Berlusconi Putin, il caso: cosa c'è dietro e i rischi per il governo

Il Cavaliere fa il "picconatore": lucida strategia o solo irrefrenabile loquacità senile?

Roma, 19 ottobre 2022 - C'è un nuovo governo da fare e presto. C'è una guerra ai confini dell'Europa. E una crisi energetica che attanaglia il Paese. Eppure Silvio Berlusconi ha deciso di aggiungere un'altra variabile di complessità vestendo i panni del "picconatore". Prima le esternazioni su Vladimir Putin: le 20 bottiglie di vodka ricevute in regalo dal presidente russo ("ho riallacciato i rapporti") e il Lambrusco inviato dal Cavaliere. 

Il giorno dopo (ieri) il nuovo audio alla riunione dell'assemblea dei deputati di Forza Italia alla Camera: "Putin? Spinto in una guerra che non voleva fare" su "Zelensky non posso dire quello che penso". L'ennesima scivolata del Cavaliere non può essere derubricata a semplice guasconata come le famose "corna" nella foto al vertice Europeo. Il suo comportamento ora sta mettendo in seria difficoltà Giorgia Meloni e il nascente governo, imbarazzano Forza Italia e tutta la coalizione di centrodestra  e lo stesso Paese ridicolizzato sul piano internazionale. Cosa c'è dietro il Berlusconi-corsaro, ormai una scheggia impazzita nel centrodestra: è lucida strategia o solo irrefrenabile loquacità senile?

Berlusconi rimandi la vodka a Vladimir Putin che è un criminale di guerra e non un amico

Lo ha detto Andrzej Halicki, eurodeputato del Partito popolare europeo nonché capodelegazione degli europarlamentari polacchi dello stesso gruppo di cui fa parte Forza Italia. Se a Strasburgo c'è preoccupazione, a Roma Giorgia Meloni sta passando giornate difficili. "Mi sta mettendo in difficoltà", aveva confessato la premier in pectore ai suoi più stretti collaboratori all'indomani delle prima frase di Berlusconi su Putin, il doppio regalo e i rapporti riallacciati.

Chi non sta con Ue e Nato non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo

Ma il peggio doveva ancora venire con l'ennesima sparata che ha alzato l'asticella della risposta. La premier in pectore, pare consigliata dallo stesso Sergio Mattarella, ha mandato un vero e proprio aut aut al Cavaliere: "Chi non sta con Ue e Nato non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo". Tradotto: su questo non transigo, al punto di essere disposta a tornare alle urne. Un messaggio chiaro  quel "non sono ricattabile" in risposta al foglietto di appunti in cui Berlusconi aveva definito la leader di Fratelli d'Italia "supponente, prepotente e arrogante". Non è limitata a questo: Giorgia Meloni ha affidato a un post su Facebook una risposta più articolata sul tema.

L'Italia con noi al Governo non sarà mai l'anello debole dell'Occidente, la Nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori

A cosa punta il Cavaliere con questo atteggiamento? Da una parte c'è di sicuro il personaggio, estroverso e guascone. Berlusconi è e rimane un intrattenitore nato con un irresistibile gusto per la battuta. Dall'altra c'è un ego ipertrofico che fatica ad accettare che l'età avanza, i rapporti di forza all'interno della coalizione sono cambiati. C'è una donna che guida un partito, Fratelli d'Italia, che da solo ha raccolto quasi il doppio dei voti di Forza Italia e Lega insieme e che non sembra disposta a spaventarsi e anzi risponde colpo su colpo perché sa che questo è il suo momento. E questo disturba ancora di più il "vecchio leone", che  fatica a immedesirasi nel ruolo di comprimario (al contrario di Salvini che ora veste i panni del mediatore) e non a caso si ostina a chiamarla "signora". Aspetti squisitamente personali e psicologici si mischiano a strategie con Berlusconi che appare come lo scorpione disposto morire pur di pungere la rana: lo farà o è solo il suo modo per "marcare" il territorio e ottenere qualche ministero in piu?

Con Fedele Confalonieri abbiamo fatto un patto: il primo che vede l’altro un po’ rincoglionito glielo dice

Siamo nel 2007 e la frase è dello stesso Berlusconi che la raccontò. Siamo a questo punto? Di sicuro c'è che l'imbarazzo è profondo tra i vertici di Forza Italia, in campo da una parte per una difesa d'ufficio del leader e dall'altra alla caccia della "gola profonda". Di sicuro il partito è diviso perché altrimenti quell'audio non sarebbe nemmeno trapelato. Chi aveva interesse a renderlo pubblico? La frattura c'è: da una parte l'ala governista guidata da Antonio Tajani e l'altra più "barricadera" che fa capo a Licia Ronzulli. Le due anime sono in lotta per il dopo Berlusconi ma è guerra. Le spinte autolesioniste di Forza Italia non c'è dubbio mettono in crisi il centrodestra che non è così compatto come sembra. E per un governo non ancora nato è un bel problema.