Nuove regole per entrare in Italia, turismo in allarme: "Un flagello"

La stretta sanitaria anti-Covid (quarantena per i non vaccinati e tampone per tutti) agita il settore: "Subito misure di sostegno dal governo"

Centro tamponi all'aeroporto di Los Angeles (Ansa)

Centro tamponi all'aeroporto di Los Angeles (Ansa)

Milano, 15 dicembre 2021 - La stretta sanitaria sui viaggi, in particolare sugli arrivi dall’estero (dalla quarantena al tampone anche per i vaccinati con green pass), decisa dal governo e in vigore da domani fino al 31 gennaio, non è finita solo nel mirino della Ue ma anche e soprattutto in quello dell’industria del turismo. Perché le nuove misure imposte per fronteggiare la diffusione della variante Omicron del Covid rischiano di trasformarsi in una gelata sulle vacanze di Natale e di Capodanno. Una stretta che, stima Coldiretti basandosi su dati Bankitalia, riguarda quei 6 milioni di viaggiatori stranieri che nell’ultimo anno, prima della pandemia, sono arrivati in Italia in prossimità delle feste di Natale e Capodanno. Ma anche gli italiani che le avevano programmate fuori confine per quest’anno, circa 800mila, comunque il 58% in meno rispetto ai 2,1 milioni del 2019. Lo tsunami Omicron, aggiunge Coldiretti, spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane ma provoca anche una diffusa incertezza che sta facendo posticipare prenotazioni e programmi. Per un periodo, quello delle festività di fine anno, che vede destinare oltre 4 miliardi delle tredicesime alle spese extra, compresi i viaggi, e vale, secondo Assoutenti, 10,4 miliardi. Una cifra inferiore di 2,7 ai 13 del Natale 2019 ma che adesso rischia di diventare ancora più bassa.

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Non c’è dubbio, avverte Pier Ezhaya, presidente di Astoi-Confindustria Viaggi, associazione che rappresenta oltre il 90% dei tour operator in Italia, che le nuove misure anti-Omicron sui viaggi siano una «mazzata». Non tanto per le partenze fuori dal Belpaese, anche se dai corridoi turistici aperti (Aruba, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto e le Maldive che sono già in sold out) è stata tolta la Giordania, creando non pochi problemi a chi, ricorda Stefano Dall’Ara, presidente di Robintur Travel Group e vicepresidente di Fto-Confcommercio, aveva già prenotato. La «mazzata» riguarda gli arrivi dall’estero, in particolare, aggiunge Ezhaya, quelli verso la montagna, dove proprio ieri gli albergatori di una località come Cortina parlavano di un Natale e Capodanno da boom anche per la chiusura dell’Austria. Ma a soffrire, con la prevedibile pioggia di disdette, saranno anche le città d’arte. "Purtroppo – chiosa il presidente di Astoi – abbiamo fatto un favore ai nostri concorrenti per le vacanze sulla neve come francesi e svizzeri".

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Se a oggi non è ancora scattata la valanga di disdette e per ora i vettori aerei non hanno cancellato i voli, di "flagello" sulle vacanze natalizie parla anche Dall’Ara. Soprattutto per le vacanze brevi, dal week-end ai quattro-cinque giorni, caratteristiche dei turisti stranieri (in particolare europee) per i tour nelle città d’arte della Penisola e che, se di mezzo ci sarà la quarantena, di fatto svaniscono. Quindi? "Quindi le misure del governo possono essere comprensibili per la nuova emergenza sanitaria – risponde sempre Dall’Ara – ma devono essere accompagnate da altrettante misure di sostegno al settore che, per il turismo organizzato, vede in sofferenza 13mila agenzie e 90mila addetti".

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Il forte grido d’allarme arriva anche da Federalberghi che proprio l’altro giorno aveva stimato per le festività oltre 14 milioni di italiani in vacanza, quasi il 20% in meno però rispetto al 2019, con il 97% che rimarrà in Italia per Capodanno e, rispetto al pre-Covid, l’arrivo di meno turisti stranieri soprattutto nelle città d’arte. Adesso rischia di andare molto peggio. "Non comprendiamo le ragioni che inducono il governo a definire, per l'ingresso dei cittadini stranieri in Italia, le restrizioni più rigide d'Europa, nonostante il buon esito della campagna vaccinale, che ha portato l'Italia ad ottenere i risultati migliori d'Europa", avverte l’associazione presieduta da Bernabò Bocca. "Nelle scorse settimane – prosegue la federazione degli albergatori - le imprese del turismo hanno sostenuto l'ennesimo sforzo, adeguandosi alle nuove indicazioni sul green pass e sul super green pass, nel presupposto che il contributo di tutti avrebbe realizzato le condizioni per consentire il sereno svolgimento delle attività economiche e sociali. Tutto ci saremmo aspettati tranne questa cattiva sorpresa, che riporta indietro le lancette e respinge i turisti stranieri, dirottandoli verso i Paesi concorrenti".

Si tratta quindi di "un grave danno per il Paese" che già ha visto da gennaio a settembre la spesa dei turisti stranieri diminuire di circa 20 miliardi rispetto al corrispondente periodo del 2019. E a "complicare la situazione" ci sono i tempi ristretti dell’ordinanza che non tiene conto del fatto che nell'economia dei viaggi e del turismo le decisioni vengono assunte con largo anticipo e le imprese hanno già assunto il personale e rifornito le scorte per la stagione invernale. "Chiediamo – conclude Federalberghi - che l'ordinanza venga rimodulata al fine di consentire alle imprese e ai turisti di riorganizzarsi" e "ribadiamo inoltre, anche alla luce della proroga dello stato di emergenza, la richiesta di inserire in Legge di bilancio adeguate misure di sostegno del settore" e la proroga della cassa integrazione.