Sabato 31 Agosto 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Esteri

Miracoli e apparizioni. La stretta del Vaticano: "Il Papa ha l’ultima parola"

La soprannaturalità di un fenomeno sarà verificata in via del tutto eccezionale. Il cardinale Fernandez: "Con le nuove norme decideremo anche su Medjugorje".

Miracoli e apparizioni. La stretta del Vaticano: "Il Papa ha l’ultima parola"

Miracoli e apparizioni. La stretta del Vaticano: "Il Papa ha l’ultima parola"

CITTà DEL VATICANO

Non basta gridare al miracolo o giurare sui Santi lumi di aver visto la Madonna. Davanti a lacrimazioni di statue della Vergine, messaggi cifrati del Padre eterno e guarigioni sensazionali, la Chiesa stringe le maglie. Se prima era ’sufficiente’ il vescovo per certificare il prodigio, d’ora in avanti solo il Papa potrà autorizzare "una procedura per un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità degli eventi". Ma questo in via del tutto eccezionale, perché la Chiesa, sulla scorta della prudenza già sollecitata da papa Ratzinger in tema di miracoli, ha deciso di evitare pronunciamenti definitivi sulla natura ultraterrena dei fenomeni avvolti dal manto del mistero, anche se spesso imbastiti ad arte da abili truffatori sulla fede dei semplici. Al massimo la Santa sede si limiterà ad autorizzare e promuovere la devozione e i pellegrinaggi nei luoghi simbolo dell’accadimento, qualora riconosca dei segni dello Spirito santo. E fermo restando che un fedele non è mai obbligato a credere ad un miracolo.

Lo stabilisce il nuovo documento del Dicastero per la dottrina della fede contenente le norme sul discernimento di presunti fenomeni soprannaturali. Il testo abroga le procedure varate da papa Paolo VI nel 1978, rese pubbliche solo nel 2011. L’intento del prefetto dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Victor Fernandez, è quello di scongiurare risposte della Chiesa poco ponderate, fughe in avanti e retromarce. Nell’ultimo secolo, per chiarire, ci sono stati casi in cui il vescovo locale (o quelli di una regione) hanno in tempi rapidissimi dichiarato la soprannaturalità di un evento e poi l’ex Sant’Uffizio si è espresso diversamente. Oppure si sono verificati pareri altalenanti da un presule al suo successore in merito a uno stesso fatto. Troppa confusione, amplificata anche dall’avvento dei social. Come nel caso recente della Madonna di Trevignano Romano su cui si è pronunciato il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, parlando di "falsità, spergiuri e testimonianze non concordanti". Sulla presunta veggente, Gisella Cardia, pende il rischio di scomunica, anche se Fernandez, presentando il documento, ha preferito gettare acqua sul fuoco: "Prima si tenta di risolvere bonariamente la questione e siamo ancora in tempo".

In caso di presunti miracoli e apparizioni la decisione spetterà al Dicastero per la Dottrina della fede con sei possibili esiti del discernimento al posto dei consueti constat de supernaturalitate o non constat de supernaturalitate, ossia è o non è un caso soprannaturale. Si andrà piuttosto dalla Declaratio de non supernaturalitate al Nihil obstat che, pur non certificando la dimensione sovrumana del fenomeno – d’altronde Agostino ammoniva: "Se è tutto chiaro, non è Dio" –, riconosce pur sempre segni di un’azione dello Spirito, incoraggiando i vescovi a promuovere la diffusione dell’apparizione o di un altro fatto atipico.

Fra i criteri per la valutazione campeggia la verifica dell’onestà e della stabilità psichica del veggente o guaritore. "Uno può anche presentarsi come guaritore, ma, se non vive nella grazia santificante, è più facile che faccia ca....e", tocca a Fernandez sdoganare la parolaccia in ambito vaticano per ricordare che spesso c’è "un uso di simili fenomeni per trarre lucro, potere e fama". Linguaggio colorito a parte, la stretta mira anche a stemperare le aspettative su presunti casi soprannaturali. A partire dalle apparizioni di Medjugorje. "Con le nuove norme sarà più facile arrivare ad una conclusione prudenziale su Medjugorje", sottolinea il prefetto. Sfoggiando sul caso la compostezza d’ordinanza.