Sabato 5 Ottobre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Bombe israeliane su Beirut . Distrutta la base di Hezbollah:: "L’obiettivo era Nasrallah". Giallo sulla sorte del leader

Il numero uno dei miliziani potrebbe essere scampato al raid grazie ai tunnel. Sei palazzi rasi al suolo. Secca la reazione dell’Iran: "Escalation per l’incursione di Tel Aviv, riceverà la giusta punizione".

Bombe israeliane su Beirut . Distrutta la base di Hezbollah:: "L’obiettivo era Nasrallah". Giallo sulla sorte del leader

Il numero uno dei miliziani potrebbe essere scampato al raid grazie ai tunnel. Sei palazzi rasi al suolo. Secca la reazione dell’Iran: "Escalation per l’incursione di Tel Aviv, riceverà la giusta punizione".

Israele ha sbalordito il mondo, ieri, quando i suoi aerei da combattimento hanno devastato un’area residenziale a sud-ovest di Beirut sotto alla quale, nelle viscere della terra, si trovava, secondo l’esercito, il Quartier generale degli Hezbollah. Adesso si apre l’incubo di una guerra regionale, che Israele ha dimostrato di non temere affatto. Il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, ha detto: "Benjamin Netanyahu deve essere fermato perché sta trascinando la regione verso una guerra totale". Con questa escalation – ha fatto sapere l’Iran – sono cambiate le regole del gioco. Israele riceverà la giusta punizione". Ora tutti trattengono il fiato in attesa di conoscere la sorte personale di Hassan Nasrallah (mentre alcune fonti danno già per morta la figlia del leader di Hezbollah). Nasrallah per decenni è stato per Israele il nemico n.1. Colui il quale un anno fa entrò in guerra contro Israele per sostenere l’offensiva di Hamas a Gaza e che in questi mesi aveva ritenuto di poter condurre a oltranza – in condizioni di rischio calcolato – la guerra d’attrito contro la Galilea.

Il premier Netanyahu aveva da poco terminato un minaccioso intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quando i caccia israeliani hanno sganciato bombe penetranti ‘Mk84’ da una tonnellata ciascuna creando una ‘cintura di fuoco’ nel rione Dahya. Sei condomini sono subito crollati mentre sul cielo di Beirut, a breve distanza dall’aeroporto, si levavano alte colonne di fumo. Più tardi il portavoce militare israeliano Daniel Hagari farà sapere che Tel Aviv non ha intenzione per ora di colpire l’aeroporto, mentre di certo un nuovo attacco a Beirut mira a distruggere i missili marini nascosti dalle milizie sciite e, più in generale, "la capacità strategica nascosta sottoterra". L’obiettivo più importante del raid di ieri è stato senz’altro il comando generale degli Hezbollah: ossia il ‘cervello’ dell’organizzazione sciita incaricato di coordinare gli attacchi di missili, razzi e droni contro lo Stato ebraico. In precedenza, nelle ultime settimane, Israele aveva provveduto a creare grande scompiglio fra le file degli Hezbollah facendo esplodere migliaia di cercapersone e di walkie talkie, ed eliminando in rapida successione diversi comandanti militari. Al momento dell’attacco, secondo informazioni di intelligence, Hassan Nasrallah si trovava sul posto. Ma le stesse informazioni indicavano anche la presenza, nel centro di comando dei miliziani, di una rete di tunnel di fuga approntati appunto per essere utilizzati in condizioni di emergenza. Per questa ragione occorreva abbondare nei lanci di bombe penetranti.

Raggiunto a New York dal ministro della difesa Yoav Gallant, Netanyahu ha subito autorizzato l’attacco. Ha interrotto la visita ed è tornato a bordo dell’aereo ‘Ala di Sion’: è dotato di sofisticate attrezzature elettroniche che gli consentono di seguire gli sviluppi come se fosse a terra, nel ministero della difesa di Tel Aviv. Ancora una volta gli Usa hanno affermato di essere stati colti di sorpresa da Israele. A quanto pare, secondo i media israeliani, un avvertimento c’è stato, ma solo pochi minuti prima dell’attacco aereo.

Adesso Israele attende la reazione degli Hezbollah. Dopo l’attacco a Beirut, l’obiettivo principale potrebbe essere rappresentato da Tel Aviv. In passato Nasrallah aveva minacciato di colpire a sua volta il ministero della difesa, ha-Kirya. I vertici militari non escludono inoltre attacchi anche da altri fronti: ad esempio dallo Yemen, dall’Iraq e forse perfino dall’Iran. Per tutta la serata il Comando delle retrovie ha consigliato agli israeliani di mantenere un livello elevato di allerta. Nelle città principali le strade si sono svuotate ed è iniziato una lunga notte di tensione e di timore.