Le sfide di Carlo III: "Tenere unito il regno non sarà semplice. La madre era il perno"

La storica Kewes analizza le prime mosse e le prospettive del monarca: "Finora se l’è cavata meglio del previsto, ma è sotto osservazione. La crisi toglie supporto alla casa reale: troppo lusso non è più ammesso"

Londra, 11 settembre 2022 - "Il regno di Carlo sarà più noioso di quello di Elisabetta". Per Paulina Kewes, storica e professoressa del Jesus College dell’Università di Oxford, le sfide che attendono il nuovo re sono molte, ma già dai primi discorsi ci si poteva aspettare un piglio diverso.

Una stretta di mano fra Carlo III e Paulina Kewes, storica e docente a Oxford
Una stretta di mano fra Carlo III e Paulina Kewes, storica e docente a Oxford

Professoressa, cosa rappresentava Elisabetta? "Era la continuità, un fattore unificante in un periodo di immensi cambiamenti che è durato 70 anni. Molte persone non hanno nemmeno il ricordo di un mondo senza di lei. Durante il suo regno l’Inghilterra ha perso influenza a livello internazionale, c’è stata la Guerra Fredda e poi la Brexit. Per tutti è stato un collante: un capo di Stato capace di sopravvivere ai venti del cambiamento. Era molto rispettata e non ha perso l’affetto del popolo nemmeno negli anni successivi alla morte di Diana. Gli anni della Cool Britannia, tra il 1990 e il 2000, le hanno donato grande popolarità, come dimostrato dal siparietto con James Bond in occasione delle olimpiadi. Ma tra i più giovani c’è delusione per il suo regno".

Cioè? "La gestione dei rapporti con Harry e Meghan è esemplare. Poteva essere un momento per mostrare una monarchia più moderna e aperta nei confronti della diversità, ma non è successo. E poi ci sono gli ultimi scandali che sono usciti, come i tentativi di influenzare alcune leggi, ma di cui per ora, anche per una sorta di rispetto, nessuno parla più".

E ora cosa aspetta Carlo? "La monarchia sarà sotto stretta osservazione. Anche i rapporti con Galles, Scozia e Nord Irlanda saranno messi alla prova".

Quanto è stato importante mandare in diretta mondiale per la prima volta la proclamazione di Carlo? "Il testo stesso dell’atto riflette la tensione tra continuità e cambiamento. Ci sono termini che si usavano al tempo del feudalesimo".

Carlo III che sovrano sarà? Più ambiente e politica, con un pizzico di humor

Per il Commonwealth cosa cambierà? "Carlo ne è il re, ma bisognerà vedere se riuscirà a tenerlo unito. Il viaggio di William e Kate nelle Indie occidentali non è stato proprio un successo. Sono segnali di cui tenere conto".

Il regno di Carlo sarà un periodo di transizione in attesa di William? "Molto dipende da quanto durerà. Il re ha una grande opportunità per fare qualcosa di buono. Si dice che il monarca in Inghilterra regna ma non governa. Beh, non è del tutto vero. Qualunque parola dica il re viene sempre attentamente ascoltata. Carlo può cambiare la società. Ma per essere una forza del bene dovrà compiere scelte dolorose e non solo prestarsi a fare il megafono del governo".

Che impressione le hanno fatto i primi due discorsi del re? "Se l’è cavata meglio di quanto ci si aspettasse. Ha riconosciuto l’importanza del cambiamento, ma non è abbastanza. La crisi economica che stiamo vivendo in questi anni, con le bollette alle stelle anche a causa della guerra in Ucraina, hanno tolto supporto alla monarchia, i cui lussi vengono considerati eccessivi. Carlo ha promesso di alleggerire il circolo dei familiari che si occupano del regno, ma non è abbastanza: è un cambiamento puramente cosmetico".

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