Vaiolo delle scimmie e vaccino: ecco le raccomandazioni di Matteo Bassetti

L'infettivologo: "Somministrarlo immediatamente a donne incinte, bambini o immunodepressi in contatto con soggetti positivi"

L'infettivologo Matteo Bassetti

L'infettivologo Matteo Bassetti

Roma, 1 giugno 2022 - Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie deve essere somministrato immediatamente ai contatti dei casi positivi "se sono donne incinte, bambini o immunodepressi". Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, raccomanda la somministrazione dell'immunizante per il Monkeypox virus per particolari categorie di soggetti. "Chi ha avuto un contatto stretto con un caso deve isolarsi ed evitare rapporti con altre persone - sottolinea Bassetti -. Chi ha lesioni cutanee deve mettersi in quarantena e farsi vedere da un medico. Per quanto riguarda la sessualità, è bene che anche i guariti da vaiolo delle scimmie usino le protezioni anche fino a 8 settimane dopo la guarigione".

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Vaiolo delle scimmie e sesso

Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all'Università Sapienza di Roma, sottolinea invece l'importanza delle precauzioni nei rapporti sessuali: "Il vaiolo delle scimmie si trasmette soprattutto durante contatti stretti, quindi anche il rapporto sessuale con lo scambio di fluidi biologici. E' chiaro quindi che raccomandare, come sta facendo il Regno Unito, un'attenzione particolare alle precauzioni è una giusta strategia. Ricordo però che questa è una malattia lieve e dai dati che abbiamo sono davvero poche le ospedalizzazioni". Che cosa devono fare i soggetti che sono venuti a contatto con un positivo al vaiolo delle scimmie? "Devono fare una sorveglianza e un isolamento, non una quarantena, per almeno 21 giorni - sottolinea Mastroianni -. Sconsigliati i viaggi nei paesi con più casi? "Assolutamente no, si può andare in quei Paesi tranquillamente".

Sul lega fra precauzioni nei rapporti sessuali e diffusione del vaiolo delle scimmi, parla anche Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma: "Il vaiolo delle scimmie è una malattia a bassa contagiosità, i casi a livello internazionale è inevitabile che potranno anche aumentare però noi ci aspettiamo che progressivamente la numerosità si riduca fino alla scomparsa della malattia. Certo se oggi c'è chi pensa di avere rapporti sessuali promiscui in un paese dove sono presenti tanti casi, qualche rischio lo corre. Ma anche prima del vaiolo delle scimmie c'erano malattie a trasmissione sessuale".