Roma, 21 gennaio 2023 - La Germania si è mobilitata contro i neonazisti, migliaia di persone hanno sfilato ieri per le strade tedesche, dal sud della Baviera alla settentrionale Amburgo, e dall'occidentale Francoforte a Erfurt e Haale/Saale nell'est. Almeno 300.000 ieri, e oggi altre decine di migliaia sono attese a Berlino e Monaco di Baviera. Ma nella capitale bavarese oggi erano troppe le affluenze, e la manifestazione è stata annullata. Secondo gli organizzatori erano presentate 50.000 persone per la marcia, il doppio di quelle registrate, e altre stime valutano anche di più.
L'opposizione al partito Alternative für Deutschland (Afd) sabato è arrivata anche sull'isola turistica di Sylt, sul Mare del Nord. Un posto di villeggiatura noto per le vacanze di lusso, dove circa 600 persone inaspettatamente hanno protestato contro l'estrema destra esponendo cartelli con le scritte "il fascismo non è un'alternativa" e "Non c'è posto per i nazisti".
Manifestazioni benedette dallo stesso cancelliere Olaf Scholz e dal suo partito socialdemocratico (Sdp) in collaborazione con i sindacati, le associazioni e i Verdi, invitando tutti a partecipare.
E la partecipazione sembra diventata più imponente dopo che sono state pubblicate le indiscrezioni di 'Correctiv', dove si rivela di un incontro a novembre a Potsdam tra i politici dell'AfD ed estremisti di estrema destra a cui avrebbero partecipato anche membri del Cdu.
In Germania i partiti politici democratici sono infatti in allarme per l'aumento del sostegno pubblico all'AfD, ora in testa nei sondaggi di tre Stati dell'ex Germania Est in cui si terranno le elezioni regionali nel corso dell'anno. A Potsdam l'argomento principale discusso sarebbe stato la "remigrazione", un termine spesso usato per indicare l'espulsione degli immigrati e delle minoranze, compresi i cittadini tedeschi naturalizzati. Anche il luogo dell'incontro è stato criticato: si trova a poco meno di 10 chilometri dal luogo in cui i leader nazisti si riunirono a Wannsee il 20 gennaio 1942, esattamente 82 anni fa per decidere l'attuazione della "Soluzione Finale della Questione Ebraica", che portò allo sterminio sistematico di 11 milioni di ebrei in Europa.