forze armate (Epa)
Ali Khamenei e le forze armate (Epa)

La testimonianza

Raffaele Mauriello, docente che insegna al Dipartimento di Studi Regionali dell'Università 'Allameh Tabatabai' di Teheran, in un'intervista all'Adnkronos ha fatto sapere che in Iran non è in corso una rivoluzione", ma che la crisi raccontata da alcuni media è "ingigantita". "Internet va e viene, ma non ho visto una crisi profonda, non ci sono molti agenti in strada, anche se so che in alcuni quartieri c'è una maggiore presenza", ha detto. Il docente non nasconde tuttavia che nel Paese ci sia un "importante risentimento della popolazione per come sono gestite diverse cose". Chi sta scendendo in piazza oggi, secondo Mauriello, sono soprattutto giovani appartenenti alla "media borghesia" che hanno "un certo tenore di vita", sono "studenti come i miei" che protestano contro chi sta cercando di privarli di "libertà acquisite anche a livello sociale. Con la presidenza Rohani, ad esempio, la polizia politica era scomparsa dalle strade". Per il professore, le rivendicazioni socio-economiche "ci sono sempre, ma in questo caso meno delle altre volte".