La Russia taglia il gas all'Italia: ecco le conseguenze

Gazprom ha ridotto del 15% il flusso di metano. Tabarelli (Nomisma Energia): "Le bollette saranno più care"

Roma, 15 giugno 2022 – Un avvertimento. Da stamattina l’afflusso di gas russo verso l’Italia è meno intenso, ed è verosimile che la situazione non tornerà alla normalità. Anzi. Quali saranno le conseguenze per il Paese? “Le vediamo già sui prezzi”, risponde il professor Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. “Il gas è ritornato a 100 euro al megawattora contro gli 80 di prima”. E le bollette? “Speravo che le tariffe scendessero – dice il docente dell’Università di Bologna -, ma dopo la riduzione del 10% di aprile, torneranno a crescere sia per quanto riguarda l’energia sia per il gas”.

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Sommario

La Russia taglia il gas all'Italia e alla Germania

“Eni ha ricevuto comunicazione di una limitata riduzione dei flussi dal proprio fornitore russo relativamente all'approvvigionamento gas verso l'Italia”. Le parole che si leggevano stamattina sulla piattaforma di informazioni privilegiate per il monitoraggio Remit del gestore dei mercati energetici, sono state seguite dalle dichiarazioni rilasciate poco dopo all’Ansa da un portavoce dell’azienda, la quale “conferma che Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%”. E ancora: “Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate”.

Non un fulmine a ciel sereno. Ieri, infatti, il colosso russo aveva tagliato il 40% del gas diretto in Germania adducendo “ragioni tecniche”. E oggi ha ridotto ulteriormente la capacità del Nord Stream 1, passata da 100 milioni di metri cubi a 67.

In realtà, di fondo, il movente è politico, e lo stesso si può dire per la decisione assunta oggi nei confronti dell’Italia. Si tratta di una rappresaglia contro i cosiddetti Paesi ostili, artefici delle restrizioni che colpiscono Mosca dal giorno dell’invasione dell’Ucraina. Tabarelli conferma: "Sono le prime risposte alle nostre sanzioni sul carbone, che conta poco, e sul petrolio, che conta parecchio".

Il Cremlino, attraverso Gazprom, intende mandare un messaggio inequivocabile senza optare per un blocco immediato che danneggerebbe le infrastrutture e pregiudicherebbe l’afflusso di risorse utili per finanziare la guerra. Non solo. Secondo il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, si ttratta di"una strategia per sconvolgere e far salire i prezzi".

Le conseguenze per l'Italia

La chiusura parziale del rubinetto tedesco non coinvolge direttamente l’Italia. Indirettamente sì, però. Infatti, Berlino, di fronte a una penuria di metano, potrebbe essere costretta a diversificare aumentando i rifornimenti da Norvegia e Paesi Bassi, da cui importiamo pure noi la materia prima. Che non è infinita, come sappiamo bene. C'è poi la stretta odierna di Gazprom che, questa sì, limita i nostri rifornimenti. "Una mossa che rallenta il riempimento degli stoccaggi", sottolinea Tabarelli, che vede “una situazione critica in vista dell’inverno”.

Il problema, infatti, più che la stagione estiva, riguarda il periodo più freddo. Questi sono i mesi in cui si mettono da parte le provviste. Arera ha approvato “ulteriori strumenti per il riempimento di almeno il 90% delle scorte nazionali per cui oggi c'è una giacenza di 9,5 miliardi di metri cubi, il 52% della capacità complessiva”, ha riferito il presidente Stefano Besseghini nell'audizione in Commissione Industria al Senato. Ha spiegato che Arera ha approvato ulteriori misure per il riempimento degli stoccaggi, ammettendo che "qualche rallentamento c'è stato". E probabilmente non sarà l’ultimo. 

Il rialzo dei prezzi

Ma ci sono anche conseguenze immediate. Stamattina il prezzo del gas naturale in Europa ha ripreso a salire. All'hub olandese di riferimento Ttf, il contratto veniva scambiato a 99,65 euro al megawattora, in crescita del 2,6%.

Bruxelles corre ai ripari. E prova a gettare acqua sul fuoco. "Non c'è alcuna indicazione al momento di rischi sulle forniture energetiche", ha detto oggi il portavoce Tim McPhie rispondendo a una domanda sui possibili effetti delle riduzioni di gas annunciate da Gazprom ieri sul Nord Stream 1 e oggi sui flussi diretti a Eni.

Ieri, invece, la presidente Ursula von der Leyen ha affermato che il memorandum d'intesa sul gas firmato al Cairo con Egitto e Israele è un “accordo storico”. "Stiamo costruendo un'infrastruttura" che deve essere pronta anche per il "trasporto dell'energia pulita del domani", ossia l'idrogeno. Insomma, per l'emergenza di queste ore vanno trovate altre soluzioni.