In Cina è caos Covid: "Rischio un milione di morti". Nuova ondata di contagi: i dati

Dopo l'allentamento delle restrizioni a livello nazionale sale la pressione sulle strutture ospedaliere. La domanda di ricoveri sarà più che doppia rispetto alla capacità ricettiva

Covid, tamponi in Cina (Ansa)

Covid, tamponi in Cina (Ansa)

Roma, 20 dicembre 2022 - Caos Covid in Cina. La nuova ondata di contagi partita dopo l'allenatamento delle misure restrittive rischia di portare il gigante asiatico verso la drammatica soglia di 1 milione di morti. Secondi le proiezioni dei docenti dell'Università di Hong Kong, le riaperture a livello nazionale potrebbero portare a 684 morti per milione di persone, ovvero a circa 964.400 morti nel Paese da 1,4 miliardi di abitanti. L'aumento dei contagi potrebbe provocare un sovraccarico del sistema sanitario, secondo un paper dei ricercatori citato dalla Cnn, in attesa di essere sottoposto a valutazione paritaria.

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L'allentamento delle restrizioni a livello nazionale porterà a una domanda di ricoveri nelle strutture ospedaliere tra le 1,5 e le 2,5 volte superiore alla capacità degli ospedali: lo scenario del collasso sanitario potrebbe essere evitato se la Cina accelererà sulle somministrazioni delle dosi di richiamo dei vaccini e di farmaci anti-virali. Con l'85% della popolazione coperta dalle quattro dosi di vaccinazione, e con il 60% di copertura anti-virale, il numero di decessi potrebbe essere ridotto di oltre un quarto rispetto le stime.

Una donna a Shanghai si sottopone a un tampone Covid (Ansa)
Una donna a Shanghai si sottopone a un tampone Covid (Ansa)

Covid in Cina: cosa sta succedendo

Le autorità cinesi hanno ammesso che è "impossibile" per il sistema tenere traccia del numero di nuovi infetti e il conteggio ufficiale è in contrasto con le segnalazioni di decessi e l'aumentato lavoro delle pompe funebri. Le assenze dal lavoro per il Covid hanno provocato interruzioni nella produzione e nelle catene di approvvigionamento.

La Cina, che settimana scorsa ha annunciato lo stop al calcolo dei contagi asintomatici (che fino a quel momento contavano per circa il 90% dei nuovi casi giornalieri), ha registrato solo sette casi di decessi per Covid (di cui cinque oggi) dall'allentamento alle restrizioni a livello nazionale del 7 dicembre scorso, ma il numero reale di morti potrebbe essere molto più alto. La commissione nazionale per la sanità cinese ha fatto sapere che conteggerà come morti per Covid-19 solo quelle imputabili a un collasso dell'apparato respiratorio dovuto al virus, escludendo quindi dal conteggio ufficiale i morti, soprattutto tra gli anziani, che hanno contratto il virus, ma che soffrivano di patologie pregresse.

Lo scenario delle prossime settimane non è dei migliori: secondo la previsione di uno dei più noti epidemiologi cinesi, Wu Zunyou, l'attuale ondata di contagi potrebbe protrarsi fino a metà gennaio, mentre dalla fine di gennaio a metà febbraio la Cina si attende una seconda ondata, in seguito all'esodo di centinaia di milioni di cinesi per le festività legate al capodanno lunare, che il prossimo anno cadrà il 22 gennaio. La terza ondata è invece attesa per effetto del contro-esodo dopo le feste, tra la fine di febbraio e la metà di marzo 2023.

La situazione negli ospedali

Diversi importanti ospedali si stanno dotando di ventilatori e altre attrezzature di emergenza. I timori riguardano anche gli infermieri delle terapie intensive, tanto che gli ospedali stanno "urgentemente" prendendo in prestito personale da altre strutture per riqualificarlo. Guangzhou, città di 15 milioni di abitanti, ha aumentato il numero di 'fever clinics', per accogliere fino a 110.000 pazienti al giorno, rispetto ai 40.000 previsti attualmente. E sta anche lavorando per aumentare il numero di posti letto in terapia intensiva, passando da 455 a 1.385 entro la fine della giornata, ha riferito il Quotidiano del Popolo. A Nanchino sono stati introdotti limiti all'acquisto di ibuprofene ed altri medicinali mentre, come anche nelle altre regioni, si cerca di fare scorte.